Già così è un regalone per Lorsignori, che ora sperano addirittura di fare tombola e di riavere tutto – fino all’ultimo centesimo – come ai bei tempi andati. Palazzo Madama dovrà ricalcolare al rialzo tutti i vitalizi degli ex senatori, secondo quanto ha deciso ieri il Consiglio di Garanzia, organo di appello della giustizia interna del Senato. Che – come aveva fatto la scorsa settimana anche la Camera – ha da subito annullato i tagli imposti nel 2018, ritenendoli troppo drastici ancorché riferiti a chi ha beneficiato più a lungo nel passato del sistema retributivo, ben più favorevole del regime contributivo attuale ma ha anche rimesso il caso alla Consulta. La sentenza parziale ha infatti bocciato l’applicazione dell’algoritmo elaborato dall’Inps e dall’Istat, applicato “ai fini del coefficiente di trasformazione, alla data di decorrenza dell’assegno, anziché alla età anagrafica posseduta dal percettore alla data di entrata in vigore della delibera”. Ma non è tutto. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, chiamata a decidere se il Senato dovrà pure sganciare gli arretrati, ossia le differenze non corrisposte dall’entrata in vigore della delibera, ossia dal 1º gennaio 2019 a oggi. Ma soprattutto a decidere se il ricalcolo contributivo, con annessi risparmi da 22 milioni di euro all’anno per le casse dei contribuenti, sia stato fin dal principio legittimo nei suoi presupposti. Il Consiglio di Giurisdizione presieduto dal forzista Luigi Vitali e di cui sono anche componenti Valeria Valente del Pd, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia e i due leghisti Pasquale Pepe e Ugo Grassi, ha infatti dichiarata “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale la legge del 1994 nella parte in cui, nel sopprimere qualsiasi regime fiscale particolare per i vitalizi degli ex parlamentari, non prevede altresì che queste prestazioni vanno disciplinate nel rispetto dei principi generali in materia previdenziale”. Tra cui i limiti posti al legislatore “nell’individuazione dei parametri per determinare i vitalizi e con essi i limiti per un eventuale adeguamento retroattivo”. E ancora. “Egualmente ritiene non manifestamente infondata (con rinvio dunque alla Corte costituzionale, ndr) la questione di legittimità della delibera del Senato del 2018 nella parte in cui viola i principi di proporzionalità e ragionevolezza nella (ri)determinazione retroattiva” degli assegni. Cin.
Vitalizi, il Senato conferma il taglio ma ordina l’aumento: “Ricalcolare al rialzo gli assegni degli ex senatori”