Il 25 marzo, dopo il vertice Nato, il segretario generale Jens Stoltenberg annuncia: “I membri han concordato di raddoppiare gli sforzi per rispettare l’impegno del 2014 di portare la spesa militare ad almeno il 2% del Pil entro il 2024”. Mario Draghi conferma: “Quello del 2% è un impegno preso nel 2006, sempre confermato da tutti i governi. Ora è tornato alla ribalta perché è più urgente e c’è l’esigenza di iniziare a riarmarci”. Per l’Italia, significherebbe passare nei Def del 2022-’23 da 25 a 39-40 miliardi annui. Tutti plaudono, tranne 5Stelle, Alternativa e SI.
Il 28 marzo il ministro Lorenzo Guerini scrive alla Stampa: “Obiettivo 2% del Pil per le spese della Difesa entro il 2024”. Il tutto “per costruire la Difesa Ue”, che non c’entra nulla con la Nato, spende già in armi il quadruplo della Russia e, se avesse un solo esercito al posto di 27, risparmierebbe e farebbe risparmiare i suoi membri. Il 29 marzo il governo fa proprio l’odg di FdI (opposizione) che lo impegna a “incrementare le spese per la Difesa al 2% del Pil… traguardo fissato al 2024”. Il M5S protesta.
La sera Conte va da Draghi e gli conferma che un conto è un ritocco progressivo della spesa militare spalmato su più anni (nel solco degli aumenti di 1,1 miliardi l’anno dei suoi tre anni di governo), fino al 2% se e quando ce lo potremo permettere, tipo fino al 2030 (così magari c’è tempo per parlare di esercito Ue); un altro è dirottare in armi 14-15 miliardi in pochi mesi. Draghi ribadisce: 2% del Pil nel 2024, poi va a piangere al Quirinale da Mattarella, minacciando la crisi di governo.
Palazzo Chigi, in una dura nota, ribadisce l’obiettivo di “un continuo e progressivo aumento degli investimenti entro il 2024”. Conte replica a Dimartedì: “Mai messo in discussione il tendenziale al 2%. Ma con l’orizzonte 2024 avremo un picco notevole: 15 miliardi e i cittadini e il Paese adesso hanno altre priorità”. Tg e giornali ripetono che Draghi “tira dritto” contro il disertore Conte, presidiando militarmente la linea del Piave: 2% nel 2024, non un minuto di più!
L’altroieri, tomo tomo cacchio cacchio, Guerini parla all’Agi del 2% “entro il 2028”. E ieri Draghi dice che il dogma del 2024 è solo “un’indicazione di tendenza, non un obiettivo”, infatti “molti governi l’han disatteso”, ergo “si fa quel che il ministro Guerini ha deciso per il 2028”. Ma allora perché spalmare quei 14-15 miliardi solo su 6 anni e non su 10 per allontanare l’amaro calice? E perché, se la sua linea del Piave era sempre stata il 2028, aveva sempre detto 2024, scordandosi di avvertire Mieli, Polito, Merlo, Sallusti&C.? Perché adora le sorprese? Per destabilizzare inutilmente il governo? Per far incazzare milioni di italiani distrutti dal caro- bollette? Per regalare un po’ di voti a Conte? O solo perché è un bugiardo?