L’altroieri, letta la frase “Se Draghi va al Quirinale, noi usciamo dal governo e si vota”, non ne abbiamo neppure cercato l’autore, tanto era chiaro che era B. Invece Enrico Letta ha commentato: “Non posso credere che l’abbia detto lui, ora smentirà”. Infatti B. non ha smentito nulla. Delle due l’una: o Letta jr. è affetto da amnesia globale (si spera transitoria), o ci prende tutti per il culo. Perché non c’è frase che più somigli a B. di quella: un ricatto politico tipico della vecchia canaglia che fa politica così da quando ufficialmente non la faceva, o meglio la faceva per interposto Craxi. Ricattava il Caf con le sue tv per ottenere i decreti anti-pretori e la legge Mammì per le sue tv. Poi, sceso in campo, continuò a ricattare gli alleati (quei pochi) riottosi a votare le sue leggi ad personam minacciando di fargli sparare dai suoi giornali e tv. Minaccia che funzionava benissimo anche con gli oppositori (quei pochi). Infatti mai il centrosinistra osò dichiararlo ineleggibile (qual è per la legge 361/1957), né cancellare una sola delle sue leggi ad personam, né attuare la sentenza della Consulta contro Rete4. Quando finì il bipolarismo e partirono le larghe intese (Monti, Letta jr., Renzi e poi Draghi), il ricatto fu ancora più semplice: appena gli serviva qualcosa per gli affari suoi, minacciava la crisi e gliela davano.
Nel 2013, tra la condanna in Cassazione (1° agosto) e la cacciata dal Senato (27 novembre), ricattò per mesi Napolitano con l’arma della crisi di governo per avere la grazia senza chiederla e costringere il Pd a votare contro la sua decadenza da senatore, peraltro imposta dalla legge Severino votata pure da lui. Quando poi Letta andò alle Camere per la fiducia, B. annunciò il No. Ma Letta, nel suo discorso, cedette al ricatto: gli promise la “riforma della giustizia” e invitò la Giunta del Senato a “evitare voti contra personam”. Così B. cambiò idea in extremis per continuare a ricattarlo travestito da padre della patria: “L’Italia ha bisogno di un governo. Abbiamo deciso, non senza travaglio, per la fiducia”. E Letta dal banco del governo, esplose in una risata: “Grande!”. Quindi, di grazia, di che si stupisce oggi? E di che si meraviglia Rep, sdegnata per il “ricatto” berlusconiano come se fosse il primo? Dal 2018 al 2020, con i due governi Conte, B. era fuori dai giochi perché per la prima volta in 50 anni non poteva più ricattare nessuno. Infatti passarono la Spazzacorrotti, la blocca-prescrizione e le manette agli evasori. Poi a febbraio l’Innominabile, sostenuto da Rep e gli altri giornaloni, rovesciò Conte e arrivò Draghi, riportando il Caimano al governo con tanto di gomitino. E lui riprese a far politica nel solo modo che conosce: il ricatto. Care verginelle che fingete stupore, l’avete voluto? Ciucciatevelo.