KIEV SI PREPARA ALLA BATTAGLIA DECISIVA. La terza giornata di combattimenti in Ucraina inizia con il “risveglio” di Kiev dopo una notte di guerriglia: la città ha resistito all’attacco russo, con il presidente Zelensky alla guida della resistenza. Presidente che ha respinto l’ipotesi di una fuga negli Usa e che invece ha chiesto armi all’Occidente per respingere il nemico. Ora la Capitale è in attesa di una nuova incursione e si prepara con le barricate in strada per la battaglia che potrebbe essere decisiva. Anche nel resto del Pese si continua a combattere. L’Ucraina afferma di aver ucciso 3500 soldati nemici e 200 sarebbero stati catturati, mentre i raid russi avrebbero ucciso 198 persone tra cui tre bambini. Dall’altra parte del fronte, Mosca sostiene di aver centrato nella notte 821 obiettivi militari, tra piste di atterraggio, radar e sistemi di difesa antiaerea. Inquietante è il messaggio lanciato dal Parlamento ucraino, secondo cui “nella regione di Sumy gli aerei russi disperdono giocattoli per bambini, telefoni cellulari e oggetti di valore pieni di esplosivo”, una pratica che ricorda il primo conflitto in Afghanistan. Sempre dal fronte oggi gli hacker hanno attaccato i siti istituzionali russi: il portale del Cremlino è stato preso d’assalto da Anonymous che ha rivendicato l’operazione. Sul giornale di domani seguiremo il corso degli eventi con i nostri inviati in Ucraina.
SANZIONI, IL VORREI MA NON POSSO DELL’EUROPA. Sul fronte diplomatico nessuno passo avanti. Saltato l’incontro tra il presidente russo e quello ucraino, Putin ha dato l’ordine di riprendere l’avanzata militare “a tutto campo” e ha minacciato anche Finlandia e Svezia: “Conseguenze militari se entrano nella Nato”. Una minaccia sinistra che fa il paio con la dichiarazione del segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, secondo cui “gli obiettivi del Cremlino non sono limitati all’Ucraina”. Qualcosa si muove invece sull’altro fronte di guerra, quello delle sanzioni. Dopo il botta e risposta a distanza di ieri (sul Fatto di domani leggerete una ricostruzione dell’accaduto che imbarazza Palazzo Chigi), il presidente Zelensky ha incassato l’impegno di Draghi. Il premier italiano in un colloquio telefonico ha assicurato “che l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Europa sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito Swift”, ossia il codice necessario per tutte le operazioni di trasferimento di denaro a livello internazionale. Linea seguita anche dal britannico Boris Johnson, da Ungheria, Cipro e Polonia. Mancano però all’appello pedine importanti della scacchiera europea, anche perchè a parole si dicono tutti favorevoli, poi quando si tratta di votare le misure da prendere l’unica vera arma in mano all’occidente scompare dal tavolo. E secondo i media ucraini, proprio la Germania starebbe bloccando lo Swift, anche se in serata ha annunciato di aver inviato armi a Kiev. Sul giornale di domani vedremo anche chi sono i russi in Italia e a quali interessi economici sono legati.
L’ALTRA ITALIA, QUELLA PACIFISTA, IN PIAZZA. Mentre le manifestazioni contro l’invasione ucraina a Mosca sono finite con migliaia di arresti, l’Italia pacifica oggi è scesa in piazza in molte città, da Torino a Taranto, per dire “no alla guerra”. Iniziativa dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. L’Ue “affronti le questioni alla base del conflitto”, ha detto Maurizio Landini a Roma. Sul giornale di domani parleremo della crisi ucraina con il fondatore della comunità di sant’Egidio, lo storico Andrea Riccardi. E questo Mentre l’Unhcr parla di “150 mila persone già fuggite dall’Ucraina”. Intanto prosegue la raccolta fondi della Fondazione del Fatto per aiutare i bimbi malati di Kiev.
RENZI FA IL BULLO (DOPO LA SBERLA DELLA PROCURA DI GENOVA). Mentre il mondo segue la guerra in Ucraina, Italia Viva si riunisce in assemblea nazionale. E lo fa il giorno dopo che il suo leader, Matteo Renzi, ha ricevuto l’ennesima sberla dalla Procura di Genova, che ha archiviato in quattro e quattr’otto la sua denuncia contro i magistrati che stanno indagando sulla fondazione Open. E anche in assemblea Renzi ha continuato la sua solita solfa: prima ha chiesto soldi per le imprese (“10,8 miliardi per le nostre aziende, che stanno pagando il prezzo della guerra”). Poi ha parlato del ricatto del suo partito: “Abbiamo il 4% ma col 4 per cento in Parlamento li abbiamo già fatti ballare tre o quattro volte al ritmo delle nostre percussioni”, ha detto senza contare che tutti i sondaggi danno Italia Viva al 2%. per finire con uno dei suoi cavalli di battaglia: ossia che lavora al “grande centro” e chiede a Letta da che parte vuole stare.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
I due Vladi. Il nostro Pino Corrias ci regala due ritratti, uno del presidente Putin, l’altro del rivale ucraino, Zelensky.
Pandemia e dintorni. Vedremo cosa succede dopo la decisione del tar sugli stipendi dei poliziotti No vax, con un’intervista ad un esperto. Oggi i contagi sono stati 38.375, i morti 210.
Secondo Tempo. L’intervista all’attore e comico Francesco Paolantoni.