Sabato sera, vista dalla tv, piazza del Campo a Siena, il giorno del Palio, era la tradizionale bolgia con migliaia di persone accalcate che esultavano, imprecavano, si abbracciavano, quasi avvinghiate l’una sull’altra. Tutte, ma proprio tutte rigorosamente senza mascherina. Una scena che poteva suscitare due opposte riflessioni. Sono una massa di irresponsabili, con l’Omicron 5 che si diffonde alla velocità della luce, tempo tre giorni e saranno tutti a letto con la febbre. Oppure: erano dei cittadini che seguivano le disposizioni del governo.
Tanto è vero che, ieri mattina, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa ha detto che “bisogna convivere con il virus per non bloccare il Paese poiché siamo in una fase positiva e gestibile ed è sbagliato dire che sarà un autunno catastrofico, gli italiani hanno bisogno di messaggi positivi e rassicuranti”. In un empito di positività stavamo per gettare la mascherina alle ortiche quando siamo stati raggiunti dal ministro Roberto Speranza, un cicinin meno rassicurante del suo vice: “La sfida della pandemia è ancora aperta, siamo ancora dentro questa partita, pur avendo strumenti che ci mancavano negli anni precedenti”. A questo punto siamo ricorsi al necessario compromesso tra “catastrofismo” e “sfida”: avremmo indossato la mascherina, però a giorni alterni.
Poi, abbiamo dato un’occhiata ai giornali, non proprio convergenti. Sulla Stampa, grande risalto al titolo: “Omicron, oltre un milione di positivi e il doppio sono quelli non registrati”. Dati dell’epidemiologo Carlo La Vecchia che sembravano dare ragione al realismo di Speranza. Se non fosse che sulla stessa pagina un articolo di Eugenia Tognotti sembrava propendere per la dottrina Costa: infatti, come per la Spagnola, “alla fine, tutta la popolazione mondiale avrà un livello base di immunità, a questo coronavirus, cosa che proteggerà da un potenziale nuovo ceppo”. Ah ecco, al Palio tutta quella gente si immolava eroicamente al Covid per accelerare l’immunità planetaria.
Stavamo per chiedere scusa ai No Vax che, come l’odierno lasciare fare al virus di stampo governativo, propugnavano il sacrosanto (per essi) diritto di infettare il prossimo, a costo di rimetterci la pelle (insieme al prossimo) quando il titolo “Rimpianti sulla quarta dose, che andava estesa, ora è tardi” (Repubblica) ci ha gettati nella confusione più completa (forse, chissà, un sintomo di Omicron 5).