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BOMBE SULL’OSPEDALE PEDIATRICO, ANCORA PAURA PER CHERNOBYL. Il fronte della guerra si muove lentamente, dopo due settimane dall’invasione. La prima notizia è che i corridoi umanitari di oggi hanno funzionato. Sul piano militare, l’offensiva russa si muove soprattutto a sud e intorno a Mariupol, che continua a essere assediata e bombardata. Le vittime sarebbero “oltre 1300” secondo le autorità, ed è stato colpito e devastato anche un ospedale pediatrico. Altre bombe sono piovute su Kharkiv. Negli ultimi giorni Mosca ha intensificato le operazioni con gli aerei, provocando più vittime civili. A sud ovest resiste Mykolaiv e un caccia russo è stato abbattuto sui cieli di Kiev (il sindaco della capitale ha detto che la città ha risorse per una settimana, in caso di assedio). Sul Fatto di domani pubblicheremo un nuovo reportage, anche fotografico, di Fabio Bucciarelli, il giornalista da giorni nella capitale ucraina. Stamattina c’è stato un nuovo caso Chernobyl. Le autorità di Kiev hanno comunicato che l’impianto è stato disconnesso dalla rete elettrica, sembra in conseguenza di un’operazione militare russa nei dintorni della capitale, il che ha provocato un blocco del sistema di raffreddamento del combustibile nucleare. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha escluso però rischi per la sicurezza.
TRAMONTA LA VIA CINESE, EUROPA E USA SI AFFIDANO A ERDOGAN. IL GENERALE MINI CONTRO LA NATO. Movimenti più significativi si sono visti sul fronte della diplomazia. La Cina ha spento le speranze di chi la reputava un attore risolutivo per fermare la guerra. Pechino ha accusato gli Stati Uniti e la Nato di essere responsabili del conflitto e ha criticato l’embargo sul petrolio russo. Anche la mediazione di Israele non decolla, mentre guadagna terreno la Turchia, che ospiterà domani il bilaterale tra i ministri degli esteri russo e ucraino. Sarà l’incontro di più alto livello tra le due parti belligeranti avvenuto finora: Erdogan spera che apra la strada a un cessate il fuoco duraturo anche se l’ucraino Kuleba ha già dichiarato di non aspettarsi granché. La strategia del piede in due scarpe, tra Nato e Putin, sembra premiare il presidente turco, che vende droni da combattimento agli ucraini ma non applica sanzioni a Mosca. Sul Fatto di domani approfondiremo questo ruolo della Turchia nel conflitto. Mosca resta ferma sulla richiesta il riconoscimento di Donetsk e Lugansk come “Stati sovrani e indipendenti”. Si è chiuso l’incidente diplomatico scatenato dalla Polonia ieri: Washington e Berlino non invieranno aerei da guerra a Kiev. Gli Usa però installeranno in Polonia due sistemi di difesa missilistica Patriot. Sul giornale di domani leggerete anche un parere inaspettato: il generale Fabio Mini che critica l’espansione della Nato a Est degli anni passati.
ALTRI OLIGARCHI NEL MIRINO DI BRUXELLES, DRAGHI RISPOLVERA IL NUCLEARE. Da Coca Cola a McDonalds, da Starbucks a Ferrari e Amazon, la lista delle grandi aziende occidentali che chiudono le attività in Russia si allunga. Nel frattempo, dopo aver archiviato gli eurobond e chiarito che non è possibile sfilarsi completamente da gas e petrolio russi, la commissione europea ha aggiunto altri 160 nomi alla black list degli oligarchi e dei membri del governo russo: sul Fatto di domani vedremo chi sarà colpito. Domani i leader europei si incontreranno a Versailles per un vertice straordinario, dove si parlerà di fonti energetiche e di profughi. Entrambe le questioni sono state anticipate da Mario Draghi nel question time alla Camera. A parte rimandare alle decisioni europee, il premier ha parlato di nucleare di quarta generazione e del caro bollette, riconoscendo che gli interventi fatti finora non sono abbastanza e formulando un generico impegno a nuovi interventi. Il governo va avanti sul catasto, dopo che ieri sera in commissione si è salvato di un solo voto dall’assalto del centrodestra per bloccare la revisione degli estimi. Sul giornale di domani faremo un fact checking del discorso di Draghi.
IL SENATO CONCEDE LO SCUDO A SIRI, CON L’AIUTO DEL PD. L’aula del Senato ha salvato anche Armando Siri, vietando l’uso delle intercettazioni del senatore leghista imputato per corruzione, per presunti favori fatti nel 2018 all’imprenditore Paolo Arata (già parlamentare di Forza Italia) e alla Leonardo. La relazione della Giunta delle immunità parlamentari è stata votata in due parti su richiesta del Partito democratico: la prima è passata con 120 voti favorevoli, la seconda con 158. Nella sostanza il Pd si è unito al centrodestra e a Italia Viva per scudare le intercettazioni del leghista. Contrari Leu e M5S. Vedremo com’è andata nel dettaglio sul giornale di domani, e poi ricorderemo tutte le volte in cui i dem hanno accusato pubblicamente Siri, quando erano all’opposizione del governo Conte I.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Salvini torna a casa. Dopo la figuraccia di ieri, il leader leghista oggi torna su strade meno impervie, e ha assistito a una lectio magistralis del cardinale Parolin a Roma.
Covid, la fine dell’obbligo over 50. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha confermato che la misura sarà in vigore fino al 15 giugno, ma che potrebbe decadere l’obbligo di super green pass al lavoro per gli ultracinquantenni. Ci sarebbe anche l’ipotesi di far tornare al lavoro i non vaccinati. Intanto, oggi i casi sono più di 48.400 e 156 morti, con un tasso di positività stabile all’11,2%.
Charlotte Gainsbourg. L’attrice francese è protagonista del film di Yvan Attal L’accusa.
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