FrancoTiratore

Ucraina e Texas, quanto vale una vita umana

31 Maggio 2022

Non so voi, ma io trascorsi tre mesi e oltre di stragi, massacri e devastazioni non riesco quasi più a leggere (e a guardare) scene di altre stragi, altri massacri e altre devastazioni. Ho scritto quasi più perché il lavoro che svolgo m’impone di non distogliere lo sguardo poiché, ogni giorno, quell’orrore incombente può dirci qualcosa di più sull’incubo in cui siamo piombati in quel 24 febbraio e dal quale, come in un’interminabile angoscia notturna, non riusciamo a uscire. Oggi nessuno può sapere quanto un cessate il fuoco concordato con Zelensky appartenga realmente all’agenda bellica dello Zar Putin. Oppure se i cosiddetti spiragli di trattativa rappresentino solo un lugubre diversivo, l’ennesima finzione del gatto che gioca col topo convinto di farne prima o poi un solo boccone. Con una variabile, però, che il felino criminale forse sottovaluta: il livello di sopportazione delle opinioni pubbliche occidentali davanti a spettacoli scellerati come (dopo Bucha) quello dei morti ucraini accumulati come immondizia all’interno del supermercato di Mariupol. Non si comprende infatti come il padrone del Cremlino non si renda conto che simili, ripetute esibizioni di pura malvagità, oltre a ricoprire d’infamia l’intero popolo russo possono impedire ai governi europei, anche ai più bendisposti, di parlare con lui, ormai marchiato come il regista di tanta disumana abiezione.

Non so voi, ma io non sono riuscito a guardare le foto dei 19 bimbi assassinati a Uvalde, insieme a due loro insegnanti, da quel maledetto fuori di testa e dai suoi complici: i maledetti delle lobby affaristico-politiche che prosperano sulle carneficine. Il nesso tra ciò che accade in Ucraina e i fatti del Texas? L’assoluto disprezzo per la vita umana. La prevalenza dei più biechi interessi. La manipolazione delle coscienze a cui viene fatto credere che sparare al prossimo, in una trincea o in una scuola (o sperimentare altri missili con altre testate nucleari) faccia parte del naturale corso della storia. Che perciò l’unica cosa che possiamo fare è non farci trovare in traiettoria. Non so voi, ma io alla ricerca disperata di una notizia umana l’ho trovata nell’intervista a Violante Guidotti, moglie di Carlo Calenda, cui è stata diagnosticata la leucemia. Che alla domanda su cosa farebbe se avesse davanti la persona che le ha donato il midollo risponde: “Lo guarderei negli occhi e lo abbraccerei. Mi manca molto il non poter conoscere il suo viso, la sua voce. Soffro il poter essergli grata solo a metà”. Grazie.

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