UCRAINA: LA TREGUA NON REGGE, L’INVASIONE PROSEGUE. È stato subito violato il cessate il fuoco annunciato dai russi, tra le 11 e le 16 di oggi, che doveva consentire i corridoi umanitari dalle città di Mariupol e Volnovakha. Circa 200 mila cittadini erano pronti a fuggire dalla prima, 15 mila dalla seconda, ma l’evacuazione è stata annullata. Il governo di Kiev accusa i Mosca, Mosca dà la colpa ai “nazionalisti ucraini”. Secondo gli analisti, l’uscita dei civili avrebbe spianato la strada a un bombardamento a tappeto. Lo scambio di accuse ha fatto slittare anche il terzo round di negoziati, che ora è annunciato per lunedì. I servizi segreti di Kiev hanno reso noto di aver ucciso (durante un arresto) uno dei loro negoziatori, sospettato di essere una spia dei russi. La guerra va avanti a nord, sud e ovest. In serata le forze armate ucraine hanno ripreso il controllo di Mykolayv, città portuale a metà strada tra Odessa e la Crimea. Sul Fatto di domani faremo un bilancio militare dei primi 9 giorni di guerra, continueremo poi a seguire l’esodo dei profughi, che secondo l’ultima stima dell’Unhcr sono già 1,5 milioni (“la crisi peggiore dalla Seconda guerra mondiale”). Ci sposteremo anche sul confine tra Finlandia e Russia, che negli ultimi giorni è stato attraversato da molti russi in fuga dal bavaglio imposto da Putin. Ospiteremo infine un intervento dello storico della Normale di Pisa Silvio Pons sulle motivazioni della guerra di Putin.
PUTIN ATTACCA LE SANZIONI: “SONO UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA”. BENNET A MOSCA. Il presidente ucraino Zelensky ha continuato a lanciare appelli: ai suoi connazionali per invitarli a restare nel Paese e combattere, ai russi perché rispettino il cessate il fuoco, alla Nato per la no fly zone. Il russo Lavrov lo ha accusato di voler provocare un conflitto tra Russia e Nato. Le parole più pesanti però le ha pronunciate Putin, che ha affermato che “le sanzioni contro la Russia equivalgono a una dichiarazione di guerra”. A sorpresa è arrivata la notizia che il premier israeliano Bennet è volato a Mosca per incontrare il presidente russo. In tema di sanzioni, mentre in Europa, Italia inclusa, si sequestrano yacht e ville degli oligarchi (in Gran Bretagna Johnson è accusato di essere troppo morbido), sul Fatto di domani analizzeremo il contraccolpo che subirà la nostra economia nei prossimi mesi. Oggi il Fondo monetario internazionale ha scritto che un allargamento della guerra “avrebbe conseguenze ancora più devastanti” per l’economia mondiale, che già sconta “serie conseguenze”. Il nodo è energetico, ma non solo. Oggi Mario Draghi ha avuto una telefonata con l’emiro del Qatar per intensificare la cooperazione tra i due Paesi nella fornitura di combustibile.
IL SEGRETO ITALIANO SULLE ARMI ALL’UCRAINA. Il presidente del Copasir Adolfo Urso ha fatto sapere che il ministro della Difesa Guerini ha dato al Comitato per la sicurezza l’elenco del materiale bellico destinato all’Ucraina, ma che il documento resterà secretato. È una scelta che altri Paesi europei, pure impegnati nell’operazione Nato, non hanno fatto e sul Fatto di domani vedremo che la cosa non va giù a Lega e M5S. Contro la corsa agli armamenti e contro la guerra si è tenuta oggi a Roma la manifestazione organizzata dalla Rete italiana Pace e disarmo, con l’adesione di Cgil e Uil (non della Cisl), che ha riunito 50 mila persone. “La guerra va fermata, ma non si ferma inviando armi al popolo ucraino. Si ferma inviando l’Onu”, ha detto dal palco il segretario Cgil Maurizio Landini. Critiche al Pd per il suo posizionamento pro-armi.
COVID, L’EPIDEMIA NON È FINITA. Gli eventi bellici hanno fatto slittare la tabella di marcia degli allentamenti delle restrizioni pandemiche. Il governo conferma comunque l’impegno a mettere fine allo Stato di emergenza a fine mese, ma il ministro della Salute Speranza avverte che ciò non equivale a dichiarare la fine dell’epidemia. Quanto al green pass, Speranza prende tempo e invoca gradualità. Sul giornale di domani faremo il punto sulla situazione epidemiologica e l’efficacia delle misure in vigore in Italia con il microbiologo Andrea Crisanti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
La Rai sospende i servizi da Mosca. Ufficialmente per tutelare l’incolumità dei cronisti. Non sfugge la coincidenza con polemica di Pd e altri media contro alcune dichiarazioni del corrispondente Marc Innaro.
Morto Antonio Martino. L’ex ministro di Esteri e Difesa del governo Berlusconi e tessera numero 2 di Forza Italia aveva 79 anni.
Casa impastato torna ai Badalamenti. Casa felicia è stata confiscata a Gaetano Badalamenti, mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, assegnata al Comune di Cinisi e ristrutturata con l’uso di 400 mila euro di fondi europei. Adesso, dopo più di dieci anni, rischia di tornare in possesso del figlio del boss.
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it