Non ci sono solo i soldi provenienti dall’Arabia Saudita. Ad alimentare il conto di Matteo Renzi c’è anche una società cinese per la quale il leader di Italia Viva ha svolto conferenze. Si tratta della Matai’ao, che per questo ha pagato l’ex premier per alcuni mesi la somma di poco più di 8 mila euro. Non è la prima volta che Renzi va in Cina per alcuni speech, ma stavolta la società cinese è citata in una segnalazione per operazioni sospette (Sos) dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, che sarebbe scattata però per altre ragioni, ossia un “girofondo” tra due rapporti bancari entrambi di Matteo Renzi.
Ecco il video promozionale delle partecipazioni dell’ex premier.
La Sos è stata ieri rivelata dal Corriere e da La Stampa. E così i compensi del senatore tornano al centro delle polemiche, come era già successo a novembre scorso quando Il Fatto ha rivelato che tra gli allegati degli atti dell’indagine fiorentina sulla Fondazione Open (Renzi è indagato, con altri, per concorso in finanziamento illecito) era stato “accluso” anche l’estratto dal giugno 2018 al marzo 2020 del conto corrente di Renzi aperto alla Bnl del Senato. Oggi come allora, le consulenze del senatore non sono oggetto di indagine.
Secondo i conti della Finanza, comunque, nel periodo 2018-2020 sul conto di Renzi erano stati accreditati bonifici per circa 2,6 milioni di euro in totale, la maggior parte compensi per speech. Tra questi ad esempio c’erano i denari sauditi, sempre per le conferenze: 43.800 euro dal ministero della finanza dell’Arabia Saudita e poi altri 39.930 euro dal “Saudi commission for tourism”.
Nel 2020 le finanze di Renzi subiscono una frenata, con il suo reddito che si assesta a 517 mila e 319 euro (189 mila e 885 euro invece le imposte pagate). Cifre dimezzate rispetto al 2019 quando il reddito del senatore ammontava a 1 milione e 92 mila euro. Se con il Covid molte conferenze sono saltate, nel 2021 Renzi ha ripreso la sua attività di speaker.
Il “girofondo”. Alcuni dei suoi guadagni si possono ricostruire dalla Sos rivelata ieri dai quotidiani. Gli esperti di Bankitalia rilevano la seguente operatività su un conto del senatore: “In data 13 dicembre 2021 – è la Sos riportata dal Corriere –, un bonifico in accredito di un milione e 100 mila euro dal cliente stesso con causale “girofondi”. “Relativamente a quanto rilevato, – continua la segnalazione riportata dal quotidiano – il cliente ha dichiarato al nostro consulente finanziario di riferimento che l’origine dei fondi sarebbe riferibile a delle prestazioni fornite, in qualità di consulente, all’Arabia Saudita, finalizzate a sostenere la nascita di una città green, a scopo turistico, negli Emirati Arabi”.
Soldi sauditi. Gli analisti dell’Uif ricostruiscono l’origine di alcuni bonifici. Ci sono “66.090” dal “Founder Future Inv Initiative Est”. Era già nota la partecipazione di Renzi nel board della Fondazione saudita creata nel 2020 per decreto di Re Salman. Per questo ruolo, Renzi percepiva 80 mila dollari all’anno. Nel 2021, secondo la Sos, a Renzi arrivano altri 570mila euro dalla “Royal Commission For Alula”. Era stato Arab news a presentare l’ex premier come “membro del Cda della Commissione reale per AlUla”.
La società cinese. Nella Sos poi vengono citati “bonifici ripetitivi in accredito di 8.333 dalla Mataio International Pubblic”. Secondo quanto ricostruito dal Fatto, si tratta di una società cinese che ha pagato Renzi, a fronte di conferenze, per “circa tre mesi”, spiegano fonti vicine al senatore. Che aggiungono come a questa società Renzi sarebbe arrivato tramite la Celebrity Speakers Ltd, agenzia internazionale che promuove relatori famosi per le conferenze. La Matai’ao avrebbe organizzato anche una conferenza di settembre 2019. Renzi il 21 settembre 2019 aveva pubblicato, senza specificare il nome della società, una foto su Instagra: c’erano lui e l’ex primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, entrambi vestiti di rosso. “Con il mio amico ed ex collega Mariano Rajoy, (…) pronti per un convegno su Economia e Ambiente a Pechino. Non male le giacche vero?”, scriveva. Ieri l’ex premier ha ribadito che le “attività professionali (…) sono lecite, trasparenti” e “perfettamente legali”. Per Renzi è “illegale la pubblicazione di questo materiale che esce scientificamente da uffici pubblici e (…) in redazioni diverse (…) con l’unico obiettivo di attaccare mediaticamente”.