Sono felice di avere il tempo di chiarire la mia posizione sull’invio delle armi all’Ucraina.
In primo luogo, non ho mai detto che l’Ucraina avrebbe dovuto astenersi dalla difesa militare. Questa frase, che non ho mai pronunciato, appare sulla pagina Wikipedia a me dedicata, ma è falsa. Nel primo giorno di guerra avevo detto che l’Europa avrebbe dovuto scegliere tra due strade: trattare con Putin per arrestare la guerra sul nascere oppure inviare le armi all’Ucraina trasformandola in una nuova Siria. Spiegai che la trattativa con Putin sarebbe stata la soluzione migliore per gli ucraini e per gli europei giacché l’invio delle armi avrebbe posto gli ucraini in una condizione disperata e i fatti mi hanno dato ragione. La strategia del governo Draghi di inviare le armi è fallita sul campo. In base ai proclami di Draghi, l’invio delle armi avrebbe avvicinato la pace. In sintesi, ecco il ragionamento del governo Draghi: “Se l’Europa invia molte armi e gli ucraini uccidono molti russi, Putin si arrenderà”. Ma è accaduto esattamente il contrario: tutte le volte che il blocco occidentale ha inviato le armi agli ucraini, Putin ha intensificato la sua offensiva uccidendo un numero sempre più grande di ucraini e devastando sempre più città. Più armi, più disgrazie per l’Ucraina.
Giunto a questo punto, vorrei svelare l’ultimo inganno del governo Draghi. Nel suo recente discorso alla Camera, Draghi ha detto che in Italia si fronteggiano due posizioni: la prima posizione propone di aiutare gli ucraini con le armi, mentre la seconda propone di abbandonarli ai russi senza muovere un dito. Questa rappresentazione di Draghi è falsa ed è volta a manipolare l’opinione pubblica per aumentare i consensi verso le scelte del governo. La seconda posizione non propone affatto di rimanere a guardare. Propone di trattare con Putin, ma Draghi si guarda bene dal dirlo perché una trattativa seria con Putin implica di porre fine all’avanzata della Nato verso i confini della Russia, a cui il governo Draghi non si oppone perché teme la furia della Casa Bianca e non solo. Siccome la Nato non vuole rinunciare a espandersi a spese della Russia, Draghi ha inventato che Putin non vuole trattare. Putin vuole trattare, ma vuole trattare soprattutto la fine dell’espansione della Nato verso i confini della Russia. Siccome la Nato non vuole arrestare la propria avanzata, afferma falsamente che la Russia si oppone a qualunque trattativa.
Giunti a questo punto, possiamo smascherare gli inganni contenuti del discorso alla Camera di Draghi: le posizioni in Italia sono almeno tre e non due. La prima è quella del governo Draghi che propone la guerra a oltranza in Ucraina; la seconda è quella di chi vorrebbe abbandonare l’Ucraina ai russi; la terza, la mia posizione, è quella di assicurare a Putin che la Nato non avanzerà più verso i confini della Russia. La terza posizione propone di ridiscutere il tema della sicurezza internazionale in Europa in modo complessivo. Si tratta di una posizione che non può andare bene a Draghi perché implica di impedire alla Finlandia di entrare nella Nato e di porre fine alle esercitazioni della Nato in Georgia. In sintesi, siccome il governo Draghi non vuole bloccare l’avanzata della Nato ai confini della Russia, afferma che Putin non vuole trattare. Putin vuole una trattativa, ma è una trattativa che alla Nato non piace perché limita la sua espansione a Est e così Draghi afferma che non esiste alternativa all’invio di armi pesanti all’Ucraina. La critica della politica internazionale serve a smascherare gli inganni dei governi che provocano esiti terribili per l’umanità.