Il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza presto potrebbe tornare libero. Ieri la Corte di Cassazione ha deciso sul ricorso presentato dall’uomo che per anni ha collaborato con lo Stato contro l’ultimo diniego del tribunale di Sorveglianza. I giudici della Suprema Corte hanno annullato con rinvio: il caso torna ora davanti al Tribunale di sorveglianza che dovrà riesaminare nuovamente la richiesta di liberazione condizionale. Il killer pentito che ha confessato le stragi di via D’Amelio del 1992 e che ha smascherato i depistaggi sull’omicidio di Paolo Borsellino, dopo 25 anni di reclusione ha chiesto di tornare libero. Secondo quanto rivelato ieri dal Corriere, sulla sua richiesta c’è stato un diniego del Tribunale di sorveglianza. Che – secondo il quotidiano – ha stabilito che Spatuzza non ha ancora terminato il “percorso di rieducazione”, che anzi deve “consolidarsi”. Secondo i giudici di Sorveglianza, riporta Il Corriere, è necessario “un esame particolarmente approfondito e attento” che certifichi un “irreversibile cambiamento” da dimostrarsi attraverso la “condanna totale del proprio passato criminoso”. Per i giudici dunque Spatuzza deve “completare e consolidare il positivo percorso intrapreso”. Contro questa decisione i legali del collaboratore hanno presentato ricorso, discusso ieri in Cassazione in un’udienza “non partecipata”. La procura Generale ieri si è espressa a favore della libertà condizionale. E i giudici di Cassazione hanno deciso per un annullamento con rinvio. Vedremo con quali motivazioni, ma il caso ora passerà al Tribunale di sorveglianza. Come per la vicenda di Giovanni Brusca, il mafioso che a giugno 2021 ha lasciato il carcere dopo aver finito di scontare la propria pena, il ricorso di Spatuzza ha scatenato reazioni. Secondo Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo, “Spatuzza ha compiuto un percorso spirituale di cambiamento, ha fatto condannare dei criminali e ha permesso di smascherare il depistaggio di Scarantino, un depistaggio di Stato”, dunque “è giusto che lo Stato” rispetti “una legge, voluta, tra l’altro, da Falcone e Borsellino”. Il vero scandalo, per Salvatore Borsellino, non è la libertà condizionale ma la riforma dell’ergastolo ostativo, approvata alla Camera (manca il voto al Senato): “Non è accettabile che dei criminali mafiosi possano essere rimessi in libertà dopo un certo numero di anni, anche senza aver collaborato con la giustizia”, ma solo “dissociandosi a parole”.
Spatuzza presto libero: Cassazione annulla con rinvio il “no” dei giudici di Sorveglianza
Decisione sul rinvio - I giudici della Suprema Corte hanno annullato con rinvio: il caso torna ora davanti al Tribunale di sorveglianza