La legge incentrata sull’agricoltura biologica rappresenta senza dubbio uno strumento di fondamentale importanza per tutta l’agricoltura italiana che aspettiamo da 13 anni e che darebbe una spinta significativa verso l’agroecologia, riducendo fortemente l’utilizzo della chimica di sintesi, rispettando la biodiversità e garantendo cibo sano per i consumatori. La proposta di legge prevede infatti la realizzazione di un marchio del biologico made in Italy con la conseguente valorizzazione e caratterizzazione di tutti i prodotti biologici italiani, pianifica la realizzazione dei biodistretti, dando anche un impulso molto significativo alla ricerca e all’innovazione in campo agroecologico. Prevede inoltre un piano nazionale di azione sull’agricoltura biologica quanto mai necessario nel nostro Paese per poter puntare a passare, come previsto del resto anche dal Piano Strategico Nazionale per la PAC post 2022, dall’attuale 16% al 25% della superficie certificata in biologico entro il 2027 e al 30% entro il 2030. Ma il nostro auspicio è ancora più ambizioso: giungere al 40% di SAU biologica entro il 2030. Una legge, insomma, che ha tutti gli elementi per rendere il made in Italy capace cogliere la sfida del Green Deal e della crisi climatica in corso, e più competitivo economicamente. Non dimentichiamo che l’Italia è già leader in Europa del settore, con due milioni di ettari coltivati, oltre 3 miliardi di fatturato e 72 mila produttori agricoli coinvolti.
La votazione dell’8 febbraio alla Camera dei Deputati, invece di dare l’approvazione definitiva al provvedimento strategico per rilanciare l’agricoltura biologica nel nostro Paese, ha segnato una battuta di arresto del percorso legislativo (che adesso deve ripassare per l’ennesima volta al Senato), attraverso l’approvazione di un emendamento che ha eliminato l’equiparazione dell’agricoltura biologica a quella biodinamica togliendo il termine biodinamico dal comma 3 dell’articolo 1.
È utile ricordare che in questi mesi ci sono stati una serie di attacchi, da più parti, nei confronti dell’agricoltura biodinamica, sostanzialmente perché accusata di essere priva di attendibilità scientifica. A tal proposito ci tengo a evidenziare con forza che il biodinamico nel nostro Paese prevede il pieno rispetto dei disciplinari e dei regolamenti dell’agricoltura biologica e i preparati biodinamici sono commercializzati e autorizzati per il loro utilizzo in ambito agricolo dai regolamenti Ue e dai decreti ministeriali in vigore nel nostro Paese. Inoltre, è altrettanto importante sottolineare che ci sono molte aziende biodinamiche nel nostro Paese che rappresentano dei veri e propri esempi virtuosi di sostenibilità ambientale: accrescono fortemente la fertilità del suolo, coltivano prodotti sani e senza impatti sugli ecosistemi, garantiscono la tutela della biodiversità. E tutto questo rappresenta la migliore risposta alle critiche infondate che vengono poste all’agricoltura biodinamica!
A questo punto è fondamentale che il testo della legge sull’agricoltura biologica venga approvato al più presto al Senato senza ulteriori modifiche e indugi, ultimando in via definitiva l’iter parlamentare nelle prossime settimane. Siamo convinti, infatti, che questo provvedimento legislativo rappresenterà uno strumento strategico e determinante per applicare concretamente i principi del Green Deal e delle strategie europee farm to fork e biodiversità, drenando al tempo stesso risorse e finanziamenti verso l’agroecologia. Una sfida epocale e di civiltà che aspettiamo da molto tempo e che non possiamo assolutamente perdere, uno degli obiettivi principali per rispondere ai consumatori che chiedono sempre di più cibo sano e per contribuire con efficacia alla transizione ecologica di tutto il sistema agroalimentare.