PUTINIANI D’ITALIA, LA NUOVA LISTA DI PROSCRIZIONE (E LA LOTTA DEL FATTO CONTRO IL BAVAGLIO). Il 5 giugno il Corriere della Sera ha pubblicato nomi e foto dei nuovi putiniani, additandoli come strumenti della propaganda russa in Italia. Oggi, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, è stato presentato un rapporto con una nuova lista di proscrizione. Il report si intitola “Disinformazione sul conflitto russo-ucraino”. È firmato da due associazioni, Federazione Italiana Diritti Umani (Fidu) e Open Dialogue Foundation (Odf). L’evento è sostenuto da due esponenti del partito democratico (Lia Quartapelle e Andrea Romano) e da Riccardo Magi di +Europa. Romano, componente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, si era già scagliato contro Marc Innaro (inviato Rai a Mosca) agli albori dell’invasione russa. Nel documento di presentazione della conferenza stampa a Montecitorio, si punta il dito contro viale Mazzini, Mediaset e La7: “Hanno spesso rasentato la violazione delle sanzioni dell’UE contro i media statali russi, agendo contro gli obiettivi perseguiti dall’Unione”. Domani leggerete la cronaca dell’evento, con un’analisi del nuovo “bavaglio” strisciante. Il Fatto è in prima linea contro la nuova deriva censoria: sul giornale racconteremo come è andato ieri sera l’evento streaming “La guerra alle idee”, con le firme del quotidiano a dire la loro sul conflitto in Ucraina. Clicca qui per rivedere l’evento. Per leggere gli interventi, clicca qui.
UCRAINA, L’OCCIDENTE MOSTRA I MUSCOLI. II vertice dei sette grandi (Stati Uniti, Canada, Giappone, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia) si conclude in Germania mostrando i muscoli a Vladimir Putin. Mario Draghi è fermo sulla linea di Joe Biden: le sanzioni “sono essenziali per portare Mosca al tavolo della pace, ma dobbiamo essere pronti ad accogliere gli spazi dei negoziati”. La diplomazia per ora resta in seconda fila, malgrado la timida apertura da Mosca: secondo Dmitrij Peskov – portavoce del Cremlino – la guerra potrebbe concludersi “prima della fine della giornata odierna”, se Kiev ordinasse alle sue “unità nazionaliste di deporre le armi”. Il G7 boccia la proposta con le parole di Macron: “L’aggressione della Russia all’Ucraina ha un obiettivo: la resa dell’Ucraina. Non si chiama trattativa”. In risposta alle sanzioni, la Russia ha vietato l’ingresso nel Paese alla moglie e alla figlia del presidente americano Joe Biden, Jill e Ashley. E punta ancora il dito sull’invio di armi a Kiev: “Non fa che stringere la spirale del conflitto e aumenta la minaccia di un’ulteriore escalation con conseguenze imprevedibili”, ha affermato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov. Intanto, negli Stati Uniti si aprono spazi di dissenso sulla linea della Casa Bianca: la Cnn riporta le opinioni di alcuni funzionari, per nulla convinti di poter ribaltare le sorti della guerra riconquistando il Donbass. Zelensky però ci crede e chiede aiuto agli alleati. Sul giornale racconteremo gli eventi sul campo e le strategie dell’Occidente. Oggi si è aperto anche il vertice Nato di Madrid: come abbiamo scritto, l’Alleanza atlantica intende rafforzare il contingente europeo. Al momento vi sono oltre 100mila soldati americani dispiegati in Europa. Poi racconteremo l’altro tema caldo: il gas e il petrolio. Mario Draghi insiste sulla necessità di un tetto al prezzo per il commercio con la Russia. E anche stavolta non sembra riuscire a ottenere il risultato. Solo nei primi 100 giorni di guerra Mosca ha incassato oltre 90 miliardi di euro. Dal vertice Nato di Madrid, il segretario Jens Stoltenberg ha dato la linea: “La guerra evidenzia la necessità di liberarci dal petrolio e dal gas russi. Dobbiamo diversificare le nostre fonti o fornitori di energia”.
