L'appello

Tutela e affido dei bambini, una legge per ricominciare ad ascoltarli

Obiettivo comune - Telefono Rosa si batte da sempre perché l’uomo violento faccia un percorso serio e mirato di rieducazione e perché gli operatori siano formati. Adesso un testo presentato in parlamento va in questa direzione

Di Alessandra Balla e Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, Telefono Rosa
2 Marzo 2022

Ascoltare significa udire con attenzione.

Ma come accade spesso non diamo peso al significato delle parole né a quello che rappresentano. Così noi adulti ci siamo dimenticati di ascoltare i bambini e le bambine, li trattiamo come fantasmi incapaci di esprimersi e scegliamo e parliamo per loro.

Nella delega al governo per la riforma dei procedimenti per la tutela e l’affidamento dei minori, presentata il 18 febbraio 2022 dai deputati Ascari, D’Orso, Faro, Nappi, Cancelleri, Corneli, Ferraresi e Mariani, l’ascolto è uno dei punti focali, un obiettivo di merito e di metodo. L’ascolto è fondamentale, per questo l’operatore deve essere formato e predisposto sia all’ascolto della famiglia che del minore. L’ascolto, come sosteniamo da sempre, deve essere il punto centrale dell’istruttoria e, ancor prima, il punto centrale dell’intervento di assistenza e per questo riteniamo che debba essere condotto con competenza, mediante l’applicazione delle linee scientificamente condivise a livello internazionale. Tale obiettivo, proposto dalla legge in fatto di tutela dei minori, è un dato fondamentale ed essenziale. Dobbiamo sapere cosa i bambini e le bambine chiedono, non possiamo esimerci da un tale impegno. La nostra società è stata spesso scossa da casi e scandali e oggi questa proposta di legge ci sembra un passo importante, il problema è stato davvero preso di petto. In fatto di tutela dei minori avevamo bisogno di un contributo concreto che fissi obiettivi chiari, coinvolgendo non solo gli addetti ai lavori ma chi subisce sulla propria pelle, e tra questi ovviamente minori e famiglie, la distorsione del sistema.

Due punti di tale proposta di legge ci sembrano essenziali e risolutivi rispetto alla problematica trattata. Li riportiamo di seguito: “Prevedere che il soggetto condannato per i reati di cui agli articoli 572 e 612-bis del codice penale possa frequentare i figli minori solo previa effettiva partecipazione ad attività di rieducazione presso un centro per persone maltrattanti nonché previa valutazione positiva sui risultati ottenuti al termine del percorso di rieducazione”. Il Telefono Rosa da sempre si batte affinché l’uomo violento faccia un percorso serio e mirato di rieducazione: questo implica non solo un controllo sulle strutture che si occupano di uomini maltrattanti, ma anche una regolamentazione delle normative di questi centri. Il percorso, affinché risulti efficace, deve essere strutturato e reale.

Abbiamo assistito troppe volte a riabilitazioni fasulle utilizzate come escamotage in ambito giudiziario. Solo così possiamo proteggere i minori. A questo si aggiunge l’abolizione della vittimizzazione secondaria nei confronti delle donne, che denunciano un caso di violenza domestica. Le donne, come retaggio culturale maschilista e patriarcale, sono trattate come bugiarde e accusate di strumentalizzare i figli e/o le figlie nei processi. È necessario pertanto che i giudici, le CTU e gli assistenti sociali siano scevri da qualsiasi pregiudizio e stereotipo, professionisti al di sopra delle parti, capaci di ascoltare e registrare il volere del minore e sensibili a tali tematiche. Un intreccio di interessi finanziari è alla base di tanti provvedimenti iniqui che non perseguono l’obiettivo di aiutare i bambini e le bambine a superare un momento tanto doloroso. Interessante è anche il fattore trasparenza, ben citato nella proposta di legge. Il nostro obiettivo è rispettare i bambini e la bambine, annullando quindi traumatici allontanamenti famigliari spesso dovuti a casi di disagio economico.

Soprattutto oggi, in un momento storico così difficile, sia da un punto di vista sociale che economico, l’attenzione e il rigore devono essere una costante per la tutela del minore. Purtroppo il nostro Paese è andato incontro a sanzioni delle autorità europee e questo deve essere un campanello di allarme e una spinta a monitorare il sistema, che troppo spesso crea profondi traumi. Questa proposta di legge è quello che stavamo aspettando e finalmente tiriamo un sospiro di sollievo, dopo tante battaglie. Dobbiamo ringraziare l’onorevole Stefania Ascari per il duro lavoro durato due anni e la passione che la contraddistingue. Siamo fiduciose che qualcosa stia cambiando e chiediamo che questa proposta venga assolutamente approvata.

Per ultimo, ma non per importanza, è fondamentale sottolineare quando la formazione degli operatori sia imprescindibile. Tutti, giudici, assistenti sociali, psicologi e CTU devono essere formati con percorsi specifici e abilitanti. Non si può non essere preparati in materie tanto delicate. Un solo errore o una disattenzione mette a rischio minori e intere famiglie. Anche le strutture ospitanti devono essere controllare ed organizzate in modo da aiutare veramente i bambini e le bambine. Dobbiamo inoltre avere il coraggio di riformare alla base il sistema, partendo proprio dai tribunali. Torniamo ad ascoltare, torniamo a comprendere e imparare dai nostri errori.

Lavoriamo insieme per un unico obiettivo, tutelare bambini e bambine.

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