Il Fatto di domani. Tamponi pochi, vaccini e super green pass sul lavoro: il 2022 dei Migliori parte nel caos. Il programma di B. per accaparrarsi il Colle

Di FQ EXTRA
3 Gennaio 2022

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TAMPONI, SCORTE DI VACCINI E GREEN PASS: INIZIO ANNO NEL CAOS. Sul piano della pandemia, il 2022 riprende senza soluzione di continuità con l’anno appena concluso. Il virus è in espansione in Italia, come nel resto in Europa, e il picco dei contagi è ancora di là da venire (è atteso per metà gennaio). Le nuove regole stabilite dal governo a fine anno si stanno traducendo sui territori in caos e incertezza. Non si sono risolti i problemi logistici che riguardano i tamponi e le sofferenze delle farmacie, che hanno denunciato carenza di reagenti chimici, e delle strutture sanitarie pubbliche, dove le code si allungano soprattutto in alcune Regioni. A ciò si aggiunge un nuovo problema per la campagna vaccinale: tra una settimana scatterà la riduzione da cinque a quattro mesi dell’intervallo minimo tra seconda e terza dose e la platea delle persone da vaccinare salirà a 23 milioni. Il commissario all’emergenza Figliuolo fa sapere che le forniture sono sufficienti a garantire 26 milioni di iniezioni, ma il tema dell’approvvigionamento ritorna a farsi urgente. La confusione più grande, comunque, riguarda il sistema del Green pass, con le nuove regole che prevedono la revoca per i contagiati e l’abolizione della quarantena per i contatti stretti. Altro problema sul fronte della scuola: il piano del ministro Bianchi di tenere a casa solo gli studenti non immunizzati è stato archiviato, e alcuni enti locali, ma anche gli esperti della fondazione Gimbe, chiedono di ritardare la riapertura delle scuole. Il governo smentisce, ma per tutti i ragazzi si riaffaccia lo spettro della didattica a distanza, tanto che le Regioni stanno preparando una proposta da presentare al governo per disinnescare la distinzione tra vaccinati e non, ma basata sul numero dei contagi in classe. Intanto dieci Regioni sono in zona gialla, i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore sono oltre 68 mila, con molti meno tamponi effettuati di domenica e un tasso di positività che è al 15,3%. I morti sono 140, continuano ad aumentare ricoveri e occupazione delle terapie intensive. La buona notizia è che sempre più ricerche su Omicron sembrano confermare che la variante è più contagiosa ma meno aggressiva della Delta. Israele è già partito con la quarta dose. C’è l’accordo sul prezzo calmierato per le mascherine Ffp2: costeranno 75 centesimi l’una.

IL GOVERNO PENSA AL SUPER GREEN PASS AL LAVORO, MA SULLO SMART WORKING È OSTAGGIO DI BRUNETTA. In questo contesto si fa ancora più pressante l’attesa per il Consiglio dei ministri convocato per mercoledì 5 gennaio, in cui dovranno essere adottate ulteriori restrizioni per far fronte all’emergenza Covid. Quali non si sa ancora, e tra le forze di maggioranza e tra le varie componenti del governo il dibattito è acceso. Sul tavolo ci sono due grandi ipotesi, e pesanti: varare direttamente l’obbligo vaccinale oppure introdurre l’obbligo di super green pass per lavorare (cioè di fatto obbligare i lavoratori a vaccinarsi). Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa si è espresso oggi a favore della seconda opzione, che a suo dire può convincere una parte degli italiani che non si vaccinano. “Dobbiamo risolvere una serie di contraddizioni che oggi ci sono, come il fatto che a chi va a prendere un caffé viene chiesto il super green pass ma a chi lavora nello stesso esercizio no”, ha detto Costa. Poi ci sono le vie di mezzo. Circola, per esempio, l’idea di un obbligo di super green pass solo per alcune categorie. Non si discute per niente, invece, di un’altra importante misura per frenare i contagi come lo smart working nella funzione pubblica. Questo perché, nonostante molti Stati europei lo stiano reintroducendo per decreto e da noi lo abbiano chiesto anche i sindacati, il ministro Brunetta continua a opporsi fermamente. La sua linea, dice, è mantenere “il massimo livello di apertura delle attività economiche, sociali e culturali con il massimo livello di sicurezza sanitaria”. Di green pass rafforzato al lavoro e obbligo vaccinale raccoglieremo sul Fatto di domani la posizione del sindacato Uil con un’intervista al segretario Pierpaolo Bombardieri. E sul tema dello smart working sentiremo il parere dell’attuale ministra della gioventù Fabiana Dadone, M5s, ex ministra della Pubblica ammnistrazione del governo Conte 2.

