Se vivessimo – e lavorassimo – in un mondo paritario, non ci sarebbe bisogno di dare un riconoscimento alle donne nella pubblicità; il salario, il trattamento e l’accesso ai ruoli apicali sarebbero il loro riconoscimento. Ma dato che c’è ancora un po’ di strada da fare – per la precisione, 132 anni al traguardo della parità, secondo il World Economic Forum – è nata La Premia Isa, il premio Isabella Bernardi dedicato alle professioniste della comunicazione.
Perché se è vero che la comunicazione è una lente sulla nostra società che mette spesso al centro la figura femminile, è vero anche che lo sguardo con cui ci approcciamo è quasi sempre quello di un uomo (etero, cis, bianco).
E adottare un solo punto di vista trasforma le persone in stereotipi, come per esempio quello dell’angelo-del-focolare-madre-dell’anno o della diavoletta-tentatrice-sempre-disponibile.
Cambiare lo sguardo permette, invece, di diluire gli stereotipi in diversi tipi di persone e ci lascia la libertà di essere più creativi.
Lo sapeva bene Isabella Bernardi, art director di talento ed esperienza, amata e conosciuta dal grande pubblico per il suo ruolo di Fiorenza nel mitico film Un sacco bello, che purtroppo è venuta a mancare un anno fa.
Lei, che aveva vinto tutti i premi che i pubblicitari sognano di vincere (dai Leoni del Festival di Cannes agli Eurobest, dagli Epica ai Clio Awards), ora dà il nome a un premio unico nel suo genere, che nasce come risposta a una disparità di genere.
Bernardi credeva in una comunicazione che, oltre alla sua funzione commerciale, potesse anche favorire la crescita civile della società – una comunicazione che, più che lente, si fa specchio.
“È giusto che essere Isa non finisca con Isa” – ha commentato la giurata Sofia Ambrosini nel corso della serata di premiazione, tenutasi il 12 luglio al Rob de Matt di Milano –. Per questo vogliamo rendere omaggio alle professioniste che portano avanti la sua stessa visione”.
Tra queste, la vincitrice della prima edizione della manifestazione, ovvero l’art director Lorena Cascino, che con la campagna di Idealista “Ciao papà” ha saputo sovvertire lo stereotipo della figura paterna italiana.
Hanno ricevuto, inoltre, una menzione speciale anche la giornalista Selvaggia Lucarelli per il podcast “Proprio a me”, sulle diverse forme di violenza, e le autrici del podcast “Freegida”, Linda e Penny, che con la puntata “È solo un’altra stupida storia di molestie” hanno trattato il tema del sessismo nei posti di lavoro. In fondo, anche questo è lo specchio della nostra società.
Alessandro Soetje, ideatore e segretario della Premia, oltre che compagno di Bernardi, ha confermato che l’edizione del 2022 è solo la prima di una lunga serie: “Questo è un premio che non avremmo mai voluto creare, ma è il premio che d’ora in poi desideriamo poter assegnare ogni anno, per ricordare Isa e la sua visione etica oltre che estetica della comunicazione”.