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LA RUSSIA BOCCIA IL PIANO DI PACE ITALIANO. VON DER LEYEN IMBRACCIA IL FUCILE. “Il Donbass non tornerà mai all’Ucraina”, il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev non ha tentennamenti. E lo dice in risposta al piano di pace proposto dall’Italia che bolla come “slegato dalla realtà, sembra preparato non da esperti, ma da politologi locali” (anche se poi il portavoce del Cremlino Peskov ha sostenuto di non averlo letto). Tutto ciò mentre il sindaco di Mariupol ha denunciato il “ritrovamento di 200 civili uccisi” e la macabra conta dell’Onu è arrivata a 4 mila vittime civili. Dal lato diplomatico, Svezia e Finlandia si preparano alla trasferta turca di una loro delegazione per affrontare la questione del veto di Ankara all’ingresso dei due paesi nella Nato. Ursula von der Leyen nelle dichiarazioni di oggi imbraccia il fucile e si allinea con Stati Uniti e Nato: “Kiev deve vincere, i russi scelgano il loro destino”, ha detto alludendo alla teoria del regime change a Mosca. Ma la sostanza è che, contemporaneamente, l’annunciato sesto pacchetto di sanzioni europeo è ancora di là da venire e siamo all’ennesimo braccio di ferro tra l’ungherese Orban e Bruxelles sullo stop al petrolio.
LETTA E LA CROCIATA PER IL GRANO. KISSINGER “IL RUSSO” D’AMERICA: BASTA GUERRA, L’UCRAINA DEVE NEGOZIARE. Intanto l’ex cancelliere Gerhard Schröder è stato ufficialmente nominato da Gazprom nel Consiglio di sorveglianza. C’è poi un caso grano ucraino: dalla Gran Bretagna è arrivata, poi smentita, la proposta di organizzare una missione militare per scortare il grano bloccato nel porto di Odessa e consegnarlo ai Paesi che lo aspettano. Il governo britannico ha smentito, ma il leader Pd Letta aveva fatto in tempo a definire la mossa “una priorità”: “un’operazione militare e umanitaria per trasferire il grano bloccato a Odessa sarebbe un rischio, ma altrimenti milioni di persone moriranno di fame”. Dagli Stati Uniti è arrivata una voce fuori dal coro. “Kiev deve avviare negoziati prima che si creino rivolte e tensioni che non sarà facile superare”. Sono parole di Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano (protagonista della stagione del trattato sulle armi nucleari Usa-Urss, implicato nel golpe cileno di Pinochet ecc.) che oggi ha 98 anni ed è intervenuto al World Economic Forum di Davos. Kissinger ha detto che l’Occidente non dovrebbe cercare di infliggere una sconfitta alla Russia, e l’Ucraina dovrebbe accettare di rinunciare a parte del suo territorio per la pace. Idealmente si dovrebbe tornare allo statu quo ante, ha continuato. Le sue frasi non hanno fatto piacere agli ucraini. Il consigliere di Zelensky su Twitter ha controbattutto: “allora il prossimo passo è cedere a Putin Polonia e Lituania”. Sul Fatto di domani vedremo cosa ha detto l’ex segretario di Stato Usa.
LA GUERRA, LA STORIA E LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE: DIALOGO TRA ALESSANDRO BARBERO E ALESSANDRO DI BATTISTA. L’epoca che stiamo vivendo assomiglia più alla stagione delle crociate o a quella immediatamente successiva al crollo dell’Impero romano, in cui la prima vittima è stata la razionalità politica? Sul Fatto di domani anticipiamo una parte della conversazione tra lo storico Barbero e Alessandro Di Battista sul rapporto dell’Occidente con la guerra. Il dialogo fa parte di una serie podcast che Di Battista ha realizzato con FQ Extra, presto disponibile sulla versione digitale del Fatto Quotidiano.
SI SGONFIA IL CASO BALNEARI. AIUTI MILITARI, DRAGHI NON PARLERÀ AL SENATO. Il governo ha proposto ai partiti una mediazione sulla questione delle concessioni balneari contenuta nel decreto concorrenza, che Draghi vuole approvare il prima possibile. C’è la possibilità di rinviare le gare di un ulteriore anno, fino al 31 dicembre 2024 e un indennizzo per chi non si vedrà rinnovata la concessione, calcolato in base alle dichiarazioni dei redditi degli esercenti o a una perizia giurata. Ovviamente, nel calcolo non rientreranno i beni abusivi. Sembrano basi sufficienti alla Lega e a Forza Italia per rimuovere le barricate sul provvedimento, tanto che il voto sul Dl Concorrenza al Senato è già stato calendarizzato al 30 maggio. L’accordo è stato annunciato in serata. Ma finita una grana ne è cominciata un’altra. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto al Senato che Draghi riferisca davanti alle Camere prima di partire per il Consiglio straordinario dell’Ue. La proposta è stata bocciata. Sul Fatto di domani vedremo se Draghi è uscito da questa giornata più o meno saldo alla guida della maggioranza.
RIVELAZIONI SUL MANCATO ARRESTO DI RIINA: PERQUISITO IL GIORNALISTA DI REPORT. Dopo la puntata di ieri sera (ne abbiamo scritto anche sul Fatto di oggi con Marco Lillo), su mandato della Procura di Caltanissetta la Dia ha perquisito stamattina l’abitazione dell’inviato di Report Paolo Mondani e la redazione del programma d’inchiesta in onda su Rai3. La notizia è stata data dal conduttore Sigfrido Ranucci con un post su Facebook: “il motivo sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera nella quale si evidenziava la presenza di Stefano delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci. Da parte nostra c’è massima collaborazione. Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura”. I pm hanno precisato che l’inchiesta punta a verificare la genuinità delle fonti di Mondani e non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta dal giornalista. Ma la Federazione Nazionale della Stampa Italiana la considera comunque un’ingerenza della magistratura e chiede in un comunicato di approvare norme più efficaci a tutela delle fonti e del segreto professionale dei giornalisti, citando raccomandazioni della Corte europea dei diritti dell’uomo. Sul Fatto di domani racconteremo anche questo capitolo del caso.
SU FQ EXTRA
Inquinare è inevitabile? È uscita la seconda puntata di Non sono d’accordo, il podcast di Valentina Petrini e Maura Gancitano, stavolta sul tema del cambiamento climatico e dell’ecologia. Sei puntate per scandagliare temi controversi con dati scientifici, ascoltando punti di vista fuori dal coro e a tinte forti. Quando si scontrano opinioni radicali, trovare un punto d’incontro non è mai impossibile. ASCOLTA SU FQ EXTRA
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Caro Amara, Storari in aula come testimone a Brescia. Il pm di Milano Paolo Storari, già assolto in rito abbreviato per rivelazione di segreto d’ufficio, è stato convocato come testimone a Brescia nel processo che vede imputato Piercamillo Davigo. Con la consegna dei verbali di Amara a Piercamillo Davigo “per me era stato avvertito il Csm. Quello che è accaduto e sta accadendo lo trovo lunare”, ha detto. Sul Fatto di domani riportiamo le dichiarazioni presentate in audizione.
Il cardinale Zuppi è il nuovo presidente della Cei. Papa Francesco ha nominato presidente della Conferenza Episcopale Italiana l’attuale arcivescovo di Bologna. A capo della congregazione dei vescovi ci sarà adesso un parroco di strada.
Covid, i dati di oggi. I casi di registrati nelle ultime 24 ore sono 29.875 e le vittime 95.
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