Frasi infelici del presidente Fontana, conflitti d’interesse, ipotesi collusive. Tutto c’è, ma non basta per individuare un reato. Il sistema di potere si intravede ma resiste. Questo il ragionamento della Procura di Milano che ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sull’acquisto di 500mila test sierologici Diasorin da parte della Regione. Indagine per la quale è indagato il virologo Fausto Baldanti, accusato di turbativa. Aprile 2020, piena pandemia, spuntano i test sierologici per rilevare gli anticorpi Covid. Fontana parla di “patente di immunità”. Annuncia all’Ansa che “al San Matteo di Pavia è stato individuato un test molto affidabile”. È quello poi validato dalla multinazionale Diasorin, la quale poco prima di avere la certificazione Ce ottiene dalla Regione l’affidamento milionario. La Procura avvia un’inchiesta e iscrive per turbativa Baldanti che all’epoca, in pieno conflitto d’interessi, ricopre un ruolo nel Comitato scientifico regionale ma risulta coinvolto nella validazione dei test Diasorin come responsabile del laboratorio di virologia del San Matteo. Baldanti, secondo l’ipotesi dei pm, “orientava in modo fraudolento” la scelta della Regione verso Diasorin. L’indagine si arena. I pm sostengono che il requisito della somma urgenza era giustificato dall’emergenza pandemica e regolato da una comunicazione della Commissione europea. E dunque nessun reato. Anche se le frasi del presidente riportate dall’Ansa “vengono oggi intese come poco felici”.
“Non ci fu turbativa”
Test di Diasorin in Lombardia, il pm: “Archiviare”
12 Gennaio 2022