L’Italia è uno dei punti caldi della crisi climatica globale e dei suoi effetti. L’estate 2022 ci ha mostrato impatti crescenti sotto forma di ondate di calore, siccità prolungate e collassi glaciali. Diversi incendi hanno già colpito i boschi italiani, minacciando la sicurezza delle comunità.
Gli eventi estremi che colpiscono le foreste minacciano non solo la loro stabilità ecologica, ma soprattutto i benefici che offrono alla società, come la mitigazione climatica, il contrasto al dissesto idrogeologico, la fornitura di materiali rinnovabili, la regolazione della qualità dell’acqua e dell’aria, il benessere fisico e spirituale.
Per questo riteniamo urgente, anche in vista delle prossime elezioni politiche, proporre un decalogo di priorità per la gestione sostenibile e l’adattamento climatico delle foreste italiane, un ecosistema che ricopre il 40% del territorio nazionale e che può dare luogo a filiere e servizi ambientali strategici per affrontare efficacemente la crisi climatica.
Le seguenti priorità per le foreste italiane sono state formulate dai coordinatori dei Gruppi di Lavoro della SISEF – Società Italiana di Selvicoltura e Ecologia Forestale.
1. Incrementare e finanziare la pianificazione forestale (attualmente limitata al 15% delle foreste italiane) e la certificazione di gestione sostenibile (attualmente al 9%).
2. Investire nell’adattamento delle foreste agli stress climatici e nella prevenzione dei danni alle foreste dovuti agli incendi e agli eventi climatici estremi, che riducono o interrompono i benefici che le foreste forniscono alla società.
3. Progettare il ripristino delle foreste danneggiate in modo da creare ecosistemi climaticamente resistenti; formare professionisti e tecnici sulle misure da attuare; riattivare e valorizzare i vivai forestali al servizio delle attività di rimboschimento e ricostituzione del bosco.
4. Fermare il consumo di suolo e rilanciare la pianificazione di area vasta agro-silvo-pastorale e urbanistica, ripristinando il mosaico agroforestale e ridando priorità ad agricoltura, alimentazione di prossimità e servizi ecosistemici.
5. Lottare contro l’erosione e il dissesto idrogeologico nei bacini idrografici forestali e tutelare le foreste che proteggono e alimentano le risorse idriche; dare attuazione al collegato ambientale del 2015 e avviare forme di remunerazione economica per i servizi ecosistemici di regolazione delle foreste.
6. Promuovere la connettività ecologica e funzionale dei paesaggi agrari e forestali a scala nazionale; avviare la rete nazionale delle foreste vetuste e primarie, come richiesto dalla strategia EU per la biodiversità al 2030, e verificare quali habitat abbiano bisogno primario di attività di conservazione.
7. Rilanciare la dignità degli operatori forestali per la cura del territorio. Promuovere la professionalità di imprese boschive, la formazione e la sicurezza dei lavoratori boschivi.
8. Supportare l’impianto e la cura degli alberi nelle aree urbane (non solo città metropolitane); dotare di regolamenti del verde e di competenze adeguate le amministrazioni che ne sono sprovviste, in linea con il programma FAO Tree Cities of the World; imporre misure di compensazione e ripristino per tutte le opere di trasformazione del territorio in misura almeno doppia rispetto al suolo consumato e alle emissioni generate.
9. Riattivare la filiera nazionale del legno per diminuire la dipendenza dalle importazioni e evitare di delocalizzare impatti negativi sulle foreste di altri Paesi; migliorare la qualità dei boschi per una maggiore produzione di legno da opera di alta qualità; sostenere filiere produttive ad elevato valore aggiunto nel settore della bioeconomia forestale (tessili, medicinali, chimiche); promuovere l’arboricoltura da legno e l’agroselvicoltura per la produzione legnosa di qualità; formare i tecnici forestali alla condivisione e all’uso di modelli matematici di previsione delle dinamiche forestali.
10. Incentivare l’impiego di legno locale e l’uso “a cascata” del legno, privilegiando gli impieghi a lunga durata come quelli nel settore edilizio e strutturale; incentivare l’aggregazione delle proprietà forestali e la ricomposizione fondiaria, per facilitare la gestione forestale sostenibile a scala opportuna; formulare piani di approvvigionamento sostenibile di biomassa legnosa di scarto a scopo energetico per piccoli impianti di teleriscaldamento nelle aree montane e interne, al servizio di edifici pubblici, attività industriali e strutture ricettive.