Ascolta il podcast del Fatto di domani
DRAGHI CHIUDE (A MODO SUO) LO SCONTRO CON CONTE. “Questo governo non si fa senza i 5 Stelle”, ma allo stesso tempo “non si accontenta di un appoggio esterno”. Così Draghi prova a gettare acqua sul fuoco dello scontro con Conte (e il triangolo con Grillo) di questi giorni, durante la conferenza stampa post-Consiglio dei ministri di oggi. Di più, il premier smentisce categoricamente di aver mai chiesto a Grillo di “rimuovere Conte”. Non solo, sui messaggi che si sarebbe scambiato con il comico genovese, risponde con baldanza: “Fatemeli vedere, io non li ho”. Poi esclude a più riprese di voler guidare un nuovo governo dal 2023. Rientrato ieri sera in anticipo dal vertice Nato, Draghi stamattina è salito al Quirinale per un colloquio di un’ora con il Presidente Mattarella. Ufficialmente ha riferito sugli impegni internazionali, ma difficile credere che non si siano menzionate le frizioni di questi giorni. Conte del resto era salito al Colle proprio ieri, secondo l’agenzia Ansa per confermare al Capo dello Stato il sostegno al governo. Il leader 5S fa muro quindi rispetto al pressing interno per l’uscita dall’esecutivo e l’appoggio esterno. Oggi il suo vice Mario Turco ha ripetuto che “l’ipotesi non è all’ordine del giorno”. I malumori nei 5S riguardano però anche il comportamento del garante Beppe Grillo, che durante la sua visita a Roma ha svelato un rapporto con Draghi che tende a delegittimare la leadership del suo stesso Movimento. Nel frattempo la Lega si dimena per non finire in secondo piano nelle cronache, e così incalza chiedendo lo stop ai lavori parlamentari sulla cannabis e sul cosiddetto ius scholae, presentando 1500 emendamenti per fare ostruzionismo. Sul Fatto di domani vedremo se le parole di Draghi sull’indicente con Conte possono considerarsi definitive.
GAS E BOLLETTE: IL GOVERNO TAMPONA. 4 MILIARDI GLI STOCCAGGI. Tre miliardi per contenere il rincaro delle bollette abbattendo Iva e oneri di sistema per il terzo trimestre 2022. 4 miliardi sono invece quelli assegnati al Gestore dei Servizi Energetici (Gse) per provvedere allo stoccaggio di ultima istanza di gas naturale. Il gas dovrà essere venduto entro il 31 dicembre 2022. Tutto questo in uno scenario in cui i prezzi del metano continuano a sfondare i record, sfiorando i 149 euro sul listino di Amsterdam, e il prezzo del petrolio è stabile sopra i 115 dollari al barile. Intanto il nuovo censimento sul mondo del lavoro restituisce un quadro peggiorato: a maggio 2022, rispetto al mese precedente, è diminuito il numero di occupati e di disoccupati ed aumentato quello degli inattivi. Oltre a illustrare il dettaglio del testo licenziato in Cdm, sul Fatto di domani parleremo anche di superbonus. Il governo oggi ha presentato in Parlamento una bozza di decreto per estendere la cessione del credito: dalle banche a tutti i soggetti “non rientranti nella definizione di consumatori o utenti”.
VERTICE NATO, UNITÀ ATTRAVERSO IL RIARMO. “Un vertice storico”, concordano tutti. “La Nato ne esce più forte e unita”, si esalta Joe Biden. A fine summit oggi a Madrid, dopo la svolta con cui hanno tracciato una trincea con Russia e Cina, i membri dell’Alleanza hanno confermato la linea del supporto militare indefinito all’Ucraina. Stoltenberg lo chiama “sostegno a lungo termine”, gli Stati Uniti lo sostanziano con un nuovo pacchetto annunciato da 800 milioni di dollari per Kiev: “Non so come finirà, ma non finirà con la sconfitta dell’Ucraina”, è sicuro il presidente americano. Anche il nostro ministro Guerini afferma che l’Italia continuerà a fare la sua parte, e Boris Johnson annuncia un aumento della spesa militare dal 2% al 2,5% del Pil entro il 2030. L’unità manca su altri temi, però. Ankara, Helsinki e Stoccolma si scambiano frecciatine dopo la firma del memorandum che apre all’ingresso dei due Paesi scandinavi nella Nato. Svedesi e finlandesi hanno accettato di considerare le richieste di estradizione di 33 persone (alcuni sono membri del Pkk) avanzate dalla Turchia e poste da Erdogan come precondizione per levare il veto, ma confermano che continueranno a seguire lo Stato di diritto. In Ucraina, le forze di Kiev rivendicano il ritiro del contingente russo dall’isola dei Serpenti (al largo di Odessa), che però potrebbe essere legato ai corridoi di grano. Sul Fatto di domani continueremo a seguire la guerra sul campo con un reportage da Kramatorsk, città del Donbass che si appresta a diventare un nuovo terreno di battaglia come Mariupol e Severodonetsk.
“ROMA FA SCHIFO” ANCHE CON GUALTIERI. Città eterna, eterni problemi. Appena eletto sindaco, Roberto Gualtieri aveva promesso di ripulire Roma “entro Natale” (era il 21 ottobre 2021). Dopo otto mesi, però, la Capitale è più sporca di prima. L’emergenza rifiuti è stata aggravata dall’incendio al Tmb di Malagrotta due settimane fa, che ha fermato il 50% degli sbocchi per la spazzatura della città. Oggi il sindaco Pd ha presentato un nuovo piano per Ama che promette “squadre speciali” per la pulizia delle strade, 150 mezzi e 655 operatori. Ma il suo piano punta tutto sull’inceneritore. Ieri il progetto (infilato nel decreto aiuti) ha superato il vaglio della commissione Bilancio e Finanze della Camera, dove è stato bocciato un emendamento dei 5 Stelle per bloccarlo. Per completare l’impianto serviranno anni, però. E nel frattempo come verranno gestiti i rifiuti di Roma? Sul Fatto di domani leggerete un’ampia analisi della situazione. Intanto, è online su FQ Extra un reportage video girato proprio a dicembre 2021, dove si elencano i problemi strutturali del ciclo dei rifiuti della Capitale e i loro responsabili.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Covid, segnali di preoccupazione. Oltre 83.200 contagi e 59 morti nelle ultime 24 ore, con il tasso di positività che sale al 28%. Circola l’idea di mantenere l’obbligo di mascherine Ffp2 sui luoghi di lavoro. La fondazione Gimbe mette in guardia: in una settimana i casi sono cresciuti del 50%, i ricoveri del 25,7%, le terapie intensive del 15% e i decessi del 16%.
Strage di Viareggio, pene ridotte. La Corte d’Appello di Firenze ha condannato l’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato a 5 anni, rispetto ai 7 stabiliti in primo grado. I familiari delle vittime aspettano di vedere
Cambio vertici a Invitalia. Oggi è il giorno dell’uscita di scena di Domenico Arcuri. Sul Fatto di domani vedremo chi prenderà il suo posto nell’agenzia governativa per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it