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RUSSIA-UCRAINA, I NEGOZIATI RIPASSANO DAL VIA. IL DRAMMA DI KHARKIV SU FQ EXTRA. La quinta settimana di guerra si è aperta con qualche speranza in più sul fronte diplomatico, nonostante le parole al vetriolo pronunciate da Biden a Varsavia sabato. In un’intervista con giornalisti indipendenti russi riportata dalla Cnn, Zelensky ha affermato che l’Ucraina è pronta ad accettare uno status di neutralità come parte di un accordo di pace con la Russia (e con “garanzie di sicurezza”). È stato convocato un prossimo round di colloqui tra le delegazioni russa e ucraina a Istanbul a partire da domani. Ma intanto la guerra va avanti. Il governo di Kiev stamattina ha annullato i corridoi umanitari per il rischio di “provocazioni da parte degli occupanti”, scrive su Telegram la vicepremier ucraina. La Croce Rossa non riesce ancora ad arrivare a Mariupol perché mancano percorsi protetti. Secondo fonti ucraine si è combattuto pesantemente nel Donetsk. Il ministero della Difesa russo ha diffuso un video in cui si vedono blindati in movimento nella regione di Kiev, e un altro video diffuso dai russi sui social mostra soldati ucraini sparare alle ginocchia a prigionieri russi durante un’operazione a Kharkiv. Proprio a Kharkiv si è spostato l’inviato del Fatto Stefano Citati, che racconterà sul giornale di domani la situazione della città che alcuni già chiamano “la Mariupol del Nord”. Le audiocronache e le corrispondenze video di Citati sono disponibili per gli abbonati su FQ Extra.
DRAGHI SENTE ZELENSKY, MA TACE SU BIDEN. DAGLI USA ALL’EUROPA: AVANTI TUTTA SUL RIARMO. Dopo le parole dinamitarde di Biden contro Putin, Macron, Scholz e la stessa Casa Bianca hanno preso le distanze, invece il premier italiano non dice nulla. Oggi Draghi ha parlato al telefono con Zelensky e dato la disponibilità come Italia a unirsi alla creazione di un sistema per le garanzie di sicurezza a sostegno dell’Ucraina. Ma in conferenza stampa aveva annunciato una prossima chiamata con Putin, telefonata che però non c’è ancora stata. Nel frattempo gli europei rincorrono i desiderata degli Usa sull’aumento della spesa militare. La Germania ha annunciato la volontà di acquistare un sistema di difesa missilistico da Israele e anche a Washington c’è odore di piombo: Biden oggi ha proposto un bilancio per il 2023 da 5.800 miliardi di dollari complessivi con molti stanziamenti per l’esercito e la polizia, ma anche più tasse per i super ricchi. Almeno 11 miliardi andranno a progetti di difesa missilistica planetaria e allo sviluppo di nuovi armamenti. Il nostro ministro della Difesa Lorenzo Guerini oggi ha confermato, parlando alla festa dell’Aviazione militare, che andremo avanti con gli impegni presi con la Nato per l’ammodernamento delle forze armate. Resta la ferma opposizione del M5S. Giuseppe Conte ha già chiarito che la scelta non è collegata alla tenuta della maggioranza e ha annunciato che vedrà Draghi domani. Questa sera si terrà un vertice di maggioranza, di cui racconteremo gli sviluppi sul Fatto di domani. Nel frattempo il capogruppo leghista Molinari ha detto che il governo può fare a meno del Movimento.
ESERCITO EUROPEO: NON DIFESA COMUNE, MA REGALI ALLE LOBBY. LA VIDEO-INCHIESTA SU FQ EXTRA. L’Europa sta per diventare una potenza militare, ma finora principalmente a vantaggio dei produttori di armi e con scarso controllo democratico, rileva un’inchiesta di Investigative Europe che il Fatto Quotidiano pubblica in esclusiva. Con la scusa del segreto militare, gli ordini d’acquisto di nuovi sistemi d’arma sono effettuati senza alcuna trasparenza. Guarda la video-inchiesta su FQ Extra.
LA GUERRA DEL GAS, TRA REALTÀ E PROPAGANDA. Proprio in tema di diplomazia, l’Europa e i mercati cominciano a discutere dell’importazione di gas e petrolio russi. C’è stato un botta e risposta tra il Cremlino e il rappresentante di turno del G7, il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck. Habeck ha detto che per i Paesi del G7 chiedere il pagamento in rubli per il gas russo come ha fatto Putin è “inaccettabile”. La misura dovrebbe scattare tra pochi giorni, il 31 marzo e Mosca tiene il punto. Non faremo beneficenza, ha replicato duramente il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Anche l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi oggi aveva escluso il pagamento in rubli. Ma sul Fatto di domani vedremo però che la stessa Eni riconosce che l’Europa non è pronta a dire addio all’energia russa in tempi brevi, nonostante le fortissime pressioni che vengono dagli Usa. E vedremo come stanno davvero le cose quanto a gasdotti e rigassificatori, e alla loro disponibilità.
COVID, I PRESIDI CONTRO IL GOVERNO SUI DOCENTI NO VAX. LA “CURVA STABILE” NON È TUTTO. Il ministro della Salute Speranza ha detto ieri sera in un’intervista che la prospettiva della pandemia in Italia va verso un’attenuazione almeno fino all’estate perché sta arrivando la bella stagione e inoltre la curva dei contagi sta cominciando a stabilizzarsi. Si parla di un altro “plateau” già raggiunto, per quella che sarebbe una mini-ondata. Sul giornale di domani faremo una fotografia della situazione del Covid in Italia con un’intervista a Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Sono 30.710 i nuovi casi registrati oggi (59.555 ieri) e 95 i morti (82 ieri). Il tasso di positività è al 14,5%. Torneremo anche sul disegno del governo di far tornare a scuola i docenti non vaccinati, per reintegrarli dallo stipendio: le associazioni dei presidi sono contrarie e denunciano l’ennesima disfunzione alle porte.
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Furbetti del bonus Covid: il tribunale dà ragione all’Inps. I controlli e gli incroci effettuati dall’Inps sui percettori del bonus Covid non hanno violato la privacy dei parlamentari a cui era stato chiesto indietro il bonus. Lo ha stabilito il Tribunale di Roma annullando la multa comminata tempo fa dal Garante della Privacy all’Istituto di previdenza.
Oscar, notte da dimenticare. Italiani a mani vuote, scazzottate impreviste (e ignorate), eccesso di politicamente corretto e indifferenza per la tragedia ucraina. Il nostro racconto.
“Jimi Hendrix a Leopoli”. Una commedia di Andrei Kurkov che esce in libreria in questi giorni: lo anticipiamo.
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