Il Fatto di Domani. Cara Gelmini, c’eravamo tanto odiati. Gli zombie di Grillo e la “galleria dei mostri” a destra

31 Luglio 2022

GELMINI, C’ERAVAMO TANTO ODIATI. Dopo la “lapide” posata sull’alleanza con i Cinque stelle, Enrico Letta ha virato al centro con ardite sbandate a destra: Maria Stella Gelmini, Renato Brunetta, Mara Carfagna. Ieri Gelmini ha salutato Forza Italia per abbracciare Carlo Calenda e Emma Bonino. Domani riavvolgeremo il nastro per ripassare la lunga lista di contumelie piovute dal Nazareno all’indirizzo di Maria Stella. Contro l’ex ministra dell’Istruzione e la sua riforma scolastica, il centrosinistra scese in piazza decine di volte. Ma agli antichi nemici, tutto è perdonato. Come per Luigi Di Maio. Oggi è stato siglato l’accordo tra il ministro degli Esteri e Bruno Tabacci, fondatore di “Centro democratico”. Il progetto è una lista di sindaci con Beppe Sala “padre nobile”. Ma dopo il simbolo, per l’ex pentastellato non sarà affatto facile trovare primi cittadini da candidare. Intanto, Carlo Calenda entro lunedì scioglierà la riserva, per dire agli italiani se Azione sarà nel campo largo di Enrico Letta oppure correrà da sola. Il Pd, dunque, è appeso alle decisioni di una forza politica che non è certo un peso massimo. Il sondaggista Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera stima Azione e +Europa al 3,6% dei consensi. In attesa di Calenda, Letta deve compilare le liste. Le sezioni provinciali indicano una rosa di nomi, ma certi suggerimenti non sono affatto graditi al vertice. Domani vi racconteremo come dai territori sono giunte sonore bocciature verso certi big dei palazzi romani.

M5S, GRILLO E IL CONTAGIO DEGLI ZOMBIE . Dopo l’annuncio sulla regola dei due mandati – inviolabile secondo il garante e il presidente Giuseppe Conte – stamattina Beppe Grillo ha serrato i ranghi del Movimento in vista della campagna elettorale con un post sul suo blog: “Alcuni di noi sono caduti, molti contagiati da zombie. Ma vinceremo”. “Comprendo la posizione di Grillo, che è il custode dei princìpi”, ha detto Conte nell’intervista odierna al Fatto Quotidiano. Dunque nessuna deroga per gli eletti da due legislature. Il Movimento non potrà candidare figure storiche come Roberto Fico, Alfonso Bonafede, Roberto Crimi, Paola Taverna, Riccardo Fraccaro. Restano in gioco Stefano Patuanelli (ministro dello Sviluppo economico nel governo giallorosso e dell’Agricoltura nell’esecutivo Draghi) e le due ex sindache di Roma e Torino: Virginia Raggi e Chiara Appendino (malgrado la condanna per i fatti di Piazza San Carlo). Oggi, dopo Davide Crippa (ex capogruppo alla Camera) ha annunciato l’addio ai Cinque Stelle anche Federico D’Incà. Il ministro per i rapporti col Parlamento non ha mai nascosto la sua contrarietà all’uscita dal governo Draghi. Intanto, Giuseppe Conte prepara una campagna senza alleati. Ma rifiuta di recitare il ruolo della comparsa. In videocollegamento con l’assemblea del M5S Lombardia, il leader prova a ribaltare la vulgata mainstream: “Vogliono creare uno schema per cui esiste il centrodestra impersonato dalla Meloni e il centrosinistra impersonato da Letta. Ci vorrebbero completamente fuori”.

DESTRA, LA “GALLERIA DEI MOSTRI”. Nessun dubbio, il centrodestra gioca da favorito e Fratelli d’Italia è la prima forza nei sondaggi. Secondo Pagnoncelli il partito di Meloni è al 23,3%, tallonato dal Pd al 22,2%. Eppure, le porte di Palazzo Chigi potrebbero restare chiuse per Giorgia. Domani vi racconteremo come l’establishment stia lavorando per tenere la leader di Fd’I fuori dalla stanza dei bottoni. Ma urlare contro lo spauracchio della destra potrebbe sortire l’effetto opposto, mettendo le ali alla campagna elettorale di Giorgia Meloni. Fiutato il vento ostile, la segretaria alza la voce in un’intervista al Quotidiano Nazionale. Prima attacca il Reddito di Cittadinanza: “Una misura stupida, controproducente e diseducativa che disincentiva al lavoro”. Poi lancia l’appello all’unità: “Chi si aspettava un centrodestra diviso è rimasto deluso. Non scenderemo in una campagna elettorale di lotta e fango”. Non c’è solo la grana del futuro premier. Berlusconi, Salvini e Meloni devono decidere i candidati da inserire nelle liste elettorali, tenendo a bada gli appetiti di chi al seggio non vuol rinunciare. Domani leggerete i ritratti dei papabili di destra per un posto nel prossimo parlamento (tra inquisiti e impresentabili). La competizione è serrata perché i seggi sono quasi dimezzati: i deputati passano da 630 a 400; i senatori da 310 a 200. Intanto, Salvini annuncia di voler indicare – prima del voto – la lista dei ministri in caso di vittoria.

INCENERITORI, LA VIA ITALIANA ALLO SMALTIMENTO “GREEN”. Secondo Matteo Salvini “l’Italia ha bisogno di termovalorizzatori e di reattori nucleari”. Così, a Firenze, il leader del Carroccio ha dato il via alla campagna elettorale in Toscana. Sul giornale di domani faremo il punto sulla strana transizione ecologica all’italiana, focalizzandoci sugli inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti. In Italia si contano 37 impianti, 26 solo al Nord: 13 in Lombardia, 7 in Emilia Romagna. Nel 2020 hanno trattato complessivamente circa 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Anche Roma si prepara a costruire il suo inceneritore: “Un impianto che avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo”, ha promesso il sindaco del Pd Roberto Gualtieri. Il termovalorizzatore appare quasi come una tecnologia green. Faremo un fact checking per per verificare se lo è davvero, calcolando costi e benefici. Prenderemo in considerazione il caso di Milano e dell’impianto Silla 2, nei pressi del quartiere Figino, dove i cittadini sono preoccupati per la salute.


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Hannover, la città che si spegne. In vista dei possibili razionamenti energetici, la località tedesca sperimenta per prima coraggiose misure di risparmio energetico. Intervista al sindaco Belit Honay dei Verdi.

I numeri del Covid. Oggi in Italia si registrano 49.571 nuovi contagi, 121 decessi.

Il malinteso del Corriere. Il 23 luglio sul New York Times David Broder firma un articolo sull’Italia di Draghi e analizzando lo scenario di un governo di destra. Il Corriere della Sera rilancia l’editoriale attribuendo all’autore frasi mai scritte. Faremo chiarezza ospitando un commento di David Broder.


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