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RUSSIA-UCRAINA: ZELENSKY E IL BIVIO FRA TRATTATIVA E FERMEZZA. Boris Bondarev, consigliere russo alle Nazioni Unite a Ginevra, si è dimesso in polemica con Putin per l’invasione dell’Ucraina. Nel Donbass Mosca avanza: i fronti caldi sono ora le città di Severodonetsk, cruciale perché punto di snodo con Lugansk e Mikolayv, dove gli ucraini denunciano l’uso di bombe a grappolo. Mentre a Kiev è stato condannato all’ergastolo il militare 21enne russo che si è dichiarato colpevole dell’uccisione a sangue freddo di un civile nelle prime settimane di guerra, da Mosca viene nuovamente smentita l’ipotesi di uno scambio di prigionieri tra gli esponenti del battaglione Azov e l’oligarca filo-russo Medvedchuk (agli arresti a Kiev). L’agenzia russa Interfax dice che per i militari ucraini si terrà un processo a Mariupol. Dopo la presa della città e la concentrazione del conflitto in Donbass, le condizioni sul terreno stanno mettendo Zelensky di fronte a un bivio: continuare a combattere secondo la linea intransigente oppure cominciare una trattativa con i russi, col rischio di mutilazioni territoriali. Sul Fatto di domani avremo un reportage dal fronte, oltre a un’analisi del generale Fabio Mini, e poi vedremo quali sono le intenzioni del presidente ucraino e le posizioni delle forze che lo sostengono. Un segnale è arrivato anche dagli Stati Uniti. Biden, dal Giappone dove è volato per un vertice con Australia e India, ha ricordato al mondo che il vero interesse strategico americano è nel Pacifico, nello scontro con la Cina. Il presidente Usa ha minacciato un intervento militare in caso di invasione di Taiwan (parole dure che secondo i media Usa hanno stupito anche il suo entourage). Il capo del Pentagono Austin ha annunciato che 20 Paesi sono pronti a inviare altre armi a Kiev.
UE, PATTO DI STABILITÀ CONGELATO FINO AL 2024, L’ITALIA È SEMPRE OSSERVATO SPECIALE. La Commissione europea ha pubblicato le attese “raccomandazioni di aprile” sull’economia dell’area euro. Il dato principale è che il patto di stabilità che vincola il rapporto tra debito pubblico e Pil al 3%, messo in congelatore con la pandemia, resterà sospeso ancora per tutto il 2023. Ma non significa il liberi tutti, puntualizza il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis (e Commissario europeo per il commercio): “i Paesi dovrebbero tornare a politiche di bilancio prudenti” e anche Gentiloni ha messo in guardia dal fare debito in modo “illimitato”. Nello specifico, la Commissione segnala che l’Italia “sta vivendo squilibri eccessivi e paragona la “vulnerabilità” del nostro Paese a quella di Grecia e Cipro (va meglio alla Spagna e al Portogallo). La Commissione entra anche nel merito delle riforme, e oltre a menzionare l’attuazione del Pnrr raccomanda di ridurre le tasse sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema tributario, tra cui anche la revisione del catasto per adeguarlo ai valori di mercato. È proprio il tema su cui il centrodestra sta facendo ostruzionismo in Parlamento e infatti Salvini e Meloni sono subito insorti contro l’ingerenza europea (gli ha risposto Gentiloni). Sul Fatto di domani ci concentreremo sulla parte del documento della Commissione che attiene al lavoro e ai diritti sociali.
I DOLORI DEI MIGLIORI. DRAGHI STRETTO TRA BALNEARI E CATASTO, CINGOLANI ATTACCATO SULLA TRASPARENZA. Le raccomandazioni europee spiegano la frenesia di Draghi degli ultimi giorni, riguardo all’approvazione dei decreti che giacciono in parlamento bloccati dai veti incrociati delle anime della maggioranza. Scade domani l’ultimatum dato dal premier per l’accordo sul decreto concorrenza, che contiene la messa a bando delle concessioni dei balneari. Come abbiamo rilevato sul Fatto, comunque, i problemi di Draghi non sono tanto le smanie elettoralistiche dei partiti, ma i ritardi dei suoi ministri “migliori” nel produrre i bandi e le disposizioni attuative necessarie a portare avanti il Pnrr. E c’è anche un problema di trasparenza. L’associazione The good lobby denuncia per esempio che l’agenda degli incontri con i lobbisti del ministro della Transizione ecologica Cingolani è tuttora riservata, mentre si sa che sono stati molti in questi mesi gli incontri tra il ministro e i vertici di Eni e Snam. Cingolani è attaccato anche dagli animalisti per la norma sull’abbatimento dei cinghiali. A proposito di Capitale, sul Fatto di domani vedremo anche come procede la partita del termovalorizzatore di Roma, promosso dal sindaco Pd Gualtieri e infilato tra gli articoli del Decreto aiuti, a cui i 5 Stelle hanno dichiarato battaglia.
30 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI, IL CANDIDATO DI CENTRODESTRA DISERTA. Il trentennale della bomba che ha ucciso Giovanni Falcone, Francesca Movillo e gli agenti della scorta (sul Fatto di sabato il nostro speciale) è stato segnato dalle polemiche di stampo elettorale (a Palermo si vota il 12 giugno per il sindaco). E soprattutto da un’assenza. Il candidato sindaco del centrodestra, Roberto Lagalla, non si è presentato alla cerimonia organizzata stamattina a Palermo alla presenza del Capo dello Stato Mattarella e delle le autorità della Repubblica, oltre che della politica. Era proprio una di quelle cerimonie a cui tutti avrebbero voluto essere. Ma l’ex rettore, che è sponsorizzato dai pregiudicati per reati di mafia Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri tornati alla ribalta dopo aver scontato la pena, dice di aver disertato la commemorazione per ragioni di ordine pubblico: “Sono stato costretto a prendere questa decisione per evitare che qualche facinoroso potesse macchiare uno dei momenti simbolici più importanti della nostra città. Ieri dallo stesso palco in cui si terranno le celebrazioni è stato operato nei miei confronti un premeditato linciaggio morale camuffato da piece teatrale”. Lagalla ha aggiunto di aver avvisato Maria Falcone. ma la sorella del magistrato ucciso gli aveva chiesto di prendere le distanze dagli endorsement di Dell’Utri e Cuffaro. Oltre al racconto della giornata, sul Fatto di domani avremoun seguito della storia scritta da Marco Lillo sulla pista di un coinvolgimento nell’attentato a Falcone dell’estremista di destra Stefano Delle Chiaie.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Anche Starbucks lascia il mercato russo. Il marchio di caffetteria era in Russia da 15 anni. Continuerà a pagare lo stipendio ai 2000 dipendenti per 6 mesi.
Covid, i dati di oggi. Bassi come ogni lunedì, i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 9820 positivi, 80 le vittime.
Vaiolo delle scimmie, per l’Ecdc il rischio è basso. La maggior parte dei casi riscontrati in Europa “si è presentata con sintomi di malattia lievi e, per la popolazione più ampia, la probabilità di diffusione è molto bassa”, dichiara la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha pubblicato una prima valutazione del rischio del vaiolo delle scimmie. L’Ecdc però reputa anche alta la possibilità di ulteriore diffusione del morbo.
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