Ascolta il podcast del Fatto di domani
UCRAINA, PARTE LA TRATTATIVA MA PUTIN VUOLE ANCORA SMILITARIZZARE KIEV. Quinto giorno di guerra a Kiev e primo giorno di negoziati a Gomel. Nella città della Bielorussia vicina al confine si sono incontrate le delegazioni di alto livello russa e ucraina. I colloqui sono andati avanti per più di cinque ore. Gli inviati di Kiev hanno chiesto il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe. Mosca ha messo sul piatto il riconoscimento della Crimea come parte della Federazione russa e la smilitarizzazione dell’Ucraina come base per ogni accordo. Putin ha esposto le condizioni anche al presidente francese Macron, sentito al telefono e, dopo l’allerta nucleare annunciata questo weekend, oggi ha chiuso lo spazio aereo a 36 Paesi tra cui l’Italia. Le parti si rivedranno nei prossimi giorni in un altro luogo: al confine tra Polonia e Bielorussia. Si è fatta notare la presenza di Roman Abramovich, il miliardario russo ex patron del Chelsea, invitato al tavolo su richiesta della delegazione ucraina. Nel frattempo, sul campo gli eserciti hanno continuato a fronteggiarsi: pesanti bombardamenti hanno colpito Kharkiv, la seconda città del Paese, mentre in serata i missili sono tornati a piovere sulla capitale, circondata dai russi, dove si sono registrati anche grossi combattimenti. Il media britannico Times scrive che circa 400 paramilitari russi della temuta brigata Wagner sarebbero sulle tracce di Zelensky con il compito di eliminarlo. Sul Fatto di domani seguiremo gli sviluppi della guerra con i nostri inviati e analizzeremo l’impatto di questa prima giornata di negoziati e i rapporti di forza in campo con il giornalista investigativo indipendente russo Andrej Soldatov, specialista di intelligence. Su Fq Extra abbiamo pubblicato una audiocronaca della giornata.
ZELENSKY CHIEDE DI ENTRARE NELL’UE. LE SANZIONI AFFOSSANO IL RUBLO. A negoziati ancora in corso il presidente ucraino Zelensky ha firmato una richiesta formale di ingresso nell’Unione europea. È una decisione delicata, perché cambierebbe inevitabilmente la posizione dell’Europa nella guerra. Per questo Bruxelles ha frenato: l’adesione non è in agenda, ha detto l’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, ma non è neanche del tutto esclusa. L’Ue darà una risposta nei tempi (lunghi) stabiliti, ma ora la priorità è fermare l’invasione. Oggi si sono visti i primi effetti dell’inasprimento delle sanzioni occidentali. Non è ancora arrivata l’esclusione delle banche dal sistema Swift, ma già l’annuncio del congelamento degli asset esteri della Banca centrale russa da parte di Stati Uniti e Ue ha fatto crollare il valore del rublo del 30%. Per compensare la svalutazione Mosca ha dovuto alzare i tassi a un livello record: la presidente della banca centrale Elvira Nabiullina ha ammesso che le sanzioni hanno cambiato “drammaticamente” le condizioni economiche del Paese e che serviranno interventi pesanti per mantenere la stabilità finanziaria. La Borsa di Mosca oggi non ha aperto, ma sul listino di Londra alcuni titoli dei colossi russi sono stati falcidiati. Sberbank, la più grande banca colpita dalle sanzioni, ha perso il 68%, i colossi dell’energia Gazprom, Lukoil e Rosneft tra il 30% e il 50%. Rompendo la sua tradizionale neutralità, la Svizzera si è allineata alle sanzioni, mentre gli Usa hanno detto che colpiranno anche il fondo sovrano Rdif, veicolo di raccolta di capitali esteri per Mosca. Washington però ha anche rilevato che la Banca centrale russa sta lavorando per aggirare la tagliola spostando i suoi asset in paradisi fiscali. Ma non solo di finanza sono fatte le ritorsioni: la Russia è stata esclusa dai Mondiali di calcio e Fifa e Uefa hanno bandito il Paese dalle competizioni internazionali. Sul Fatto di domani tracceremo una mappa delle risorse della Russia all’estero e vedremo in che modo le sanzioni potranno essere efficaci nel bloccarli. Continuano anche le proteste contro la guerra in Russia, dove in 24 ore sono stati contati circa 6 mila arresti.
IN ITALIA, VIA ALL’INVIO DI ARMI E AL RAZIONAMENTO GAS. Poche ore fa il Consiglio dei ministri ha varato il decreto che sblocca l’invio di aiuti anche militari all’Ucraina. Si parla di mezzi, equipaggiamenti militari e razzi, analogamente a quanto faranno gli altri membri dell’Unione. Vengono anche stanziati 10 milioni di euro per interventi di soccorso e assistenza alla popolazione, l’incremento di posti nei centri per l’accoglienza dei profughi e un fondo per facilitare l’arrivo di studenti e docenti dall’Ucraina. Il pacchetto include anche le norme per diversificare le fonti energetiche dell’Italia, questa la definizione ufficiale che di fatto preannuncia la possibilità di riaprire le centrali a carbone sul territorio nazionale, se necessario. È previsto anche il razionamento del gas utilizzato “dalle centrali elettriche” e “nel settore termoelettrico”, su cui deciderà il Ministero della transizione ecologica. Sul giornale di domani vedremo nel dettaglio le misure adottate.
COVID, ARRIVA NOVAVAX. LE DECISIONI DEL TAR E L’OBBLIGO VACCINALE. La lotta al virus è passata inevitabilmente in secondo piano, ma le forze politiche continuano a premere per ulteriori allentamenti alle restrizioni, a fronte di una situazione epidemiologica in obiettivo miglioramento. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono stati 17.981, 207 i morti . Sempre oggi sono partite le prime somministrazioni del vaccino Novavax, le cui prime forniture sono arrivate sabato. Da domani sarà operativo in tutte le Regioni. Sul Fatto di domani torneremo sul tema dell’obbligo vaccinale e valuteremo la portata delle recenti pronunce del Tar sui ricorsi degli agenti sospesi dal servizio e dallo stipendio con il professore di diritto civile Giuliano Scarselli.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Salvini e l’eredità di Russia Unita. La Lega fa i conti con i legami stretti in passato con il partito di Putin.
5 Stelle, a che punto è il ricorso. Nel Movimento si continua a discutere sulla procedura per il voto di conferma dell’attuale assetto dei 5 Stelle, mentre la decisione del giudice di Napoli sul ricorso presentato dagli attivisti è attesa a giorni.
Un tour da maestro. Venditti e De Gregori torneranno insieme in giro per gli stadi d’Italia.
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it