Il Fatto di domani. Una Trattativa “nell’interesse dello Stato”: le motivazioni d’appello e i buchi su B. e Dell’Utri. Raggiunto l’accordo per la grande ammucchiata: dentro anche SI e Verdi

Di Il Fatto Quotidiano
7 Agosto 2022

LA TRATTATIVA CON LA MAFIA CI FU, MA DA PARTE DELLO STATO “NON COSTITUÌ UN REATO”. Sono state depositate oggi le 3000 pagine di motivazione della sentenza con cui, il 23 settembre 2021, la Corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato le condanne per i mafiosi (dichiarate prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca, pena ridotta al boss Leoluca Bagarella, confermata la condanna del capomafia Nino Cinà) e ha assolto, invece, i carabinieri, ribaltando il giudizio di primo grado, ritenuto “incongruente”. Secondo i giudici, “il governo, massimo organo della Repubblica, è stato ricattato con la realizzazione di un progetto stragista che non ha precedenti”. E così i militari hanno agito per “insinuarsi in una spaccatura che si sapeva già esistente all’interno di Cosa Nostra”, mossi da “fini solidaristici (la salvaguardia dell’incolumità della collettività nazionale) e di tutela di un interesse generale”. Per esempio, la decisione di non perquisire il covo di Riina si inserisce “nel contesto delle condotte di Mario Mori dirette a preservare da possibili interferenze la propria interlocuzione con i vertici dell’associazione mafiosa”. Sul Fatto di domani analizzeremo nel dettaglio le motivazioni della sentenza.

TRATTATIVA: I DUBBI, LE DOMANDE E I BUCHI DELL’UTRI, MANGANO E BERLUSCONI. Nelle motivazioni si legge anche, a proposito di Marcello Dell’Utri (assolto per non aver commesso il fatto), che “manca la prova certa che abbia fatto da tramite per comunicare la rinnovata minaccia mafiosa-stragista fino a Silvio Berlusconi”. “Il progetto ricattatorio ripreso nel marzo del 1994 da Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, dopo gli arresti prima di Riina ed a seguire dei fratelli Graviano (che avevano un loro canale di comunicazione con Dell’Utri) – si legge ancora – non è stato portato a compimento soltanto perché Dell’Utri non ha veicolato (rectius: non vi è la prova che lo abbia fatto) la minaccia fino al governo, in specie fino a Berlusconi quale presidente del Consiglio dei Ministri”. Sul giornale di domani il nostro Marco Lillo si occuperà di questa parte della storia sulla quale la giustizia non ha ancora fatto luce. E sentiremo il parere del pm Nino Di Matteo, oggi membro del Consiglio Superiore della Magistratura.

ANCHE BONELLI E FRATOIANNI CEDONO: SÌ ALL’AMMUCCHIATA CON LETTA E CALENDA. Dopo una settimana di tentennamenti, veti incrociati, appelli, minacce e annunci, è giunta l’intesa: Sinistra Italiana e Verdi hanno stretto un accordo elettorale con il Pd (“non di governo”, sia chiaro). Entrambi i partiti avevano riunito i rispettivi organismi dirigenti, al termine dei quali avevano parlato di “responsabilità” nei confronti del Paese. Per una volta, dunque, Enrico Letta non si è piegato ai capricci dell’altro alleato, quel Calenda che da Twitter ha provato fino all’ultimo a esacerbare gli animi, nel tentativo di non firmare un “accordo contraddittorio” (salvo poi stemperare, a cosa fatte: “Almeno loro sono chiari”). Di “intese separate ma compatibili” ha parlato lo stesso segretario dem, che – nel caso non si fosse capito – ha richiuso la porta in faccia ai 5S (“Il perimetro delle alleanze non si cambia”) e ha confermato di star dialogando con Tabacci e Di Maio, che rivedrà a breve. Sul Fatto di domani, oltre a raccontare i termini dell’accordo (tradotto, la spartizione delle poltrone), intervisteremo il sociologo Marco Revelli e ospiteremo una lettura di Barbara Spinelli.

GAZA, LA GUERRA PERENNE CUI SIAMO ABITUATI. È di 15 morti e 125 feriti il bilancio dei raid israeliani iniziati ieri con il lancio dell’operazione “Breaking Dawn” contro la Jihad islamica. Di tutta risposta il gruppo, catalogato come terrorista anche da Usa e Ue, ha sparato verso Israele 361 razzi e colpi di mortaio. Di questi “70 sono caduti nella Striscia”, mettendo a rischio la vita degli stessi palestinesi. E nel pomeriggio sono risuonate le sirene nella zona del Gsh Dan, l’area centrale di Israele che comprende anche Tel Aviv e il suo circondario. Sul giornale vedremo cosa sta accadendo in un territorio perennemente in guerra, ma di sempre minor interesse nelle agende politiche mondiali.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ucraina, i russi puntano al sud. Sul giornale di domani analizzeremo la nuova fase del conflitto voluto da Putin. Troverete anche un reportage da Bakhmut e Prokovsk, nel Donbass.

Covid, i dati di oggi: 35.004 nuovi contagi e 158 vittime. Il tasso di positività è al 15,3%.

Marcello Mazzarella, dalla strada al successo in tv. La tradizionale intervista della domenica all’attore trapanese.


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