Per la prima volta nella storia repubblicana, nel 2013 un Capo dello Stato viene eletto per un secondo mandato. È Giorgio Napolitano e viene richiamato in partita dopo che il Parlamento ha bruciato due esponenti del Partito democratico, Franco Marini e Romano Prodi, affossati dai dissidi tra le correnti della loro stessa formazione politica.
Nel 1992 si apre una voragine sotto i piedi dei partiti: il sistema di potere è messo in crisi da Mani Pulite e dalla guerra aperta da Cosa nostra contro lo Stato. Molti pensavano che il prossimo Capo dello Stato sarebbe stato il democristiano Arnaldo Forlani, nome frutto dell’accordo tra Dc e Psi. Ma al momento della verifica in Parlamento Forlani sconta la rivalità con Andreotti e si ferma a un passo dalla maggioranza. A mettere fine allo stallo arriva l’attentato di Capaci al giudice Falcone.
Il 1978 è l’anno nero della Repubblica. Il 9 maggio il corpo del presidente del Consiglio Aldo Moro viene ritrovato a Roma dopo il rapimento in via Fani da parte delle Brigate Rosse e un sequestro durato 55 giorni. Il 15 giugno si dimette il Presidente della Repubblica Giovanni Leone e bisogna eleggere il settimo presidente della Repubblica. I “papabili” sono tanti ma serve un simbolo. Dopo una dozzina di fumate nere, a sorpresa esce il nome di Sandro Pertini.
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Ricerche e testi: Riccardo Antoniucci
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