Il Fatto di domani. Mercoledì in Parlamento: Draghi vuol dire fiducia. Lo speciale su Borsellino: trent’anni di depistaggi

Di Il Fatto Quotidiano
18 Luglio 2022

ASSEMBLEA 5 STELLE: POCHI I DISSIDENTI. DRAGHI SCEGLIE LA FIDUCIA. Lo psicodramma a 5 Stelle continua, con il Movimento praticamente in assemblea permanente. Oggi alle 14 sono ripartiti gli incontri e finora sembra prevalere la linea di Conte. I parlamentari intervenuti si sono stretti attorno al leader. Solo 3 hanno manifestato la volontà di votare per Draghi. E, ricostruzioni di stampa a parte, anche tra i ministri pentastellati c’è chi, come Patuanelli e Dadone, è pronto a rinunciare alla poltrona e chi (d’Incà storce il naso e Di Maio figuriamoci) tentenna o è schiacciato su SuperMario. Poi c’è l’attivismo di Crippa per strappare più colleghi possibili a Conte (sarebbero una quindicina in tutto), tanto che oggi ha spinto perchè il premier parlasse prima alla Camera – dove l’ala governista del M5S è più folta – richiesta rimasta lettera morta. Ma l’altra novità della giornata è la decisione del premier di chiedere un voto di fiducia dopo il suo discorso in Aula. Sul tema intervisteremo il costituzionalista Michele Ainis che, Carta alla mano, metterà l’accento su tutte le forzature di questa crisi estiva.

DRAGHI ALLA CANNA DEL GAS. “TAGLIO AI CONSUMI SUBITO O SARÀ DISASTRO”. Mentre in Italia – e non solo – prosegue il pressing su Draghi perché resti a Palazzo Chigi, il premier è volato in Algeria in cerca di gas. Con l’Italia sono stati siglati 15 tra accordi, memorandum di intesa, protocolli di cooperazione e dichiarazioni di intese. L’incremento della fornitura di metano rimane sempre in cima all’agenda con l’annuncio dei quattro miliardi di metri cubi di forniture in più per il nostro Paese. Ma ormai per quanto riguarda i combustibili è psicosi in Europa: Bloomberg calcola che per salvare i colossi dell’energia il prossimo inverno gli stati spenderanno almeno 200 miliardi. In Germania, per fare un esempio, Uniper sta collassando. Mentre il capo dell’Agenzia per l’energia ha pubblicato un appello in cui dice che se l’Italia non taglia i consumi di almeno 15 miliardi di metri cubi subito, andiamo incontro al disastro. E non è tutto: l’aumento dei ricavi delle esportazioni di petrolio e gas della Russia negli ultimi cinque mesi è quasi tre volte quello che fa normalmente esportando gas in Europa durante un intero inverno. Gazprom ieri ha detto che senza la turbina canadese il Nord Stream non riapre, anche se i realtà sembra che la turbina non sia essenziale (segnale che i russi cercano il pretesto).

UCRAINA, LE EPURAZIONI DI ZELENSKY. L’estate ucraina è sempre più rosso fuoco. Mosca, nonostante le armi occidentali a Kiev, continua a guadagnare terreno: la città di Seversk è ora sotto il loro controllo. L’esercito di Putin si avvicina quindi a Sloviansk, nel nord del Donetsk. A Kiev, invece, Zelensky “rimuove temporaneamente” due figure chiave della sua amministrazione: il capo dei servizi segreti Ivan Bakanov e la procuratrice generale Iryna Venediktova. Sul giornale di domani vedremo cosa sta succedendo. E si muove qualche cosa anche sul fronte europeo: la Commissione lavora alla costituzione di un fondo per gli acquisti comuni per la difesa dotato di 500 milioni di euro per aumentare la capacità di produzione e le scorte militari dell’Ue. Mentre sul fronte delle alleanze, alla vigilia dell’incontro di domani tra Putin e Raisi, da Teheran giungono voci di un accordo di partenariato tra Iran e Russia. È lo stesso portavoce del Cremlino Peskov a confermare che i due paesi abbandoneranno l’uso del dollaro per gli scambi commerciali. Sul Fatto di domani, ne parleremo con il politologo Politi. Ma continuano i negoziati anche per un’altra questione cruciale: l’esportazione di grano e la crisi alimentare causata dal blocco delle forniture da Kiev. Il ministro della Difesa turco Akar ha annunciato che Kiev e Mosca avrebbero concordato un piano per il trasporto di grano attraverso corridoi sicuri nel mar Nero.

BORSELLINO, TRENT’ANNI DI DEPISTAGGI. Domani ricorre il trentesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Da quel 19 luglio 1992 sono trascorsi trent’anni di ricerca di una verità che si è scontrata con continui depistaggi e menzogne. Sette ergastoli ingiusti e decine di sentenze fino all’ultimo processo, mercoledì scorso, per tre investigatori – poi assolti – accusati di calunnia per aver costruito a tavolino il depistaggio. Sul Fatto di domani, uno speciale di quattro pagine dedicato all’“uomo solo” che ha lottato contro la mafia, con la ricostruzione di questi anni di inchieste, come ad esempio quella riportata dal Fatto sul “mistero” dei miliardi arrivati nelle casse della Fininvest di Silvio Berlusconi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Estate con il Covid. Il lunedì i dati sono sempre inferiori per via del minor numero di tamponi effettuati nel fine settimana: oggi 31.204 nuovi casi e 112 morti.

Cmc, 3500 lavoratori a rischio. “Cmc chiama, Governo risponda”. Con queste parole i lavoratori della Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna hanno manifestato in piazza chiedendo un intervento pubblico per risolvere la crisi dell’azienda. Il ministero dello Sviluppo ha convocato una riunione il 20 luglio per discutere la questione.

Il cinema che cambia. Quarant’anni fa veniva censurato e ostracizzato “Viva la foca”, il film di Nando Cicero di cui oggi Tarantino si dichiara fan. Sul Fatto di domani leggeremo l’intervista del visionario produttore, Galliano Juso.

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