E alla fine è arrivata anche la Digos. Ieri gli agenti della Questura di Roma hanno fatto visita alla Bertolani Fine Art, la casa d’aste che ha messo in vendita una copia al ciclostile del volantino con il quale le Brigate Rosse annunciarono il rapimento di Aldo Moro. Il comunicato in questi giorni è finito al centro di molte polemiche che nei fatti stanno facendo lievitare le pre-offerte: 38 quelle raccolte finora. La questura svolgerà accertamenti su quel documento che racconta una delle pagine più dolorose della storia italiana. Secondo quanto spiegato al Fatto quella all’asta sarebbe tra le numerose copie distribuite dai militanti del gruppo terroristico nel marzo di 44 anni fa. Nella scheda di presentazione viene presentato come un “volantino ciclostilato”. Giuseppe Bertolami, amministratore unico della casa d’aste, ha poi spiegato come del testo dell’originale volantino di rivendicazione vi erano più copie distribuite “a più riprese affinché anche la popolazione potesse accedere a quella che, evidentemente, i terroristi ritenevano una forma di controinformazione”. Il volantino di due pagine, ora in vendita, continua Bertolami, “appartiene appunto alla serie diffusa in seconda battuta a partire dal 20 marzo 1978 davanti a scuole, uffici, banche e altri luoghi di pubblico accesso non per stabilire un contatto con le istituzioni, ma per ‘informare il popolo’ dell’evoluzione e delle motivazioni sottese a un evento descritto dagli autori della strage come una delle fasi di un processo al regime”. Ora ci saranno anche le verifiche della Digos.
“Giovedì 16 marzo un nucleo armato della Brigate Rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Modo, presidente della Democrazia Cristiana. La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi speciali, è stata completamente annientata”, sono le prime righe riportate nella copia a ciclostile del volantino. La cui quotazione ancora non si ferma: ieri sera la pre-offerta (ossia l’intenzione di acquisto) più alta si attestava a 12.000 euro, praticamente sette volte la sua stima più alta (1.700 euro). E tra le polemiche, il numero di chi sarà disposto ad acquistarlo continuerà a salire, dato che l’asta ci sarà il 18 gennaio. Nel frattempo, tutta pubblicità.