Il Fatto di domani. Normalizzare il Covid? Scienza divisa, i governi accelerano: strategie pandemiche a confronto. Quirinale, la Lega pensa a un Colle senza B.

Di FQ EXTRA
12 Gennaio 2022

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OMICRON, TRACCIAMENTO E QUARTA DOSE: STRATEGIE PANDEMICHE A CONFRONTO. Il mondo scientifico si è spaccato sull’opportunità di continuare a pubblicare il bollettino giornaliero dei contagi. Ieri gli infettivologi Matteo Bassetti e Donato Greco avevano lanciato l’idea di abbandonarlo, o renderlo settimanale, inserendosi nel filone, diffuso anche nel resto d’Europa, di chi dice che occorre cominciare a “normalizzare” la pandemia. Lo ha proposto la Spagna qualche giorno fa, oggi il Belgio ha annunciato che intende interrompere le corsie preferenziali per i pazienti Covid. Negli Stati Uniti, il noto virologo Anthony Fauci ha dichiarato che con il grado di trasmissibilità di Omicron c’è da aspettarsi che il virus “alla fine contagerà tutti”, inclusi i vaccinati che però saranno protetti dalle conseguenze gravi. E ha suggerito che gli Usa potrebbero essere sulla soglia della fine dell’emergenza e dell’inizio della fase di convivenza con il Covid. Ma c’è anche una parte del mondo scientifico contraria a questo allentamento, che giudica troppo repentino. Per esempio Lucia Bisceglia, presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia: “È come rompere il termometro quando abbiamo la febbre. Il monitoraggio dei contagi giornaliero è una guida”. Il bollettino permette di “intercettare sul nascere i segnali di allerta” e quindi a “disegnare previsioni e costruire orizzonti”. Hans Kluge dell’Organizzazione mondiale della Sanità ieri ha messo in guardia i governi dal derubricare troppo in fretta l’emergenza. Ieri invece l’Agenzia europea del farmaco ha criticato la strategia di ripetere continuamente i richiami a breve distanza di tempo. Sono affermazioni che mettono in questione le scelte di molti governi occidentali, primo fra tutti quello di Israele che ha già cominciato a somministrare la quarta dose ai suoi cittadini, ma anche di molti altri Paesi che, come il nostro, hanno previsto un intervallo molto breve tra le dosi e limitato a sei mesi la durata del green pass. Per fare chiarezza sull’argomento, sul Fatto di domani faremo il punto su questo dibattito e metteremo a confronto gli approcci sanitari scelti dai diversi Paesi europei.

COVID, I CASI CRESCONO, LA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI ANCHE. “Non c’è alcun dubbio che siamo in una fase epidemica nuova e densa di molte complessità, dovute in primis all’impatto della variante Omicron che ha provocato la crescita dei casi a livello nazionale e mondiale. C’è un dato con cui dobbiamo fare i conti: il rapporto casi e ospedalizzazioni è radicalmente cambiato in questa stagione grazie all’altissimo tasso di vaccinazione del Paese”. Il ministro della Salute Roberto Speranza, rispondendo a un question time alla Camera oggi, ha riassunto così la situazione della pandemia di Covid in Italia dal punto di vista del governo. Sul fronte ospedaliero, Speranza ha anche ribadito che il 10% dei non vaccinati nel nostro Paese “comporta i due terzi degli ingressi in terapia intensiva e il 50% in area medica”. I nuovi casi riscontrati oggi sono 196.224 (meno di ieri) e i morti 313 (più di ieri). L’Italia è attualmente tra i 5 Paesi del mondo con il numero più alto di nuovi casi in 7 giorni, secondo un report dell’Organizzazione mondiale della sanità. Complessivamente, nel periodo tra il 3 e il 9 gennaio i casi in Europa sono cresciuti del 31% ma i decessi sono scesi, di circa il 10%. Ormai la variante Omicron ha sostituito quasi completamente la Delta. La Germania ha superato 80 mila casi (e 384 decessi). Ma la pressione del virus sugli ospedali crea problemi anche ai malati di altre patologie. Come abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, la pressione del virus sugli ospedali penalizza anche i malati di altre patologie, come quelli oncologici. Sul giornale di domani raccoglieremo le situazioni più critiche sul territorio.

