Bavaglio

Milano, il Partito democratico nega la cittadinanza onoraria a Julian Assange

Spaccata la maggioranza in consiglio comunale: “Ha spiattellato documenti riservati”

28 Maggio 2022

“Uno stato deve avere il diritto di secretare delle carte per preservare la democrazia liberale”. Con queste parole il Pd ha rigettato la richiesta di rendere Julian Assange cittadino onorario di Milano, annacquando una mozione presentata in Consiglio dai Verdi e criticando il giornalista che contribuì a far emergere documenti compromettenti sul governo americano. Per aver fatto il suo lavoro provocando lo scandalo WikiLeaks, Assange oggi rischia l’estradizione da Londra agli Stati Uniti, dove lo aspetta la pena spropositata di 175 anni di carcere.

Per il Pd, però, Assange non merita alcun riconoscimento, anche a costo di spaccare la maggioranza che sostiene il sindaco Beppe Sala. Due giorni fa infatti Carlo Monguzzi di Europa Verde e due consiglieri della lista Beppe Sala sindaco – Enrico Fedrighini e Marco Mazzei – hanno depositato una mozione per chiedere il riconoscimento della cittadinanza onoraria ad Assange e impegnare l’amministrazione ad esprimersi contro la sua estradizione dal Regno Unito. Un testo ritenuto inaccettabile dal Partito democratico, che con un emendamento ha sbianchettato alcune parti facendo così approvare dalla maggioranza una mozione che prevede generiche “azioni di sensibilizzazione verso la libertà di informazione” e una condanna limitata al “trattamento processuale” riservato al giornalista.

Nulla che possa soddisfare Monguzzi, che infatti si definisce “deluso e allibito” dagli alleati: “Questi emendamenti snaturano completamente la mozione”.

Eppure, per Pd e Italia Viva, non c’è ragione per glorificare Assange: “Non si è comportato da giornalista, ha pubblicato senza nessuna spiegazione o mediazione una massa di documenti secretati”, è la versione della renziana Lisa Noja. “Spiattellare così documenti riservati non va bene – dice invece il dem Daniele Nahum – Non possiamo paragonare Assange con Patrick Zaki (a cui invece era stata assegnata la cittadinanza onoraria, nda), che si batte contro un regime che nega i diritti civili. Gli Stati Uniti non sono l’Egitto e sono nostri alleati, opporsi all’estradizione può creare problemi”.

E se il sindaco Sala non commenta la spaccatura della sua maggioranza, l’eurodeputato del Pd Pier Francesco Majorino, che a Milano è stato assessore, pur senza accusare direttamente i colleghi di partito lascia intuire il proprio disappunto per il pasticcio in Consiglio: “Sulla cittadinanza in sé non ho molto da dire – confida al Fatto – Certamente siamo di fronte a un caso, quello di Assange, rispetto a cui non ci si può girare dall’altra parte. Si tratta di uno scandalo assoluto e di una pagina molto oscura”. Non abbastanza, secondo il centrosinistra milanese.

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