Le terribili notizie e le immagini raccapriccianti provenienti dall’Ucraina sembrano riportaci indietro al secolo scorso. Il mondo dell’informazione, dopo due anni segnati dal racconto frenetico di una pandemia globale e dagli interventi per mitigarne l’impatto, si ritrova ancora una volta a dover raccontare la guerra, questa volta ai confini dell’Europa.
I cittadini europei sono stati investiti da questo scenario di instabilità dopo due anni già segnati da paure, limitazioni alle libertà personali, misure straordinarie e incertezza per il futuro. Che Italia ci ritroviamo a due anni esatti dal primo lockdown? La società italiana come affronta questa nuova sfida? Domande importanti, soprattutto per comprendere in quale contesto sociale si inserisce l’attuale instabilità geopolitica conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
ECCO, il think tank italiano per il clima, e More in Common hanno analizzato la percezione dell’opinione pubblica italiana, attraverso un sondaggio condotto dall’istituto di sondaggistica YouGov.
Dall’analisi degli esperti di ECCO emerge la fotografia di un’Italia divisa e preoccupata per l’occupazione, la salute e i cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, la pandemia e la transizione ecologica vengono percepite come opportunità di cambiamento nelle diverse fasce d’età e orientamento politico.
Il sondaggio ha raccolto le opinioni di circa 2.000 italiani, selezionati secondo criteri socio-demografici per garantire la rappresentatività della popolazione.
Le tensioni geopolitiche conseguenti l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si inseriscono quindi in un contesto europeo nel quale già prevalevano incertezza, fatica e smarrimento. In Italia, questo si somma a una preoccupazione crescente per la situazione economica e sociale del Paese.
Ne usciremo migliori, dicevano in molti. In realtà, la pandemia ha lasciato un Paese diviso, con una popolazione meno solidale nei confronti dei propri concittadini e con una profonda sfiducia verso le istituzioni. Tuttavia, allo stesso tempo, la pandemia viene percepita come un’opportunità di cambiamento. Gli italiani credono che questo cambiamento possa avvenire anche tramite la transizione ecologica, vista da molti come un’occasione di crescita economica. Nell’analisi emerge che i cittadini sono pronti a fare la propria parte e credono nell’importanza delle azioni individuali, ma sono anche consapevoli del ruolo che la politica e le grandi aziende ricoprono nell’azione per il clima.
In questo senso, è proprio nella ricerca di soluzioni per affrontare la crisi climatica che si evince un vuoto politico che nessun partito ad oggi sembra sia stato in grado di colmare. Infatti, il 61% degli intervistati è convinto che non ci sia nemmeno un partito che sta rispondendo correttamente alla sfida posta dalla crisi climatica. La maggior parte dell’opinione pubblica richiede un maggiore impegno delle istituzioni per affrontare i cambiamenti climatici – indipendentemente da quanto fanno i paesi esteri – e considera le azioni condotte fino ad ora insufficienti o fallimentari.
La maggior parte degli italiani è favorevole a un cambiamento radicale delle proprie abitudini. Inoltre, per il 56% degli intervistati, il cambiamento include l’abbondono graduale o immediato del gas.
Un elemento chiave in questa fase nella quale emergono le conseguenze di una dipendenza energetica verso contesti fragili e complessi. Un’altra analisi di ECCO presentata in questi giorni suggerisce interventi per una riduzione del 50% della dipendenza da gas russo entro il prossimo inverno. Tra le soluzioni, maggior efficienza energetica, investimenti e semplificazione delle norme per il rilancio delle rinnovabili e un elemento estraneo dal dibattito pubblico: maggior risparmio.
I risultati del sondaggio confermano che la società italiana appare disponibile e desiderosa di fare la propria parte per contrastare gli effetti della crisi climatica. A maggior ragione se tali sacrifici si inseriscono in un contesto caratterizzato dalla necessità di ridurre le dipendenze da contesti fragili o problematici.
Il rapporto di ECCO rientra all’interno del progetto “Navigating Uncertainty” condotto da More in Common, un’iniziativa internazionale nata nel 2017 per costruire società più forti, più unite e più resistenti davanti alle crescenti minacce di polarizzazione e divisioni sociali. Il progetto include la realizzazione di sondaggi anche in altri paesi europei (Germania, Spagna, Polonia, Francia e Gran Bretagna) e si pone l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di narrative e politiche in grado di far fronte alle sfide future e, tramite la natura comparativa, di analizzare e paragonare lo sviluppo di tematiche quali la fiducia, il pluralismo e il clima nei vari paesi coinvolti.