“Sarebbe un atto contrario alla sicurezza dell’area”. Già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, il generale Leonardo Tricarico non nasconde di essere “preoccupato” per l’imminente adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Non solo perché “non ci sono motivi militari” che rendano urgente l’allargamento dell’alleanza, ma anche perché questi nuovi ingressi potrebbero “destabilizzare” il Nord Europa.
Generale Tricarico, non dovremmo accogliere positivamente il rinforzo della Nato?
Non ho mai nascosto la mia preoccupazione per l’ingresso di nuovi Paesi nella Nato e in particolar modo per l’ingresso di Finlandia e Svezia in questo particolare momento. Le mie preoccupazioni trovano fondamento nell’articolo 10 del Trattato Nordatlantico, quello che, stabilendo i criteri per le nuove adesioni, afferma che i nuovi partner devono “contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale”.
E questo non accadrebbe?
Sfido chiunque a dimostrare che l’ingresso di Finlandia e Svezia darebbe un contributo alla nostra sicurezza. Piuttosto, darebbe esattamente l’opposto, causando una destabilizzazione della sicurezza in un’area già compromessa.
Questi Paesi però chiedono aiuto, perché temono un’invasione.
Credo che, se non irritiamo ulteriormente la “tigre” russa, Mosca non rappresenti una minaccia concreta per questi Paesi. La Russia ha dovuto prendere atto di avere una dottrina dello strumento militare assolutamente inadeguata che dovrà rivedere dalle fondamenta. Dunque l’adesione di Finlandia e Svezia non ha alcuna ragione militare, non ha scopi pratici.
Ma può essere un segnale di forza alla Russia o rischia di compromettere i negoziati?
Di certo non agevola i rapporti con Mosca. Anche se devo dire che finora i comportamenti reiterati di alcuni Paesi membri e del Segretario generale della Nato già non andavano nella direzione della distensione e della creazione di un dialogo.
A cosa si riferisce?
A prescindere da chi sia il presidente in carica, il comportamento degli Usa in politica estera è sempre mirato al perseguimento dei propri interessi vitali. In questo caso, lo ha fatto capire il Segretario della Difesa Lloyd Austin: è mandare Putin nella polvere. Per non dire delle esternazioni del Segretario Nato Stoltenberg.
Ha già assicurato un processo di adesione rapido per la Finlandia.
Ma lui è l’ultimo che può dire una cosa del genere. Stoltenberg dovrebbe acquisire il parere di 30 Stati membri, non ha nessun titolo o motivo per parlare pubblicamente né è pensabile che stesse esprimendo un punto di vista personale. Il suo compito, stando al Trattato Atlantico, è quello di “guidare le consultazioni e il processo decisionale e curare l’attuazione delle decisioni”. Ogni sua uscita pubblica dovrebbe essere la sintesi della visione dei 30 Paesi Nato.
Sulle nuove adesioni, però, ciascun Paese ha il diritto di non ratificare l’accordo.
Spero che il Parlamento italiano e quello degli altri Paesi facciano una valutazione più accurata rispetto a quella di Stoltenberg. Ma il discorso riguarda l’intero posizionamento dell’Europa. Mi auguro che finalmente finisca questo mainstream di passività in cui è finita, anche a scapito dei propri interessi.
Una passività rispetto agli Usa?
Paghiamo il conto di una condizione che pensavamo fosse a titolo gratuito, ovvero la presa in carica da parte degli Usa della sicurezza europea. E invece quest’appropriazione della leadership da parte degli Stati Uniti ha fatto sì che l’Europa oggi sia timida, smarrita.