LA SPESA MILITARE ARRICCHISCE GLI USA. Cento miliardi di euro per potenziare l’esercito tedesco. L’aveva annunciato il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz il 27 febbraio, tre giorni dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin. Ieri il parlamento tedesco ha approvato lo stanziamento cambiando il dettato della Costituzione. Una svolta storica per la Germania, ma è solo un tassello del mosaico. Berlino aumenterà la spesa annuale per la difesa al 2 per cento del prodotto interno lordo. Lo chiede la Nato a guida americana, l’Europa si adegua. Non è detto che i cittadini siano favorevoli al riarmo. Secondo un sondaggio di Deutsche Welle, il canale di notizie di proprietà dello Stato, circa 2 tedeschi su 3 sono contrari all’invio di altre armi; gli elettori preferirebbero la via diplomatica o il deterrente delle sanzioni. Sul Fatto di domani racconteremo come buona parte della spesa sulle armi finirà nelle casse delle multinazionali americane. La Commissione Ue, infatti, ha ribadito come circa il 60% della spesa militare è destinato alle importazioni. In Europa, le industrie della difesa non sono ancora pronte a soddisfare la crescente richiesta di tecnologie militari. Illustreremo, Stato per Stato, quali sono le armi nell’arsenale del Vecchio Continente.
DONBASS A FUOCO, SLOVIANSK NEL MIRINO (RICORDANDO ROCCHELLI). A Sloviansk “ci sono ancora 25mila civili sotto il costante bombardamento russo”. Lo ha detto il sindaco della città della regione di Donetsk, Vadym Lyakh. “La notte è stata relativamente calma, anche se questa settimana siamo stati bombardati più volte. Ci sono vittime tra la popolazione civile, ma anche case, scuole”, ha spiegato. Originariamente Sloviansk contava 100mila abitanti, ma il numero delle evacuazioni è quasi raddoppiato questa settimana. È la città dove ha perso la vita il fotoreporter italiano (classe 1983) Andy Rocchelli, insieme al giornalista russo Andrej Mironov. Era il 24 maggio 2014, il giorno dell’uccisione. Da allora, Sloviansk è sempre di più un punto nevralgico della contesa tra Ucraina e i filorussi. Vi racconteremo perché la città è nel mirino di Putin. Ma non c’è solo Sloviansk. Un altro fronte decisivo è il centro di Severodonetsk, nell’area di Lugansk. Dove, secondo il governatore militare ucraino Serhii Haidai, i russi “fanno saltare ponti” per impedire i rifornimenti alla resistenza di Zelensky. A Odessa, un “missile russo” ha colpito alle prime ore di oggi una struttura agricola (almeno due feriti). Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha stimato la durata del conflitto tra i due e i sei mesi, sposando la “dottrina Biden” esposta in un commento del presidente sul New York Times: più armi, più forza contrattuale al tavolo del negoziato. Prima, però, c’è la grana delle “spie” in patria: più di 1.400 cittadini ucraini sono stati accusati di tradimento e collaborazione con l’esercito russo. Rischiano fino a 15 anni di carcere.
MELONI E I FRATELLI D’INCIUCIO, M5S ALLA PROVA DELLE AMMINISTRATIVE. Il partito di Giorgia Meloni sembra sempre più morbido col governo Draghi ma non per questo scende nei sondaggi. Fratelli d’Italia, per le proiezioni, è sempre il primo partito, e c’è chi sogna un grande inciucio di governo in salsa atlantica. Infatti sull’invio di armi all’Ucraina Meloni ha lanciato chiari segnali di distensione verso Palazzo Chigi. Tanto che Giuseppe Conte, tempo fa, ha criticato sprezzante: “Meloni vuole armare anche gli scoiattoli e i panda”. Qualche opinionista si spinge fino ad ipotizzare un duo Letta-Meloni, per rompere l’alleanza giallorosa e mettere all’angolo Giuseppe Conte. Sul giornale di domani illustreremo la direzione governista impressa da Giorgia Meloni al timone di Fratelli d’Italia. Poi faremo il punto sullo stato di salute del Movimento 5 stelle, alla vigilia del voto amministrativo: sono più di 900 i Comuni dove si andrà al voto il 12 giugno. Il 4 marzo 2018, il M5s era il primo partito col 32 per cento dei voti. Oggi è al governo con un seguito popolare (secondo i sondaggi) che vale circa la metà. Andremo a Rieti, dove dal simbolo grillino sparisce la parola Movimento ed entra il nome dell’ex premier. Un gioco di parole, tra “Conte” e “Con Te”.
LAVORO DA MORIRE, VIAGGIO NELLO SFRUTTAMENTO. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha già lanciato l’allarme: guai ad alzare i salari mentre i prezzi crescono. A giudicare dalla nostra indagine, il rischio pare scongiurato. Sul Fatto di domani racconteremo la nostra ricognizione sugli annunci di lavoro pubblicati sui social network: le paghe certo non sono un sogno, ma gli orari e i diritti spesso sono un incubo. Del resto, il numero 1 di Confindustria Carlo Bonomi lo aveva ammesso: “Quando cerchiamo i giovani per dargli lavoro abbiamo un grande competitor che è il Reddito di cittadinanza”. 500 euro al mese: è la somma media erogata per nucleo familiare grazie al Reddito. Del resto le destre e Renzi (fino a una parte del Pd) non hanno mai fatto mistero della loro avversione alla misura contro la povertà voluta dal Movimento 5 Stelle. E mentre la Germania alza il salario minimo a 12 euro l’ora (per fronteggiare l’impennata dei prezzi) in Italia il ministro Renato Brunetta boccia la misura: “È contro la nostra storia, la crisi non c’è”. L’Unione europea è vicina ad un accordo per una direttiva sul salario minimo che vincolerebbe gli Stati. “Serve il salario minimo”, ha dichiarato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Rifiuti Capitali. A Roma è cambiato il sindaco, ma con Roberto Gualtieri i rifiuti non sono diminuiti, anzi. E l’annuncio dell’inceneritore rischia di infliggere un duro colpo alla raccolta differenziata.
Vaccini, intervista a Peter Doshi. Il docente dell’Università del Maryland e senior editor del British Medical Journal espone tutti i dubbi sui vaccini, partendo dai dati più recenti.
Ligabue in concerto. Sono già in migliaia i fan presenti nell’arena Rcf di Reggio Emilia, nell’area di Campovolo, per celebrare i 30 anni di carriera di del cantautore. Tra gli ospiti di Ligabue, sul palco, ci saranno Gazzelle, Eugenio Finardi, Elisa e Loredana Bertè.
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