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QUIRINALE E GRANDI ELETTORI: LA CARICA DEI DELEGATI. Cominciano le danze, 9 consigli regionali su 20 oggi hanno votato i loro delegati che, insieme ai deputati e senatori, andranno a formare i 1009 grandi elettori che voteranno il prossimo presidente della Repubblica il 24 gennaio. L’Abruzzo ha già votato il 27 dicembre, le altre voteranno domani. La Costituzione prevede che ogni territorio indichi 3 nomi, tranne la Val D’Aosta che ha diritto a un rappresentante soltanto. Il totale è 58. La Campania ha nominato due indagati (tra cui il presidente De Luca) e una prescritta. Di norma vengono nominati due delegati di maggioranza e uno di opposizione, perciò c’è da attendersi 32 delegati saranno espressione del centrodestra e 25 del centrosinistra. Ci saranno tutti i presidenti di Regione, come previsto da un’altra regola non scritta. Ma nel dettaglio le cose si fanno più complicate. Le forze politiche, soprattutto quelle di area centrodestra, si contendono i rappresentanti per poter massimizzare il loro peso decisionale nella sfida del Quirinale. Le stesse frizioni avvengono sul fronte dei giallorosa, come vedremo sul giornale di domani. Intanto, oggi il Pd ha riunito la sua segreteria, mentre i deputati 5 Stelle incontravano il leader Giuseppe Conte: vedremo come sono andate le riunioni e se ne sono usciti dei nomi.
A ROMA, B. APRE LO STATO MAGGIORE DELLA CAMPAGNA PER IL COLLE. Sullo sfondo c’è, ovviamente, la cosiddetta “operazione scoiattolo” di Berlusconi, che qualche ora fa è arrivato a Roma e ha riunito lo stato maggiore di Forza Italia prima di iniziare la serie di incontri con gli alleati per approntare la strategia per il Colle. Riferiscono voci di corridoio che in questi giorni B. si è attaccato al telefono per reclutare i peones del Parlamento in favore della sua candidatura. Sul Fatto di domani vedremo quali armi sta usando l’ex Cavaliere, dopo aver dinamitato ieri la prospettiva di eleggere Draghi al Colle, minacciando di far cadere il governo. E vedremo come stanno prendendo questo attivismo i suoi alleati di coalizione, Salvini e Meloni. Intanto la nostra campagna su Change.org prosegue, come anche la pubblicazione della storia a puntate di B., firmata da Marco Travaglio.
COVID, ALLARME PER I MALATI ONCOLOGICI. Per una volta il bollettino pandemico italiano fa discutere non per il numero dei contagi, che sono comunque alti (220.500 nuovi casi e 294 morti) ma per le parole critiche degli infettivologi Matteo Bassetti e Donato Greco, membro del Cts. “Il report giornaliero andrebbe evitato. Siamo gli unici in Europa, un conto era un anno fa, un altro oggi con la popolazione vaccinata al 90%”, ha detto oggi Bassetti, che poi ha invitato il presidente del Consiglio Draghi ad ascoltare “di più i medici e meno i burocrati”. Greco del Cts ha proposto di rendere il bollettino dei contagi settimanale e non più quotidiano. Proprio sul ruolo del Cts e sull’ascolto che il governo gli ha riservato al momento di prendere le ultime decisioni su obbligo vaccinale e super green pass torneremo sul giornale di domani. Intanto, come sta andando la campagna vaccinale, e come stanno funzionando le nuove regole? Sono oltre 16 milioni gli italiani che ad oggi sono idonei a ricevere la terza dose, ma molti di loro dovranno aspettare tra quattro e cinque mesi prima di farla. “Ci sono dei limiti fisici”, ammette il Generale Figliuolo, che a maggio prometteva però un milione di dosi al giorno. L’Oms oggi ha calcolato che entro fine febbraio la metà degli europei saranno stati contagiati da Omicron, ma soprattutto ha criticato la strategia dei booster ripetuti, parlando soprattutto in direzione di Israele che ha già iniziato a somministrare la quarta dose: serve aggiornare il vaccino, inutile ripetere i richiami all’infinito, e servono nuovi vaccini in grado di bloccare l’infezione, non solo l’ospesdalizzazione. Sul Fatto di domani vedremo che gli gli allarmi dagli ospedali proseguono, soprattutto per i malati oncologici penalizzati dal continuo rinvio di interventi a causa dell’intasamento dei riparti con pazienti Covid. La percentuale di occupazione delle terapie intensive in Italia è al 17%, mentre la situazione dei reparti ordinari è del 26%. Alcune Regioni fanno peggio della media e la Lombardia teme già di finire in zona arancione la prossima settimana. È probabile anche che vedremo presto le prime zone rosse.
LAVORO, LA RIPRESA PRECARIA. L’Istat ha pubblicato i dati aggiornati sull’occupazione in Italia, che offrono una fotografia pressocché completa dello stato del mondo del lavoro nell’ultimo anno. A novembre 2021 gli occupati sono cresciuti di 64 mila unità su base mensile e di 494 mila unità rispetto allo stesso mese del 2020. Gli occupati sono tornati a quota 23 milioni per la prima volta da quando è scoppiata la pandemia, ma la gran parte dei nuovi contratti è a tempo determinato. I sindacati hanno segnalato che mancano ancora all’appello circa 115 mila posti di lavoro persi a causa del Covid e non recuperati dopo 20 mesi. Una ripresa troppo fragile per essere ottimisti, ritiene la Cgil, e soprattutto una ripresa diseguale, che non ha riguardato cioè alcuni settori duramente colpiti dalle restrizioni pandemiche, il turismo, lo spettacolo e alcuni servizi. Per questo parti sociali e associazioni di categoria stanno chiedendo al governo nuovi ammortizzatori, promessi da Draghi in un prossimo decreto. Sul Fatto di domani vedremo cosa raccontano le statistiche sulla trasformazione del lavoro in Italia, con un occhio particolare a un altro settore in crisi: quello della grande industria, vessata non solo dal virus ma anche dall’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia. Oggi sul nostro giornale Giorgio Airaudo ha raccontato la crisi del polo italiano dell’auto e le mancanze del governo dei Migliori.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Addio David Sassoli. Domani sul Fatto il nostro ricordo e un testo di Tiziana Ferrario. Su Fq Extra Salvatore Cannavò ha raccontato chi era l’ex giornalista e presidente del parlamento europeo.
Boris nella bufera. In Gran Bretagna si allarga lo scandalo delle feste a Downing Street durante il lockdown di maggio 2020, che coinvolge in prima persona il premier Johnson.
La mappa dei luoghi più assurdi. Il mondo è disseminato di tunnel, anfratti, aree segrete e zone speciali invalicabili: un saggio recente ne presenta un’efficace rassegna.
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