B. APRE LA SUA “CAMPAGNA” PER IL QUIRINALE. Conosceremo domani, quando il presidente della Camera Roberto Fico invierà l’attesa lettera di convocazione del Parlamento in seduta comune, il giorno dell’inizio delle votazioni per il prossimo Presidente della Repubblica. Si stima sarà il 24 o 25 gennaio. Berlusconi ha già rotto gli indugi e si prepara al lancio ufficiale della sua “campagna” per il Colle. Sul Fatto abbiamo raccontato che l’ex Cavaliere ha pronto un videomessaggio di tre minuti per compattare gli alleati e allargare le preferenze al centro. Oggi ha inviato attraverso il Corriere un messaggio anche agli avversari in cui, rispondendo alla più grande paura dei parlamentari in questa fase, promette che se verrà eletto non convocherà le elezioni anticipate e farà proseguire la legislatura fino alla scadenza naturale nel 2023. Nel frattempo il Giornale di famiglia prova ad accreditarlo come grande statista, pubblicando un suo discorso al congresso degli Stati Uniti nel 2006: quell’evento fu una farsa, uno dei momenti più bassi della credibilità internazionale italiana, come ricorderemo sul giornale di domani. Vedremo anche che B. ha preparato un vero e proprio “programma” per il Quirinale come se si trattasse di una competizione elettorale invece che un’investitura a un ruolo super partes, come Costituzione vuole. Su Change.org, la nostra petizione per fermarlo ha superato le 200 mila firme. Sull’altro versante del Palazzo, comunque, altri partiti e altre correnti lavorano alla transizione di Mario Draghi. Tra tutti il segretario Pd Enrico Letta, che mentre è costretto dai suoi a prendere posizione sull’eredità del renzismo e sul ritorno di Bersani e D’Alema nella cornice dem, prova a saggiare Salvini e Meloni su potenziali nomi di premier per assicurare la continuità dell’esecutivo anche senza Draghi. Vedremo sul Fatto di domani come proseguono le trattative dietro le quinte.

DA RENZI A BERLUSCONI: LE GRANDI INCHIESTE DEL 2022. A complicare ulteriormente la corsa di B. al Quirinale c’è, come abbiamo raccontato sul Fatto, il processo aperto a Bari per induzione alla falsa testimonianza che riguarda le deposizioni di Giampaolo Tarantini sulle cosiddette “cene eleganti”. L’udienza è prevista il 21 gennaio, proprio nei giorni clou dell’elezione del Capo dello Stato. Ma questo non è l’unico grande processo che si celebrerà quest’anno e che vede sul banco degli imputati i big della politica italiana. C’è l’inchiesta dei magistrati di Firenze sulla Fondazione Open di Matteo Renzi, quella a Roma sugli appalti Consip che riguarda suo padre Tiziano (accusato di traffico di influenze illecite). C’è il processo Open Arms a Palermo dove è protagonista Matteo Salvini, alla sbarra per sequestro di persona. Sono nei guai anche i presidenti di Regione Attilio Fontana e Vincenzo De Luca. Sul Fatto di domani faremo la mappa di tutte le inchieste che potrebbero rovinare l’anno nuovo ai politici italiani.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Trump e family citati in giudizio. La procura generale di New York ha citato in giudizio l’ex presidente Usa Donald Trump e i suoi due figli maggiori, Ivanka e Donald Jr., in relazione a un’inchiesta sulle pratiche commerciali della famiglia, ossia un'”indagine sulla valutazione delle proprietà possedute o controllate” dal tycoon e dalla Trump Organization.

Favori all’Ilva. Una norma del decreto Milleproroghe prevede di destinare una parte dei fondi sequestrati alla famiglia Riva, ex proprietaria dell’impianto siderurgico di Taranto, alla produzione del sito invece che alle bonifiche del territorio, come previsto. Per l’associazione Salute e Ambiente “è uno scippo”. Il M5S ha annunciato un emendamento per fermare la norma. Ma ci sono altri problemi che riguardano la tutela ambientale dell’area.

Una Gomorra polacca. Un documentario svela i crimini di abusi sessuali contro minori da parte della chiesa della Polonia, con accuse che arrivano fino alle alte sfere.

Addio a Gianni Celati. Il nostro ricordo del grande scrittore e critico letterario italiano, che si è spento stanotte a Brighton, dove viveva dal 1990.


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