Se pensate che il balletto del Quirinale restituisca un’immagine triste del Paese, non avete visto le grandi partite industriali e finanziarie in atto.
Il capitalismo italiano vive di déjà vu. Non è che manchino le idee, è che sono sempre le stesse e orbitano intorno alla stessa danza del potere. Oggi la madre di tutte le battaglie è quella delle Generali, cioè la mucca da mungere contesa da decenni da lorsignori. Nessuno sa perché Franco Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, al tramonto della vita, abbiano deciso di prendersi il colosso assicurativo. Loro non lo dicono e il sospetto è che la risposta sia: il potere.
Altro che “distruzione creatrice”, l’imprenditore shumpeteriano, per così dire, è una figura aliena per il nostro mondo, un capitalismo di prenditori di potere più che di profitti. Il balletto va avanti da così tanto tempo che le imprese coinvolte hanno smesso di avere una loro dimensione autonoma: sono i manager e gli azionisti che ne condizionano i destini in attesa dei successori. Tim, come sempre, è stata scossa da una guerra costata il posto a Luigi Gubitosi, cacciato dai grandi azionisti, Vivendi e la Cassa depositi e prestiti. L’idea oggi è scinderla in due separando la rete dai servizi, cioè il “piano Rovati” scartato 15 anni fa e ri-scartato ogni 2-3 anni da allora perché disturbava gli azionisti del momento e i loro manager.
Nel frattempo un gioiello industriale è morto: un tempo la Sip era la Sip, a prescindere da chi la guidava, oggi abbiamo la Tim di Gubitosi, di Amos Genish, di Pietro Labriola e via dicendo. E fra poco nemmeno quello. Anche Alitalia è morta. Passati 5 anni a dire che la salvava, la politica ha fatto l’unica cosa che gli riesce di fare da 15 anni: farne nascere una versione talmente ridotta da non stare in piedi, solo che ora si chiama Ita, una “start up”, come l’ha definita il suo padre-padrone del momento, Alfredo Altavilla. Una “start up” dell’aviazione, nel 2021.
Ilva è alle prese con le stesse fanfare degli ultimi 10 anni, il presidente Franco Bernabè colleziona interviste mentre la sua forza industriale muore, se non ha fatto la fine di Alitalia è solo perché la fabbrica è imponente. Autostrade passerà dai Benetton alla Cdp con la solita concessione di favore per spremere gli utenti. Esiste un’immagine più nitida della palude italiana?