L’America di Biden raccoglie i frutti amari di Trump. Il magnate aveva potuto nominare ben tre giudici supremi, rimpiazzando un conservatore, una progressista e un moderato spesso ago della bilancia nelle decisioni della Corte con tre giudici dichiaratamente conservatori, cinquantenni e destinati, quindi, a restare in carica a lungo. Trump ha orientato in senso conservatore la Corte per i decenni a venire. L’unico modo di correggere lo squilibrio sarebbe aumentare il numero dei giudici: ma i Democratici non hanno la forza per imporre la modifica.
Oggi i nove giudici non sono uno spaccato dell’America: sei uomini e tre donne; sei bianchi, un nero (conservatore), un italo-americano e una ispanica; ben sei cattolici su nove (i cattolici sono un quarto circa della popolazione, oltre 75 milioni), due ebrei e un solo protestante, per di più ex cattolico convertitosi.
Il mandato è a vita. Il presidente li designa, ma il Senato li approva. È qui uno dei nodi: nel Senato, i 600 mila elettori conservatori del Wyoming valgono quanto i 55 milioni di elettori progressisti della California, cioè due senatori.
Il sistema favorisce i repubblicani, forti negli Stati rurali, più numerosi e meno popolosi. Nel 2016, impedirono a Obama, con la scusa fosse a fine mandato (nove mesi dalle elezioni), di rimpiazzare con un progressista l’arci-conservatore d’origine italiana Antonin Scalia, deceduto in Texas durante una battuta di caccia. Risultato, la nomina la fece Trump, che scelse Neil Gorsuch, conservatore, cattolico di nascita e gesuita di educazione, e protestante con il matrimonio.
Trump poté poi sostituire Anthony Kennedy, messosi in pensione a 82 anni, designato nel 1988 da Ronald Reagan e considerato l’ago della bilancia della Corte Suprema; al suo posto Brett Kavanaugh, contestatissimo per passate storie alla #MeToo. Nel 2020 morì Ruth Bader Gingsburg, icona liberal, alla Corte dal 1993; mancavano poche settimane alle Presidenziali, ma i epubblicani precipitarono i tempi della conferma di Amy Coney Barrett, cattolica, integralista, attivista anti-aborto.
Biden ha poche chance di correggere lo squilibrio. Il giudice più anziano, Stephen Breyer, 84 anni, è un progressista (fu scelto da Clinton): se si facesse da parte e Biden designasse il sostituto, la situazione resterebbe inalterata.