EMERGENZA RISTORI E CARO ENERGIA: IL GOVERNO PER ORA RIMANDA. Mentre la pandemia avanza sul piano sanitario, anche sul piano economico gli effetti di Omicron cominciano a farsi sentire. I settori più colpiti sono ovviamente quelli rivolti alla persona, dal turismo alla ristorazione, ma oggi abbiamo raccontato che anche la grande industria non se la passa molto bene, a causa dei rincari delle materie prime e dell’energia. Tra regole del super green pass, quarantene del personale e timori dei clienti, alcune attività sembrano entrare in un lockdown di fatto. Si moltiplicano gli appelli al governo perché attivi una nuova stagione di ristori. Draghi lo ha promesso nella sua ultima conferenza stampa, ma il decreto non arriverà probabilmente prima della prossima settimana, ha confermato oggi il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che poi ha convocato per la settimana prossima un tavolo con le aziende energetiche (probabilmente per andare nella direzione del contributo straordinario da parte dei distributori). Sul Fatto di domani vedremo cosa potrà contenere e perché gli interventi saranno limitati. Su fronti opposti, la Lega e il Movimento 5 Stelle stanno facendo pressing per i nuovi interventi. Oggi Giuseppe Conte ha chiesto interventi importanti contro il caro bollette e ristori: “si vada subito in Cdm per i ristori: non basteranno pannicelli caldi e cifre modeste, va alzata l’asticella”. Sulle bollette Conte propone di azzerare l’Iva per il 2022 e chiedere un contributo di solidarietà agli operatori.

QUIRINALE, IL “PIANO B” DELLA LEGA NON FA RIMA CON BERLUSCONI. Ci sarebbe stata, fanno sapere fonti di partito, una telefonata tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Il chiarimento tra i due leader sembrava necessario dopo le ultime dichiarazioni del segretario della Lega, che hanno fatto trasparire una certa insofferenza per la candidatura di Berlusconi al Quirinale, che blocca ogni trattativa bipartisan. In una conferenza stampa a Montecitorio Salvini ha esposto la sua ricetta: Draghi deve restare presidente del Consiglio e il nome della Lega per il Colle arriverà “entro 15 giorni”. Salvini comunque tiene aperta anche un’altra porta, infatti ha affermato che il suo partito non intende uscire dal governo neanche se Draghi venisse eletto al Quirinale: “La Lega c’è a prescindere da chi è a Chigi”. Spicca il fatto che Berlusconi non sia minimamente menzionato in questa strategia. Infatti, nel frattempo, il capogruppo leghista Riccardo Molinari diceva in un’intervista che per il partito farebbe bene a studiare un “piano b”. Dove la lettera non è l’iniziale di Berlusconi, però, anzi tutto il contrario. I leader di coalizione, Giorgia Meloni inclusa, si sono dati appuntamento venerdì per un vertice a Villa Grande, la residenza romana del leader di Forza Italia e suo quartier generale per il prossimo mese. Vedremo sul Fatto di domani quali strategie si stanno preparando nel centrodestra. Sul fronte dei giallorosa, nel Pd la discussione sul Quirinale è stata rimandata a sabato, per via della morte di David Sassoli. Ieri dall’assemblea dei deputati 5 Stelle è emersa la volontà un pieno mandato a Giuseppe Conte per trattare con gli altri partiti per il candidato al Quirinale, anche se una frangia di deputati si è schierata per il Mattarella-bis come aveva già fatto il gruppo dei senatori la settimana scorsa. Come abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, il Movimento e il Pd sarebbero orientati a votare scheda bianca ai primi scrutini, ma per i successivi la rosa delle possibilità è ancora molto ampia (si va da Mattarella a Draghi ad Amato). Stasera è prevista la riunione tra i gruppi congiunti 5S di Camera e Senato con il leader Conte, sul giornale vedremo com’è andata. Prosegue anche la nostra campagna contro l’elezione di B. al Quirinale: domani una nuova puntata della storia di B. firmata da Marco Travaglio.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Via libera alla legge sulle lobby. La Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge per regolamentare i gruppi di interesse nel nostro Paese. Il testo è stato pesantemente rimaneggiato in Commissione e ha assunto un assetto “light” rispetto alla versione originale. Il provvedimento passerà ora al Senato.

Indagine sulle nomine delle Procure. La Camera ha negato ai pm l’utilizzo delle intercettazioni di Cosimo Ferri.

BoJo si scusa ma non si dimette. Per quello che ormai è stato battezzato il “party-gate”, il premier britannico ha riconosciuto l’inopportunità alla Camera dei comuni di Londra, ma l’opposizione chiede la sua testa.

Cinema ritrovato. Due ricercatori italiani hanno portato alla luce un archivio inedito di cinema senegalese dove sono presenti anche pezzi importanti di storia italiana.


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