Giovedì prossimo, alle 18, presso l’Auditorium del ministero della Transizione ecologica (MiTE), in Via Cristoforo Colombo 44 a Roma, si terrà un incontro aperto al pubblico e alla stampa tra il ministro Roberto Cingolani e alcuni rappresentanti di Ultima Generazione, la campagna di disobbedienza civile nonviolenta di Extinction Rebellion (XR) nata con l’obiettivo di istituire in Italia un’Assemblea Cittadina deliberativa sulla crisi eco-climatica entro il 2022. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming e si concentrerà su tre domande poste dalla campagna:
- Siamo l’ultima generazione di cittadini che può agire per evitare il collasso eco-climatico?
- Qual è la reale entità della crisi in Italia? Lo Stato sta facendo davvero tutto il possibile per affrontarla?
- Misure democratiche per affrontare la crisi climatica e ecologica in Italia. Le istituzioni politico-governative sono in stallo, in tutto il mondo. I tempi sono maturi per introdurre metodi deliberativi realmente democratici ed efficaci come le Assemblee Cittadine, già accolti in Paesi come la Francia, la Spagna, la Svizzera.
Il ministro risponderà alle domande del pubblico, durante i 60 minuti di confronto
Dopo due mesi di disobbedienza civile nonviolenta da parte delle attiviste e degli attivisti di Extinction Rebellion, ore passate in questura e 11 giorni di sciopero della fame, si raggiunge un obiettivo importante per il movimento e un’occasione per tutte e tutti in Italia: raccontare la verità sulla crisi climatica e ecologica in atto. La gravità della crisi impone cambiamenti strutturali al nostro sistema politico, economico e sociale, che devono essere frutto di decisioni collettive e partecipate per aderire sinceramente ai principi ineludibili di giustizia sociale e giustizia climatica e ecologica. In tal senso l’incontro rappresenta anche un momento in cui condividere con un pubblico ampio la terza richiesta di XR: le assemblee cittadine.
L’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), frutto del lavoro di più di settemila scienziati, verificato e approvato dai rappresentanti dei governi, evidenzia che “le temperature superficiali globali continueranno ad aumentare almeno fino a metà secolo qualunque sia lo scenario di emissioni considerato”. Le promesse di contenimento dell’aumento delle temperature al di sotto degli 1,5°C sono oramai prive di significato. Eppure, i governi e i centri di potere di tutto il mondo stanno ancora affrontando la crisi eco-climatica come se fosse un problema a lungo termine. Se questa immobilità si trascina, è anche perché la cittadinanza che legittima questi centri di potere non è compiutamente messa al corrente dei pericoli che comporta. La crisi non è negata dagli apparati politico-mediatici ma viene trattata come un’appendice, presentata genericamente come “maltempo” o al massimo “riscaldamento globale”. Mentre la scienza non lascia spazio a interpretazioni: quella in corso è la crisi più grande mai vissuta dall’umanità, che in un’escalation irrefrenabile comporterà sempre più fame, sete, migrazioni, carestie, siccità, allagamenti, guerre… oltre ai danni a cose e persone causati dai fenomeni climatici intensificati nella frequenza e nella portata. L’incontro di mercoledì è quindi una prima occasione importante di confronto fra cittadinanza e istituzioni in cui rendere pubblici piani e intenzioni governative per affrontare la crisi eco-climatica.
L’incontro è anche l’occasione per parlare di una trasformazione ecologica, coerente e rispettosa sia dell’ambiente che delle persone. La transizione è un concetto monco, inficiato nell’etimologia, troppo lento e pericoloso rispetto allo stato attuale delle condizioni del Pianeta. La transizione offre alla classe politica l’occasione, suggellata, per continuare a usare gas e nucleare come il ministro Cingolani ci ha appena confermato attraverso il decreto sulle trivelle in Italia. La madre terra invece grida il bisogno di una trasformazione che è concetto ben diverso e ben più radicale. Alla madre terra non interessa preservare lo status quo.
La classe politica non può essere lasciata sola in questo processo di trasformazione perché non avrebbe né la forza (verso le forze economico-finanziarie) né il coraggio. Per questo urge un’alleanza con le cittadine e i cittadini per salvare sé stessi e il Pianeta dalla crisi più grande che l’umanità abbia mai affrontato. L’incontro rappresenta una prima importante occasione affinché le persone, partecipando in presenza o da remoto, manifestino la volontà chiara e netta di cambiamento sistemico dell’attuale assetto politico-economico-governativo.