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LA CORSA AL QUIRINALE VALE A B. IL RINVIO DEL PROCESSO, IN DUBBIO IL VERTICE DI DOMANI. Oggi sono arrivate due buone notizie per Berlusconi, ma forse non sono abbastanza. La prima riguarda il processo Ruby-Ter: i suoi avvocati sono riusciti a ottenere il rinvio dell’udienza del 26 gennaio, motivando tra le altre cose il rinvio con il voto per il Colle, e il processo non riprenderà prima del 16 febbraio. L’altra buona notizia riguarda il voto dei grandi elettori positivi (al momento sono circa 35). Infatti la Camera ha approvato l’ordine del giorno del centrodestra (votato anche da Italia Viva e M5S) che impegna l’aula a consentire anche ai contagiati di votare. Ora però servono i regolamenti attuativi, e Montecitorio ha chiesto al governo di intervenire con un decreto. Ma ora restano poco più di 48 ore per predisporre il sistema di voto dei positivi (che comunque non potranno votare a distanza). Si parla di Covid hotel, vedremo quali sono le ipotesi più probabili. Nonostante il colpo di coda di oggi, nel pomeriggio gli alleati diffondono la notizia che il vertice di centrodestra previsto per domani è in forse, probabilmente rimandato al weekend. Lo ha confermato anche Salvini in serata. Di certo c’entrano anche le posizione prese oggi da Giorgia Meloni, che oggi ha riunito il direttivo di Fratelli d’Italia e, pur confermando che è disposta a sostenere Berlusconi, come Salvini l’altro giorno ha chiesto una verifica dei voti del leader di Forza Italia, e poi ha aperto a una trattativa con il centrosinistra per trovare un nome condiviso. Intanto la nostra campagna su Change.org continua a crescere: oggi siamo arrivati oggi a più di 370 mila firme. Domani torna Quirinal Tango, il nostro programma di approfondimento sulla sfida del Quirnale, in streaming sul fattoquotidiano.it e sui nostri social alle 17. Domani l’ospite di Antonio Padellaro sarà Marco Travaglio.
I GIALLOROSA LAVORANO PER LA CONVERGENZA SUL COLLE, MA IL M5S DICE NO A DRAGHI. Tolta la chimera berlusconiana, tutto, insomma, sembra andare in direzione di un nome condiviso tra centrodestra e centrosinistra sul Quirinale. La domanda che si pone è se questo sarà Draghi oppure no. Oggi si è tenuto l’incontro tra i leader di Pd, M5S e Leu. Dal vertice non sono usciti nomi, perché le distanze sono ancora tante tra Enrico Letta, che vorrebbe puntare su Mario Draghi, e i 5 Stelle che invece vorrebbero un candidato alternativo per far rimanere il premier al suo posto. Anzi, a conclusione dell’incontro Conte, Letta e Speranza hanno pubblicato sui loro profili un tweet identico, che (leggendo tra le righe) apre al dialogo con il centrodestra su un nome condiviso e contemporaneamente conferma il veto su Berlusconi. In realtà anche la maggioranza dei parlamentari del Pd (e di Leu) vorrebbe che Draghi restasse a Palazzo Chigi. Questo perché una traslazione sul Colle aumenterebbe le possibilità che la maggioranza si sfaldi e si vada a elezioni anticipate. Nel pomeriggio Conte è andato alla Farnesina per incontrarsi con Luigi Di Maio, probabilmente per allineare la strategia. E nel frattempo Sgarbi il mattatore ha dichiarato che ci sarebbe “una fronda dentro il M5S molto interessante”. Vedremo quali opzioni potranno percorrere i giallorosa a pochi giorni dal primo scrutinio. Sul Fatto di domani prosegue anche la storia di Giuliano Amato firmata da Marco Travaglio.
COVID: LA SCUOLA DI BIANCHI CHE NON C’È E LE MISURE INEFFICACI DEL GOVERNO. Dopo le polemiche dei giorni scorsi tra Patrizio Bianchi e l’associazione dei presidi, il ministero dell’Istruzione ha finalmente rivelato i dati della percentuale della didattica a distanza nelle scuole italiane. Sarebbero soltanto il 6,6% le classi italiane in Dad, e un alunno su 10 starebbe seguendo le lezioni da casa. Ma i numeri sono contestati dai sindacati della scuola. Il dato da considerare, infatti, è che nell’ultima settimana il tasso di ricorso alla Dad è raddoppiato. Un segnale di allerta, come ne vengono molti altri dai territori come la Lombardia, dove il tasso di alunni in isolamento ha avuto un boom. Oggi invece si è tenuto il tavolo tra governo e Regioni per discutere delle proposte di modifica del sistema dei colori e del calcolo delle ospedalizzazioni da Covid. Le decisioni arriveranno nei prossimi giorni. I dati della pandemia anche oggi sono ancora preoccupanti: i nuovi contagi nelle ultime 24 ore sono 192.300, le vittime 380. Il tasso di positività è salito di un punto, al 16,3%. E le misure introdotte dal governo Draghi sembrano aver fallito l’obiettivo di ridurre contagi e morti, come il premier aveva detto nei suoi annunci. Sul Fatto di domani faremo chiarezza su questo tema con un dossier che mette a confronto le intenzioni con cui sono state adottate le norme anti-covid degli ultimi mesi e gli effetti che hanno prodotto sulla pandemia.
CASO GRILLO-MOBY, TONINELLI NEGA LE PRESSIONI. Sul caso Moby è intervenuto il senatore 5S Toninelli, che all’epoca dei fatti contestati a Grillo era ministro dei Trasporti. “Non ho mai aiutato alcun concessionario nella mia attività di ministro né ricevuto pressioni”, ha detto Toninelli, che anzi ha rivendicato di aver dato lo stop al rinnovo delle concessioni alla compagnia di Vincenzo Onorato. L’ex ministro grillino è stato molto netto, ma come abbiamo raccontato sul Fatto di oggi nel Movimento c’è il timore che possano saltare fuori chat compromettenti con l’armatore. Sul Fatto di domani continueremo a occuparci dell’inchiesta che coinvolge il garante e padre fondatore del Movimento 5 Stelle.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Tavares all’attacco. L’ad di Stellantis ha messo in dubbio la costruzione della gigafactory in Molise, e si lamentato dell’imposizione “politica” della transizione all’elettrico.
Omicidio Attanasio. Le autorità del Congo hanno annunciato di aver arrestato i killer dell’ambasciatore, ma per i familiari è una mossa che al momento “non conta nulla”. Vedremo cosa ne pensano gli investigatori italiani che indagano sul caso.
Israele, fulmini su Pegasus. Il malaware spia prodotto dalla famigerata azienda di sicurezza informatica Nso sarebbe stato usato per spiare politici e attivisti oppositori del governo Netanyahu.
Gianni Morandi, eterno ragazzo. La nostra intervista all’icona della canzone italiana che presto sarà sul palco dell’Ariston.
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