Contrariamente a quanto potrebbe desumersi da nostri precedenti articoli, noi siamo assolutamente favorevoli alla candidatura di Maria Elisabetta Casellati Alberti, e non solo per gli altissimi meriti menzionati ieri dal Corriere con un eccesso di minimalismo: “Il papà partigiano, il figlio direttore d’orchestra, la sintonia con Ghedini”. Fosse soltanto questo. Principessa del foro di scuola Ruby (marocchina) nipote di Mubarak (egiziano). Statista super partes presente alla gazzarra dei parlamentari forzisti al Tribunale di Milano che osava processare il capo, poi apparsa in aula di nero vestita quando quello fu condannato ed espulso dal Senato in segno di “lutto per la democrazia” contro il “plotone di esecuzione”. Donna delle istituzioni fin dai tempi del Csm e delle nomine targate Palamara & C. Presidente del Senato imparziale, molto critica su Conte che faceva Dpcm fuori dal Parlamento e molto distratta su Draghi che lo calpesta coi decreti. Pluridecorata con vitalizio extralarge che ingloba anche il periodo del Csm in barba ai regolamenti parlamentari e, per par condicio, fautrice della restituzione degli assegni a senatori ed ex senatori, pregiudicati e non. Cultrice di ogni mezzo di trasporto purché blu, dall’auto (memorabile lo speronamento del corteo di Mattarella) all’aereo (124 voli di Stato in 11 mesi, anche in Sardegna ad agosto, “per evitare il Covid”).
Madre esemplare che, nelle cause ai giornalisti rei di narrare le sue gesta, si autoritrae “notissimo avvocato matrimonialista che ha sempre condotto grandi battaglie a tutela delle donne e dei minori e in generale a sostegno della famiglia”, soprattutto la sua. Nel 2005, sottosegretaria alla Salute, assunse la figlia Ludovica come capo-segreteria, essendo la ragazza dedita “per ragioni familiari al cicloturismo” e “punto di riferimento per il mondo a due ruote nota nel web come Ladybici”. Quanto al figlio Alvise, “violinista, manager e direttore d’orchestra”, è “considerato uno dei talenti emergenti degli ultimi anni”, almeno da mammà, che ne segue i concerti in giro per il mondo, anche in Colombia e Azerbaijan, dove ha la fortuna di avere sempre missioni istituzionali simultanee. Purtroppo il tour s’interruppe a causa del Fatto, che svelandolo la “colpì nei suoi affetti più cari”, la “turbò”, la “avvilì” e la indusse “a rinunziare spiacevolmente e ingiustamente alla propria presenza ai concerti”. Povera stella. Poi la sua amica Ada Urbani, consigliera del Festival dei Due Mondi, ingaggiò Alvise (per dirigere il coro di S. Cecilia) e Ludovica (testimonial della Spoleto Norcia Mtb) riunendo la sacra famiglia in quel di Spoleto. Quindi poche balle: eleggetela subito presidente dell’Associazione Marchese Onofrio del Grillo.