Il Fatto di domani. Bucha e il giornalismo vittima della propaganda. La guerra taglia la crescita, ma c’è chi ci guadagna

Di FQ EXTRA
6 Aprile 2022

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BUCHA, TRAGEDIE E SEMPLIFICAZIONI. LA NATO AVVERTE: LA GUERRA PUÒ DURARE ANNI. Di Bucha ha parlato anche Papa Francesco, oggi, condannando l’orrore del massacro e tornando a chiedere di far “tacere le armi”. Bergoglio ha mostrato una bandiera ucraina e ha parlato anche dell’impotenza dell’Onu. Mosca continua a respingere le accuse. Sul Fatto di oggi abbiamo raccontato le evidenze sulla strage note al momento e anche i dubbi che restano aperti sulla vicenda. Il rischio di semplificazioni e di strumentalizzazioni nel racconto di tragedie come questa è un problema presente nel giornalismo. Sul Fatto di domani lo affronteremo a partire dall’appello di alcuni storici inviati di guerra italiani che hanno denunciato la scarsa obiettività delle cronache dei media mainstream. “Osservando le televisioni e leggendo i giornali ci siamo resi conto che qualcosa non andava – si legge nel testo firmato tra gli altri da Alberto Negri, Massimo Alberizzi e Toni Capuozzo –. Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin. Dobbiamo renderci conto che la guerra muove interessi inconfessabili che si evita di rivelare al grande pubblico. La propaganda ha una sola vittima: il giornalismo”. A proposito di vittime della propaganda: l’Eni ha deciso di ritirare i finanziamenti all’osservatorio sul terrorismo della Luiss diretto da Alessandro Orsini. Oggi anche il segretario generale della Nato Stoltenberg ha affermato che il massacro di Bucha è opera dei russi, poi ha avvisato che il conflitto ucraino potrebbe durare anni e che occorre inviare più armi a Kiev.

LE SANZIONI USA FORZANO IL DEFAULT DELLA RUSSIA, MOSCA MINIMIZZA. ECCO CHI GUADAGNA DAL CONFLITTO. I rappresentanti dei Paesi membri dell’Unione europea si sono presi un giorno in più per varare il quinto pacchetto di sanzioni, annunciato ieri dalla Commissione. Il consenso c’è, ma vanno risolte alcune questioni tecniche sui contratti per la fornitura di carbone. Ue e Usa prevedono misure mirate contro le figlie di Putin. Washington dice che colpirà anche Sberbank e Alphabank, la più grande istituzione finanziaria russa e la più grande banca privata, mentre il Regno Unito annuncia lo stop a petrolio e carbone russo entro fine anno. Stamattina Mosca ha annunciato che le banche straniere le hanno rifiutato il pagamento di oltre 649 milioni di dollari di Eurobond e il versamento è stato fatto in rubli. Così il default è più vicino, anche se il Cremlino osserva che sarebbe un evento puramente artificiale, perché il Paese possiede tutte le risorse per ripagare i debiti, solo che sono congelate all’estero. Mentre c’è chi perde soldi, c’è anche chi con la guerra sta guadagnando. Sono ovviamente i produttori di armi, dagli Stati Uniti all’Europa, ma anche i colossi dell’energia che beneficiano del rialzo dei prezzi: sul Fatto di domani faremo una mappa.

LA PROVA DEL DEF: LA GUERRA FRENA LA CRESCITA. Oggi il governo doveva varare il Documento di economia e finanza, come di consueto dopo una Cabina di regia e un Consiglio dei ministri convocato alle 17.30. Draghi illustrerà poi il testo in una conferenza stampa. La bozza contiene diversi scenari dipendenti dalle evoluzioni del conflitto in Ucraina, ma quel che è certo è che la previsione di crescita del Pil viene tagliata di oltre un punto e mezzo, dal +4.7% al +3,1%. Se la Russia bloccasse l’export di gas e petrolio fino al 2023, l’impennata dei prezzi energetici brucerebbe lo 0,8% del Pil nel 2022 e oltre l’1% il prossimo anno, con ricadute negative sull’occupazione (di 0,6 punti quest’anno e 0,7 nel 2023). Sul Fatto di domani analizzeremo i vari scenari e il loro impatto per gli italiani.

QUANDO IL PD CRITICAVA IL RIARMO (E SI CHIAMAVA PD). A proposito di gas e di sanzioni, Letta oggi ha ribadito che, dal suo punto di vista, rinunciare al gas russo è una priorità assoluta. “Significa accelerare la fine della guerra. Significa togliere risorse alla Russia di Putin e alle sue follie”. Per il segretario del Pd l’altra “priorità assoluta” è l’invio di armi a Kiev e l’aumento della spesa militare italiana al 2% del Pil. Nel suo partito c’è anche chi dice no, come dimostra un appello firmato tra gli altri da Rosy Bindi e Walter Tocci. Sul Fatto di domani vedremo che in passato il Pd ha mostrato posizioni più critiche sulla spesa militare: ne parleremo in un’intervista a Massimo Cacciari.

STRAGE DI BOLOGNA: ERGASTOLO PER BELLINI. DOMANI LA DIRETTA. La strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, in cui morirono 85 persone e 200 rimasero ferite, ha un altro colpevole. L’ex militante di Avanguardia nazionale Paolo Bellini, condannato oggi all’ergastolo con un anno di isolamento. È lui il quinto attentatore, oltre agli ex Nar Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini già condannati in via definitiva, e Gilberto Cavallini. Bellini è l’uomo ripreso sul binario 12 minuti prima dello scoppio della ordigno: lo ha raccontato Giovanni Vignali nel suo libro L’uomo nero e le stragi edito da Paper First, che domani alle 18 sarà in diretta sui nostri canali social per commentare la sentenza con Marco Lillo e gli avvocati dei familiari delle vittime. “È l’inizio del percorso verso la verità, mancano le responsabilità politiche”, ha commentato il presidente del comitato dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi.


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Delega fiscale, maggioranza ancora spaccata. Il voto sulla delega fiscale in commissione Finanze della Camera è slittato a stasera. Non si è ancora trovato l’accordo e senza intesa si dovrà procedere all’esame di ciascuno dei circa 440 emendamenti proposti.

Covid, la pandemia resta. La circolazione del virus nel nostro Paese è ancora alta e la fine dello stato di emergenza non significa certo la fine della pandemia, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza alla Camera oggi. Il governo dovrà valutare cosa fare con le mascherine, mentre oggi anche la Spagna ha abolito l’obbligo al chiuso dal 19 aprile.

Zero, “atto di fede”. Renato Zero torna sul palco a settembre, con quattro date al Circo massimo a Roma, nel frattempo è in uscita il suo nuovo album intitolato Atto di fede.


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