IL CASO TOMMASI: LONTANI DAI PARTITI, SI VINCE (E VOTANO SOLO I RICCHI). Letta ha riconosciuto i meriti dei candidati distanti dai partiti: “Esterni, come il professore Nicola Fiorita a Catanzaro e il calciatore dalla grande forza sociale, Damiano Tommasi, a Verona”. Eppure, la tentazione dei partiti è mettere il cappello sulle vittorie altrui. Su giornale approfondiremo il “caso Tommasi”: al primo turno la sua lista civica ha preso da sola il 16% dei voti, superando il Partito democratico (fermo al 13%). L’ex calciatore è stato ben attento a marcare le distanze con i leader del centrosinistra, appoggiandosi ai giovani sul territorio. Andremo a conoscere i volti nuovi che sostengono il neosindaco scaligero. La vittoria di Tommasi mostra come il desiderio di cambiare resta forte nel Paese. La voglia di rinnovamento – che in passato gonfiò le vele del Movimento 5 stelle – non è ancora sopita. I partiti tradizionali però faticano ad intercettare gli umori popolari (vagheggiando alleanze al centro). Infatti l’astensione – come leggete sul giornale di oggi – è ancora il primo partito: nei ballottaggi di domenica ha sfiorato il 58 per cento. Ascolteremo gli esperti per sondare il corpo elettorale: a recarsi alle urne, infatti, sono i ceti benestanti. Tommasi s’insedierà domani in municipio. Manterrà per sé la delega allo sport e alla famiglia, creando un nuovo assessorato dedicato al Terzo settore. Ma il cammino non sarà facile, l’estrema destra promette battaglia. “Tommasi non arriverà a fine consiliatura”, avvisa Luca Castellini, capo della curva sud del Verona e dirigente locale di Forza Nuova.
M5S, LA TRATTATIVA TRA CONTE E GRILLO. Nel secondo giorno di Beppe Grillo a Roma, il garante ha parlato con i parlamentari pentastellati e mandato un avviso a Mario Draghi: “Se pensa che il Movimento è quello del guaglione di Pomigliano d’Arco allora noi non ci stiamo al governo”. In un solo affondo, Grillo parla al presidente del Consiglio e sbertuccia l’ex pupillo Luigi Di Maio. Dai deputati grillini trapelano dettagli sui colloqui con il fondatore. Non sarebbe più un tabù l’uscita dal governo. Il Movimento potrebbe rinunciare ai ministeri garantendo l’appoggio esterno, valutando i singoli provvedimenti dell’esecutivo. Grillo rassicura sui suoi rapporti con l’ex premier: “State calmi con Giuseppe Conte, perché andiamo d’accordo perfettamente”. Resta il nodo dei due mandati. Il presidente dei Cinque stelle chiede deroghe per blindare i suoi e lanciare la candidatura di Giancarlo Cancelleri alle primarie di luglio in Sicilia, in vista del voto regionale in autunno. Grillo appare fermo, niente eccezioni ad una delle regole fondanti del Movimento. Beppe trova anche il tempo per strigliare i giornalisti: “Siete esaltati, quando vi comporterete bene con me, con noi, con il Movimento, faremo delle belle interviste”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Covid. Sono 83.555 i nuovi contagi registrati oggi, aumentati del 33,3% rispetto a una settimana fa. 69 i decessi. Il tasso di positività scende all’11,65%.
Siccità. Gran parte del consumo d’acqua non è domestico, ma industriale e agricolo. Domani approfondiremo cause e soluzioni per la crisi idrica.
Mamma Rai. Oggi sono stati presentati i palinsesti. Leggerete tutte le novità e i retroscena sulla prossima stagione della tv pubblica.
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