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UCRAINA, L’AVANZATA DEI RUSSI NEL DONBASS. PUTIN: LE SANZIONI “QUASI UN’AGGRESSIONE”. L’esercito di Mosca accelera nel Donbass e mette in difficoltà le difese ucraine. La conferma viene oggi anche dai servizi britannici. Nella regione di Lugansk i russi stanno stringendo in una sacca i difensori di Kiev tagliando le vie di fuga e sono a un passo dal circondare Severodonetsk: “La città è accerchiata per 2/3 ma non si è arresa”, ha affermato il vertice dell’amministrazione militare locale. Sul Fatto di domani racconteremo cosa sta accadendo nelle zone più calde del conflitto con un nostro reportage. Mosca lavora anche per insediare la sua autorità delle zone conquistate. A Kherson è stata inviata la polizia russa, e a Mariupol ai cittadini sono stati distribuiti passaporti col timbro di Mosca. Il porto della città, affermano i russi, sarà riattivato entro fine maggio. Nel frattempo Putin alza la voce e definisce le pressioni economiche occidentali “quasi un’aggressione”. Secondo il Cremlino, inoltre, “i negoziati con l’Ucraina sono stati sospesi su decisione di Kiev”.
ZELENSKY A DRAGHI: “PIÙ ARMI”. L’ANALISI DI MINI, GLI ERRORI CHE ALLONTANANO LA PACE. Draghi e Zelensky si sono parlati al telefono, come annunciato dal premier italiano dopo la chiamata con Putin di ieri. Il cuore della conversazione era trovare un modo per liberare i container di grano bloccati nei porti ucraini (22 milioni di tonnellate secondo l’Ucraina), ma Zelensky ha chiesto anche “ulteriore supporto militare”. Questo mentre l’ambasciatore di Kiev a Berlino, Andrij Melnyk, lanciava pesanti accuse contro il governo tedesco in un’intervista alla Bild: “Militarmente, l’Ucraina è stata semplicemente lasciata sola da Berlino”. Il dibattito attualmente riguarda la richiesta di missili a lungo raggio, con cui si potrebbero colpire obiettivi in territorio russo. Molti Paesi Nato hanno dubbi, anche se secondo la Cnn Biden starebbe per dare l’ok, con il sostegno della Gran Bretagna. Il presidente ucraino, comunque, da qualche giorno ha cominciato a parlare più insistentemente di ripresa dei negoziati. In una dichiarazione di oggi riconosce che per fermare la guerra bisognerà parlare con la Russia. Di trattative e delle posizioni in campo parlerà sul Fatto di domani un’ampia analisi di Fabio Mini, che passerà in rassegna le possibili vie d’uscita per il cessate il fuoco e gli errori che stanno allontanando la via al negoziato. Torna l’ipotesi di un viaggio di Salvini a Mosca, a confermare l’intenzione (ma non la decisione presa) sarebbero fonti interne Lega.
PNRR, ALLARME RIENTRATO? ACCORDO SULLA DELEGA FISCALE, MA LEU CRITICA UN ARTICOLO. Draghi si dice rasserenato. “L’Italia raggiungerà tutti gli obiettivi del Pnrr indicati entro fine giugno”, ha assicurato ieri. E dopo il primo sì votato al tormentato ddl concorrenza (previo rinvio delle questioni più divisive però, come abbiamo spiegato sul Fatto di oggi) che sarà in Aula lunedì 30 maggio, oggi è stato annunciato un accordo di maggioranza sulla delega per la riforma fiscale, di cui vedremo i dettagli sul Fatto di domani. La sinistra di LeU ha fatto sapere che non voterà l’articolo 2 sulla tassazione del reddito delle persone: cristallizza le disuguaglianze ai danni dei redditi medio-bassi. Sul fronte economico più generale, l’Istat ha pubblicato i dati sul commercio extra Ue dell’Italia, che mostrano un’esplosione delle importazioni di prodotti energetici e in particolare dei prodotti provenienti dalla Russia (+118,8%) e dai Paesi Opec (+109,6%). A Berlino, i ministri del G7 si sono impegnati, ed è la prima volta, a decarbonizzare la produzione elettrica entro il 2035 e i trasporti su strada entro il 2030. Già da quest’anno la promessa è interrompere i finanziamenti pubblici a centrali a combustibili fossili.
AMMINISTRATIVE: A PALERMO IL MOVIMENTO CHE DICE NO AL RITORNO DEI CONDANNATI PER MAFIA. Con le amministrative del 12 giugno che si avvicinano, la Sicilia è teatro di due “grandi ritorni”. Il primo è quello dell’alleanza giallorosa, con la proposta di primarie unitarie nella Regione tra Pd e M5S, che però restano solo un’ipotesi frenata dai vertici nazionali. L’altro ritorno è invece certo, quello di Micciché e Cuffaro a Palermo. I due condannati per reati di mafia (che hanno scontato la pena) sono sponsor del candidato di centrodestra Lagalla. Sul Fatto di domani faremo un approfondimento su chi sono e cosa vogliono i giovani del collettivo artistico “Offline corporation” che dal 20 maggio ha tappezzato i muri di Palermo con manifesti satirici che prendono di mira il partito di Cuffaro e Forza Italia. Il candidato di centrodestra Lagalla li ha definiti “loschi manifesti” che allontanano i turisti: “La città sta dicendo no a chi confonde l’arte e la goliardia con la diffamazione e il danno d’immagine”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il primo atto di Zuppi: un report sugli abusi nella Chiesa italiana. “Lo dobbiamo alle vittime”. Il neo eletto presidente della Conferenza episcopale italiana ha annunciato che sarà pubblicato un report sui casi di violenza da parte del clero e sulle attività di prevenzione per il 18 novembre. Il piano è stato definito “irricevibile” dalla Rete L’Abuso, secondo cui in Italia le vittime potenziali sarebbero un milione.
A Milano il Pd contro Assange. I dem del consiglio comunale milanese si sono opposti alla proposta di concedere la cittadinanza onoraria a Julian Assange, avanzata da Europa Verde (e bocciata). La tesi è che gli Usa hanno ragione a perseguirlo per rivelazione di segreti militari.
Covid, i dati di oggi. I nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore sono 19.666 e i morti 105. Scendono i ricoverati.
Che c’è di Bello. Nel nostro inserto cultura del sabato, questa settimana partiremo con il toto-vincitori della palma d’oro al Festival del cinema di Cannes. Recensiremo poi il teatro civile di Tiago Rodrigues, i romanzi La cronologia dell’acqua di Lidia Yuknavitch e l’ultimo della trilogia poliziesca di Javier Cercas, oltre all’ultimo saggio dello storico Enzo Traverso La tirannide dell’io.
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