“A tutti quei cretini che commentano la mia vignetta su Zelensky non dovrei nemmeno rispondere. Lo faccio solo perché, se non è pura imbecillità, è malafede”, dice Vauro dopo gli attacchi per la vignetta in prima pagina due giorni fa sul Fatto. “No alla guerra… senza Ze e senza Vla!”, era scritto, con un ritratto di Zelensky e Putin. Gli rinfacciano l’equidistanza tra aggressore e aggredito, ma soprattutto il naso adunco con cui viene ritratto il presidente ucraino, che è ebreo. “Non è una casualità, ma un’abitudine quella di un certo signore di raffigurare gli ebrei col naso adunco come nella ‘Difesa della razza’”, twitta la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Fiamma Nirenstein sul Giornale parla di “vizio antico di Vauro” e ricorda di essere stata disegnata in quel modo dal vignettista nel 2008. Su Repubblica Stefano Cappellini parla di “rigurgiti di antisemitismo” con Zelensky ritratto “come i banchieri ebrei erano disegnati dalla propaganda nazista”. Vauro è protagonista anche della rubrica di Andrea Marcenaro sul Foglio e si becca del “povero cretino”. “Vomitevole”, twitta Andrea Marcucci (Pd). Duro anche David Parenzo: “Difendo sempre la satira, ma il naso adunco di Zelensky è vergognoso”. Così Vauro si vede costretto a spiegare. “In questo disegno non c’è alcun riferimento alla ebraicità di Zelensky, cosa per me del tutto priva di rilevanza: se disegno una caricatura è ovvio che ‘carico’ i tratti somatici del soggetto: Zelensky ha un naso importante non perché è ebreo, ma perché è il suo naso”.
Vauro diventa “antisemita”: “Ma Zelensky ha il naso così”