Ascolta il podcast del Fatto di domani
L’INFORMATIVA DI DRAGHI ALLE CAMERE CONFERMA LA LINEA. CDM D’URGENZA. La linea l’aveva anticipata già ieri dopo l’incontro con la premier finlandese Sanna Marin: gli invii italiani di armi all’Ucraina andranno avanti. Il governo è legittimato dalla risoluzione votata a marzo (che dà mano libera fino a dicembre) e Draghi non cede di un millimetro alle richieste dei partiti. Lo ha confermato nella sua informativa di stamattina sulla crisi Ucraina, prima al Senato e poi alla Camera. Il premier ha aggiunto che la posizione dell’Italia è di arrivare il prima possibile a un cessate il fuoco e alla ripresa dei negoziati. Anche mantenendo un canale aperto con la Russia, nonostante l’espulsione della trentina di diplomatici di Francia, Spagna e Italia da Mosca. I canali aperti riguardano anche la Turchia di Erdogan, che l’ultima volta Draghi aveva definito con una gaffe internazionale un “dittatore” utile. Ora l’annuncio è la convocazione di un vertice Italia-Turchia a luglio, ad Ankara. Sul Fatto di domani vedremo qual è il calendario che ha in mente il governo per gli aiuti militari. Ci occuperemo anche di un piccolo caso scoppiato poche ore fa: Draghi ha convocato d’urgenza un Consiglio dei ministri alle 18.00 per chiedere ai partiti di velocizzare le riforme necessarie per rispettare il Pnrr. Andremo anche in Germania: seguiremo il dibattito sulle armi ingaggiato oggi tra i partiti del Bundestag e il cancelliere Scholz, che oggi ha fatto di nuovo arrabbiare il governo ucraino affermando che “non esistono scorciatoie per l’adesione all’Ue”. In altre parole, per l’ingresso serviranno anni.
CONTE CHIEDE LA REVISIONE DEL DECRETO SULL’INVIO DI ARMI. La risoluzione parlamentare approvata all’inizio della guerra in Ucraina adesso va rivista, secondo Giuseppe Conte. “Credo che l’Italia si possa distinguere dagli altri Paesi sulla fornitura delle armi: dobbiamo essere un Paese in prima linea per il negoziato. Ci dicono gli esperti che l’Ucraina in questo momento è uno dei Paesi più armati al mondo. Se ci dovessimo rassegnare alla guerra, ci sarà un problema umanitario di fame e i rischi di una recessione” ha detto il leader 5S, che poi ha spiegato che l’aggiornamento che chiede deve passare per un confronto parlamentare. Dove i 5 Stelle non sono i soli a dire stop all’escalation bellica: c’è la Lega, anche se soltanto a parole, visto che Salvini non intende dare battaglia parlamentare. Sul Fatto di domani vedremo quali sono gli umori all’interno del Movimento 5 Stelle dopo l’informativa di Draghi alle Camere, sullo sfondo delle tensioni create dall’elezione di Stefania Craxi alla Commissione degli Affari Esteri del Senato.
LA CRISI ALIMETARE SPINGE IL DIALOGO TRA RUSSIA E OCCIDENTE. I RISCHI PER L’ITALIA: VIDEO-INCHIESTA DI FQ EXTRA. Oltre a confermare che l’indipendenza dal gas russo arriverà nel secondo semestre del 2024, Draghi ha parlato oggi anche di crisi alimentare, uno degli effetti collaterali della guerra in Ucraina che preoccupa di più economisti e governi. Lo spettro di una crisi globale è stato evocato ieri dal segretario generale dell’Onu Guterres, che ha chiesto a Mosca di consentire l’esportazione sicura del grano immagazzinato nei porti ucraini, ora sotto il controllo russo. Per riaprirne l’accesso, il Cremlino chiede all’Occidente di eliminare le sanzioni, e la crisi alimentare potrebbe diventare presto un grande fattore di spinta per la pace in Ucraina. Del resto, Guterres ha detto chiaramente che “non esiste una soluzione efficace alla crisi alimentare senza reintegrare la produzione ucraina, così come il cibo e i fertilizzanti prodotti da Russia e Bielorussia, nei mercati mondiali”. Russia e Ucraina rappresentano il 30% della produzione cerealicola mondiale, l’aumento vertiginoso dei prezzi e la carenza di questa materia prima sta facendo traballare le economie di alcuni Paesi in via di sviluppo: l’India ha messo un blocco alle esportazioni di grano, solo leggermente allentato due giorni fa. Lo Sri Lanka ha dichiarato oggi default e in Tunisia le piazze cominciano a riempirsi contro il caro vita. Sul Fatto di domani vedremo numeri e scenari. Su FQ Extra è disponibile per gli abbonati una video inchiesta di Valentina Trifiletti sui contraccolpi della crisi del grano per la produzione italiana e il Made in Italy. GUARDA IL VIDEO.
NEGOZIATI, MOSCA APRE KIEV SI INDURISCE: “NIENTE CESSATE IL FUOCO SENZA RITIRO”. ANCHE BIDEN VEDE IL SUO “DITTATORE”. Sul campo di battaglia, la guerra è arrivata all’85esimo giorno. I combattimenti proseguono soprattutto nel sud e nell’est del Paese, dove i russi avanzano lentamente nel Donbass. Un bombardamento su Severodonetsk ha fatto 12 morti e 40 feriti. Secondo i russi sono 1.730 i soldati ucraini che si sono arresi da lunedì nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, ma secondo fonti ucraine riportate dai media anglosassoni, nello stabilimento sarebbero rimasti alcuni comandanti e un manipolo di irriducibili. La Russia ha lanciato in mattinata l’offerta di riaprire i colloqui con l’Ucraina, ma la controparte da Kiev ha puntualizzato che “il cessate il fuoco è impossibile senza il ritiro totale delle truppe russe”. Sempre da fonte russa arriva la notizia di una telefonata tra i capi di Stato maggiore russo e americano, chiesta dagli Stati Uniti. Biden oggi ha ricevuto alla Casa Bianca la premier svedese Magdalena Andersson e il presidente finlandese Sauli Niinisto per confermare il sostegno alla loro adesione alla Nato. La Cnn riferisce di un possibile incontro a giugno tra il presidente Usa e Mohammed Bin Salman.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Osservatorio sul lavoro. I dati recenti dell’Osservatorio Inps sul precariato segnala che continuano a salire i contratti precari rispetto a quelli a tempo indeterminato.
Covid, i dati di oggi. Sono 30.310 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, stabili rispetto ai numeri di ieri. Le vittime di oggi sono invece 108, il tasso di positività è del 12,2%.
Salone del libro. La Kermesse editoriale di Torino è cominciata oggi, dopo l’edizione straordinaria di ottobre, e stranamente è partita senza polemiche.
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it