LA TREGUA (INSTABILE) DI MARIUPOL, MISSILI SU ODESSA. È durata davvero poco la calma intorno all’acciaieria Azovstal di Mariupol: dopo l’evacuazione di domenica, già la notte scorsa sono ripresi gli attacchi russi, nonostante – sostengono fonti di Kiev – vi siano ancora circa 200 civili asserragliati all’interno. Per loro le operazioni proseguono molto a rilento. Il presidente ucraino Zelensky ha spiegato in un’intervista che l’evacuazione, assistita dalle Nazioni Unite, sta riguardando soltanto i civili, non feriti e militari. 126 le persone che sono riuscite ad allontanarsi finora. E per il resto non va molto meglio: per la terza volta dalla scorsa settimana, le truppe russe hanno effettuato attacchi missilistici su un ponte strategico sull’estuario del Dnestr, nella regione di Odessa. Sull’altro fronte, invece, la contraerea ucraina ha abbattuto un drone russo proprio nel cielo di Odessa. Ci rimette anche la cultura: è andato completamente distrutto dal fuoco il ginnasio di Lysychansk, nella regione di Luhansk, una struttura che aveva resistito alle due guerre mondiali. E invece il Bolshoi di Mosca ha cancellato i balletti di due registi che hanno ufficializzato le loro posizioni contro la guerra. Sul Fatto di domani le ultime notizie dal campo e un reportage dalla cittadina di Severodonetsk. Vedremo anche chi sono i tre signori della guerra (mica tutti russi) che stanno gettando benzina sul fuoco.
IL MONOLOGO DI LAVROV SU RETE4: SI MUOVE IL COPASIR (E NON L’ORDINE DEI GIORNALISTI). È diventato un caso internazionale, politico e, a quanto pare, persino dei servizi segreti l'”intervista” della trasmissione Zona Bianca al ministro degli Esteri russo. Che effettivamente del genere intervista aveva molto poco: a Lavrov è stato concesso di parlare a lungo con pochissime interruzioni, ancora meno domande e frasi gravissime. Il fedelissimo di Putin ha negato i crimini di Bucha, attaccato il nostro Paese e soprattutto ha paragonato Zelensky a Hitler (“anche lui aveva origini ebraiche”). Dichiarazioni che hanno scatenato per prima la protesta di Israele, che ha convocato l’ambasciatore russo (“Dire che Hitler era un ebreo è come dire che gli ebrei si sono suicidati”). Prese di posizione anche in Italia, dal Partito democratico, Italia Viva, Anpi e Fratelli d’Italia. Distinguo dalla Lega, che condanna ma difende Mediaset e parla di volontà di censura. E la stessa azienda si è così difesa: “Solo antisemiti viscerali possono ancora dare credito a quelle che appaiono come follie allo stato puro, oltre che a falsi storici già smentiti dai fatti – ha dichiarato Mauro Crippa, direttore generale Informazione Mediaset –. Ma Lavrov non è un passante. E’ il numero due della Federazione Russa”. La vicenda, però, ha destato “preoccupazione” anche al Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, “per la montagna di fake news che ha propinato” ha spiegato il presidente Adolfo Urso. Lo stesso Copasir che il 17 maggio sentirà in audizione l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, e il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella, sul tema dei giornalisti e degli altri esponenti russi invitati nelle trasmissioni televisive, che per alcuni possono essere considerati funzionari del Cremlino. Sul giornale di domani ci chiederemo cosa c’entra l’organismo parlamentare con le fake news o con le mancate interviste, davanti alle quali dovrebbe semmai intervenire l’Ordine dei Giornalisti.
IL DECRETO AIUTI ARRIVA A 14 MILIARDI. Mentre i prezzi di benzina e diesel s’impennano di nuovo, il governo vara un nuovo decreto che taglia le accise sui carburanti fino a luglio, anche se le associazioni dei consumatori chiedono misure più severe per evitare speculazioni sui prezzi. Ma il pezzo forte della giornata sarà l’atteso decreto per arginare i rincari che stanno mettendo in ginocchio le famiglie e le imprese: alle 15,30 si è riunita la cabina di regia in previsione del Consiglio dei ministri iniziato alle 18,30. Il testo dovrebbe contenere misure per 14 miliardi, tra cui l’aumento della tassa sugli extraprofitti delle grandi imprese, mentre 5-6 miliardi andrebbero ai bonus per dipendenti e pensionati. Un aumento dell’entità del provvedimento, quindi, che inizialmente stanziava 6-7 miliardi, tanto da suscitare le critiche dei sindacati. Sul Fatto di domani vi aggiorneremo sulle misure che verranno effettivamente varate e sulla loro efficacia. Altra nota dolente è il nuovo pacchetto di sanzioni che si sta discutendo a livello europeo (con non poche divisioni) e che dovrebbe contenere uno stop all’importazione di petrolio russo, ma diluito nel tempo. La Germania, ad esempio, ha ridotto la dipendenza dal greggio di Mosca dal 35% al 12%, ma il ministro Habeck chiede “qualche settimana o mese” per prepararsi. Mentre la Polonia si dice “pronta ad essere indipendente”. Vedremo quali sono le posizioni in campo e in quale direzione stiamo andando.
PD, LA BASE IN RIVOLTA CONTRO L’APPOGGIO AL RIARMO. I vertici del Nazareno, lo abbiamo visto, hanno da tempo indossato l’elmetto per affiancare il premier Draghi nella corsa al riarmo. Che sia un partito scollato dalla sua “base” si sapeva, ma forse questa scelta sta minando definitivamente la fiducia degli elettori nella classe dirigente dem, Enrico Letta in testa. Sul giornale di domani vedremo che persino nella rossa Bologna i circoli sono in rivolta. Venerdì scorso, a Otto e mezzo, anche la vicesindaca di Coalizione Civica, Emily Clancy, ha preso una posizione molto netta aderendo all’iniziativa organizzata per questa sera a Roma da Michele Santoro, alla quale parteciperanno anche molti intellettuali disgustati dall’invio di armi pesanti all’Ucraina.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Covid, primo giorno lavorativo senza green pass e mascherine. Vedremo com’è andato e vi racconteremo anche che l’Aifa dovrà rispondere di mancata trasparenza sui vaccini.
Regeni, la Procura di Roma ricorre in Cassazione. I magistrati hanno chiesto all’Alta Corte di intervenire per sbloccare la “stasi processuale” che ha portato il processo ai quattro 007 egiziani ad arenarsi.
Il senso del Pd per l’inceneritore di Gualtieri. Domani la direzione romana del partito voterà un ordine del giorno per sostenere il sindaco nel suo programma per uscire dall’emergenza rifiuti. Ma c’è già chi è pronto a far saltare tutto.
“L’assistente” di Robert Walser. Il microcosmo borghese, destinato a sgretolarsi, raccontato dallo scrittore svizzero nel 1907.