Esplicite e molto chiare. Così gli inquirenti definiscono le chat tra l’armatore Vincenzo Onorato e il fondatore dei 5Stelle Beppe Grillo, indagati a Milano per traffico di influenze illecite. In questi messaggi, secondo i pm, Grillo, in cambio di un contratto pagato da Onorato al suo blog, girava ai “suoi” politici i desiderata dell’armatore. Ieri Grillo ai suoi avrebbe spiegato di essere “tranquillo, ma amareggiato per i tempi dell’inchiesta”. I pm vorrebbero interrogarlo a breve.
Tra i destinatari dei messaggi dell’ex comico, si legge negli atti, ci sono anche l’ex ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (oggi all’Agricoltura) e l’allora suo vice Stefano Buffagni, entrambi pentastellati doc. Oltre a loro l’ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Le chat, secondo la Procura, lasciano ben poco all’interpretazione. Ed è anche il motivo per cui la Finanza non ha sequestrato il cellulare di Grillo. A supportare il reato basterebbero quindi le chat estrapolate dagli atti arrivati dall’inchiesta fiorentina sulla fondazione Open di Matteo Renzi.
In totale le catene di chat definite interessanti sono 12. I messaggi singoli sono ben di più. E tutti riguardano, secondo l’accusa, richieste o lamentele di Onorato rispetto a tre dossier spinosi per Mr. Moby. Si tratta, prima di tutto, della convenzione statale con cui Tirrenia riceveva contribuiti pubblici per 72 milioni l’anno per la continuità territoriale con la Sardegna. Nel 2018 l’allora ministro Toninelli voleva farla saltare e metterla a gara. Poi c’è il capitolo degli sgravi fiscali per i marittimi italiani o comunitari e infine la querelle tra Onorato e i commissari di Tirrenia, società acquistata da Moby attraverso Cin (Compagnia italiana di navigazione) oggi debitrice nei confronti dello Stato di 180 milioni. I dossier riguardano due ministeri: i Trasporti (Mit) e lo Sviluppo economico (Mise). Tra il 2018 e il 2020, il secondo è retto dai 5Stelle, con Luigi Di Maio prima e Patuanelli dopo, con lui viceministro Buffagni. Nelle chat in mano alla Procura, come detto, compaiono sia Buffagni sia Patuanelli. Nessun politico citato nelle chat è indagato. La crisi per la galassia Moby inizia nel 2018, anno del contratto con Grillo e con la Casaleggio associati di Davide Casaleggio definito dai pm “figura contigua al M5S, perché all’epoca dei fatti gestiva la piattaforma digitale Rousseau”. In totale i politici a cui Grillo inoltra le richieste di Onorato sono dieci. E tutti, viene spiegato, quando ricevono i messaggi sanno perfettamente che sono richieste arrivate direttamente da Onorato e veicolate dall’amico Grillo. Quelle che riguardano Toninelli fanno riferimento alla polemica del 2018 tra il ministro e lo stesso Onorato proprio sulla proroga della convenzione. Proroga che nel 2019 sarà bocciata anche dall’Antitrust. Lo stesso garante un anno prima aveva sanzionato Moby con 26 milioni per condotta anticoncorrenziale e abuso di posizione dominante in tre rotte di trasporto merci tra la Sardegna e la Penisola.
Nello stesso periodo i bilanci di Moby per il 2018 presentano un drammatico rosso da 62 milioni di euro. Senza contare il debito monster con lo Stato per l’acquisto di Tirrenia già in amministrazione straordinaria. Vi è poi il terzo fronte sugli sgravi fiscali per i marittimi italiani, battaglia che Onorato, in polemica con il concorrente Grimaldi, ha portato avanti e che sembra la base del contratto con la Casaleggio associati, il cui scopo, si legge, è quello “di sensibilizzare l’opinione pubblica alla tematica della limitazione degli sgravi fiscali solo alle navi che imbarcano personale italiano”.