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“MELONI SPAVENTA I MODERATI”: LE ULTIME CARTE DI B. PER SGONFIARE FDI. Un vertice di fuoco e senza decisioni definitive. I tre leader del centrodestra Berlusconi, Salvini e Meloni si sono incontrati alle 17 alla Camera (sede istituzionale come chiesto dalla leader di Fratelli d’Italia) per discutere la strategia elettorale. Sul tavolo c’erano (e restano) la questione del nome del premier e dei collegi uninominali. È sempre più chiaro che Forza Italia non vuole Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, e forse neanche che sia lei a indicare il premier. Nonostante la regola in vigore nella coalizione. Meloni spaventa gli elettori moderati, è il pensiero di B. che filtra da Villa Grande. Ma il FdI è tra il 23% e il 25%, e Salvini invece fa i conti con il crollo sempre più accentuato della Lega nei sondaggi. La carta che i forzisti e non solo provano a usare per depotenziare Meloni è quella dei rapporti con l’estrema destra, che in questi giorni hanno fatto notizia anche per l’allarme lanciato sulle colonne del New York Times e ripreso dai giornali italiani. Sul Fatto di domani vedremo che Meloni lavora da anni per accreditarsi negli Usa tra i conservatori americani e faremo una radiografia di questi rapporti internazionali. Ma passeremo anche in rassegna il programma di governo di FdI, con particolare attenzione ai temi importanti come quelli sociali e del lavoro (tra gli altri: abolizione del reddito di cittadinanza, intelligenza artificiale per gestire iscrizioni universitarie e disoccupati).
IL CAMPO DI LETTA SENZA SINISTRA. CALENDA “ASPETTA”. Dopo l’apertura di Letta, Calenda rilancia. “Aspettiamo interlocuzioni di merito”, ha scritto oggi su Twitter il leader di Azione taggando il Pd. Come a dire che niente è deciso, perché bisogna fare i conti con le regole della legge elettorale. C’è da capire, in particolare, se il 6% di Azione stimato da vari sondaggi pesa di più in coalizione o da solo. Vedremo sul Fatto di domani quali sono gli scenari di alleanze. Renzi, con il 4%, teme l’isolamento e manda avanti il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ad augurarsi che la coalizione comprenda anche Italia Viva. Una voce fuori dal coro è quella di Pierluigi Bersani, che spinge riaprire il dialogo con il M5S per un polo progressista: “Se siamo razionali dovremmo provarci fino alla fine. Se non ci riusciamo, almeno si dica che abbiamo lo stesso avversario”. Il segretario dem invece dichiara che “la sinistra è il Pd” e fa sapere che incontrerà anche l’ex 5S di Parma Federico Pizzarotti, che nei retroscena politici è dato vicino a Di Maio. La base democratica non sembra completamente convinta dalle parole di Letta: sul giornale di domani leggerete un reportage dalla Festa del Pd a Roma, dove i militanti esprimono pareri non proprio entusiasti sulla svolta centrista. Nel frattempo i sindaci del Pd delle città più importanti si sono sfilati dalle liste nazionali per non lasciare l’incarico.
LA BOMBA DI GRILLO: “PRONTO A LASCIARE IL MOVIMENTO SE SI DEROGA AI DUE MANDATI”. Mentre il leader 5S chiudeva la porta giallorosa anche dalla sua parte, sul progetto di Conte è piovuta un’altra tegola: secondo l’agenzia AdnKronos, Beppe Grillo avrebbe lanciato un aut aut al leader sul limite dei due mandati, con una telefonata, minacciando addirittura di lasciare il Movimento se Conte sceglierà di derogare per i 4 o 5 big che rischierebbero di non potersi ricandidare. Il presidente del Movimento ha smentito nel pomeriggio sia la telefonata che l’aut aut. Grillo è proprietario del simbolo 5S, quindi il suo addio avrebbe un effetto deflagrante. Sul Fatto di domani vedremo cosa sta accadendo tra i due. Conte nel frattempo ha tracciato ancora una volta la linea di separazione dal Pd: “Il campo largo (di Letta) va da Calenda, che non esce dalle Ztl e dai salotti buoni nemmeno per sbaglio, a Brunetta che insulta i lavoratori nei suoi comizi, fino a Renzi che raccoglie le firme per smantellare i sostegni contro la povertà. Noi siamo altro, non mettiamo la polvere sotto il tappeto”. Nelle parole del leader 5S il suo terzo polo è battezzato “polo giusto”. Dopo l’intervista a Loredana De Petris sul Fatto di oggi, a proposito di agenda sociale e aggregazione tra Movimento e sigle della sinistra sul giornale di domani intervisteremo l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, leader della formazione Dema.
CINGOLANI SPANDE OTTIMISMO: FACT-CHECKING SU STOCCAGGI, TAGLIO DEI CONSUMI E RIGASSIFICATORI. In carica per gli affari correnti, il premier dimissionario Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi i sindacati confederali per parlare del nuovo decreto aiuti. La riunione ha lasciato soddisfatti sia Maurizio Landini della Cgil che Pierpaolo Bombardieri della Uil. La novità è che, contrariamente alle previsioni, il prossimo decreto (da 14 miliardi) non rinnoverà il bonus da 200 euro, ma punterà a una decontribuzione per il lavoro da luglio a dicembre, che aumenterà il netto in busta paga. Ma per ora si tratta di un’ipotesi e il provvedimento sarà elaborato nelle prossime settimane. I sindacati hanno annunciato una manifestazione l’8 e 9 settembre. Parallelamente, il ministro per la Transizione energetica, Roberto Cingolani, ha tenuto oggi una conferenza stampa a tema gas. Ha confermato che l’Italia dovrà ridurre i consumi del 7% (e non del 15% come da regola standard Ue), che corrispondono a 4 miliardi di metri cubi dal primo agosto al 31 marzo 2023. Cingolani continua a diffondere ottimismo sulla situazione dell’Italia di fronte alla crisi energetica che si preannuncia in inverno: gli stoccaggi sono al 70%, gli impianti di rigassificazione del gas naturale liquido (le navi a Piombino e Ravenna) saranno usati al 100% e poi ne serviranno altri due. Sul Fatto di domani faremo un fact-checking delle sue parole. Intanto oggi il prezzo del gas è sceso sotto i 200 euro al megawattora dopo che Mosca ha ribadito che il flusso del Nord Stream riprenderà man mano che verranno terminate i lavori di manutenzione.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Ucraina, l’accordo sul grano fatica. Kiev annuncia di aver ripreso il lavoro nei tre porti ucraini interessati dall’accordo sul grano. Ma il primo cargo da Chornomorsk non è ancora partito. Mosca fa sapere che l’accordo “potrebbe venire meno” se non verranno rimossi gli ostacoli alle esportazioni agricole della Russia, ossia le sanzioni.
Covid, i dati di oggi. Sono 63.837 i nuovi contagi registrati in Italia nelle ultime ventiquattro ore. Diminuiscono di oltre il 25% rispetto allo stesso giorno della settimana scorsa. Le vittime aumentano invece, 207 rispetto alle 157 di una settimana fa. Il tasso di positività è in calo e si attesta al 20,09%.
Maigret al cinema. Nella prossima stagione usciranno due film francesi (di registi diversi) tratti dai capolavori polizieschi di Georges Siménon.
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