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“1000 EURO E 1 MILIONE DI ALBERI L’ANNO”. IL GRANDE RITORNO AL FUTURO DI B. Berlusconi è tornato, rinvigorito dalla centralità ottenuta con la crisi di governo, ed è quello di sempre. In 24 ore ha dato tre interviste sui quotidiani nazionali e due sui tg di prima serata. Sul suo Tg5 annuncia addirittura il programma “avveniristico” di Forza Italia: aumento delle pensioni minime a 1000 euro al mese (un refrain che va avanti dal 2008), lotta contro “l’oppressione fiscale e giudiziaria”. E poi una spruzzata di green, per stare al passo coi tempi: “piantare ogni anno almeno un milione di alberi su tutto il territorio nazionale”. I tre partiti della coalizione presenteranno ognuno una lista il 25 settembre, e B. annuncia che si candiderà al Senato, (dove è stato riabilitato dopo la cacciata per effetto della legge Severino). Oggi il leader di FI ha incontrato a Roma Giorgia Meloni, per appianare le distanze degli ultimi mesi e indire un vertice di centrodestra la prossima settimana per sciogliere i nodi delle liste e dei collegi. Sul Fatto di domani vedremo quali sono le ragioni del protagonismo di B. (che ha anche a che fare con l’accreditamento internazionale degli alleati sovranisti) e cosa ne pensano Salvini e Meloni. Per non dimenticare con chi abbiamo a che fare, su FQ Extra abbiamo pubblicato un podcast sulla Storia di B.
IL PD SCOMMETTE SUL CENTRO, CONTE RIFIUTA “LA POLITICA DEI DUE FORNI”. Sull’altro fronte la compattezza non sembra all’ordine del giorno. Il Pd dice di aver seppellito l’alleanza con i 5S (Dario Franceschini è netto “lo strappo rende impossibile l’alleanza”) e guarda ormai al centro per rifondare un campo largo di area draghiana come vorrebbero i vari Di Maio, Calenda e anche Renzi. Giuseppe Conte ha rivendicato il posizionamento progressista per il Movimento e oggi ha chiarito anche la posizione rispetto al Partito democratico. “Non accettiamo la politica dei due forni”, ha detto il leader 5S, che ha definito “arroganti” le dichiarazioni di Letta e degli altri dem di questi giorni. Il M5S parteciparà ancora alle primarie in Sicilia, che si votano domenica, perché la macchina è partita, ma aggiunge Conte: “Quel che vale a Roma vale a Palermo”. Oggi all’avvocato è arrivata una proposta di unire le forze da parte di Rifondazione comunista e Potere al Popolo (accorpati in una sola lista guidata da De Magistris). Sul Fatto di domani vedremo con l’aiuto di sondaggisti e analisti politici quale spazio esiste per un campo alternativo sia alla destra che al centro draghiano. Sullo sfondo, le rilevazioni di questi giorni dicono che danno il centrodestra intorno al 46% dei consensi. Resta però un’ampia fetta di indecisi e di elettori che non si riconoscono nelle opzioni politiche attuali. Sul fronte dei 5 Stelle intervisteremo la capogruppo al Senato Maria Domenica Castellone. Per la cronaca dei passaggi di partito, oggi il grillino della prima ora Max Bugani ha lasciato il M5S per entrare in Articolo 1.
CON LE CAMERE RIDOTTE IL ROSATELLUM È UN REBUS. Prima ancora che della campagna elettorale, però, i partiti devono occuparsi delle norme per presentarsi agli elettori. Per legge, dovranno essere presentati i simboli tra il 12 e il 14 agosto ed entro il 27 agosto le liste. I partiti che non hanno rappresentanza in Parlamento dovranno raccogliere le firme per la candidatura, e questo potrebbe essere un problema per le nuove formazioni di centro come quella di Di Maio. Vedremo sul Fatto di domani qual è la strategia dei dimaiani per ovviare al problema. A dover correre non sono soltanto i partiti. Le prossime elezioni si svolgeranno ancora con il Rosatellum, legge elettorale lambiccata che mescola proporzionale e maggioritario, ma entrerà in vigore per la prima volta il taglio dei parlamentari, ridotti da 945 a 600. Le Camere non hanno aggiornato i loro regolamenti, che riguardano la composizione delle commissioni e il calendario delle sedute: vedremo sul giornale di domani quali questioni potrebbero sorgere se non lo faranno in tempo.
UCRAINA ACCORDO SUL GRANO: I PREZZI SCENDONO. I DUBBI SULL’EFFETTO DELLE ARMI USA. Lo sblocco dei carichi di grano nei porti ucraini, bloccati dalla guerra, è realtà. L’intesa è stata sottoscritta oggi a Istanbul: Ucraina e Russia hanno firmato separatamente un accordo con la Turchia e l’Onu che prevede la creazione di corridoi sicuri dal porto di Odessa e altri due della zona verso occidente. Non sono previste scorte militari, ma un coordinamento tattico congiunto tra Onu, Russia, Ucraina e Turchia con base a Istanbul. Le navi saranno ispezionate per evitare che contengano armi. Russi e ucraini hanno concordato di non attaccare i cargo, che secondo le stime potranno consegnare almeno 25 milioni di tonnellate frumento ai mercati globali. L’Onu precisa che ci vorranno “alcune settimane” per rendere operativo il meccanismo. I prezzi del grano però sono scesi subito ai livelli di prima della guerra. Per il presidente turco Erdogan è un successo diplomatico. Sul Fatto di domani continueremo a parlare del conflitto ucraino anche indagando nuovi dubbi che arrivano dagli Stati Uniti, dove i funzionari di Washington ritengono che i lanciamissili inviati non siano abbastanza per ribaltare gli esiti della guerra (lo conferma sul fattoquotidiano.it anche Marco Di Liddo del Cesi) e che l’esercito ucraino non sarebbe pronto per la controffensiva annunciata. Ma il risvolto di questa analisi potrebbe anche essere l’invio di caccia eurofighter a Kiev: ipotesi avanzata dal capo dell’aviazione Usa sul Washington Post.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Covid, i dati di oggi. Sono 71.075 i nuovi contagi oggi, la scorsa settimana erano stati 96.384. Le vittime sono 155, a fronte delle 134 della scorsa settimana, mentre il tasso di positività si attesta al 20,83%.
Ennesima bocciatura per il Jobs Act. La Corte costituzionale ha chiesto al Parlamento un’urgente riforma della legge voluta da Matteo Renzi, che ha abolito l’articolo 18, per ripristinare tutele adeguate per i lavoratori.
Rifiuti Capitali: emergenza costante. Il Prefetto di Roma ha firmato il protocollo per la messa in sicurezza della discarica di Malagrotta. Ad Albano Laziale iniziano nuove proteste contro la discarica recentemente dissequestrata, verso cui conferiscono i rifiuti di Roma.
Terracina, si dimette la sindaca. Roberta Tintari, eletta nel 2020 con Fratelli d’Italia, era stata arrestata per corruzione nell’ambito di una maxioperazione che l’aveva vista implicata nella gestione illecita di appalti e concessioni balneari.
Ricordi quell’11 marzo a Bologna? Per le nostre pagine estive, un racconto del giallista Loriano Machiavelli sull’uccisione dello studente di Lotta Continua Francesco Lorusso da parte delle forze dell’ordine nel 1977.