FORZA ITALIA CEDE A MELONI, SCHIFANI LA SPUNTA. E alla fine anche Gaetano Miccichè, ha dovuto ingioiare il boccone amaro: “La candidatura di Renato Schifani è la migliore possibile per la Presidenza della Regione siciliana, quindi accettiamo volentieri la proposta di Fdi”. Ieri, dopo che Giorgia Meloni aveva scelto l’ex presidente del Senato tra una rosa di nomi che comprendeva anche il coordinatore regionale di FI, nel partito di Berlusconi era calato il gelo. I due non sono, infatti, in buoni rapporti, ma si vede che la notte ha portato consiglio. Sul Fatto di domani ricostruiremo le tappe che hanno visto la resa di Miccichè e ricorderemo alcune delle peggiori battaglie politiche condotte da Renato Schifani (una su tutte, il Lodo che porta il suo nome). A proposito di coalizione (e di lotta alla criminalità), nel programma della Lega si prevede di depotenziare l’arma dello scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose. Non proprio un’idea di prevenzione e contrasto.
CI VEDIAMO A FERRAGOSTO. PER LE LISTE. Sarebbe dovuto essere il giorno delle liste dem. E invece è tutto rimandato a lunedì, perché evidentemente la partita non è ancora chiusa (basta guardare quanto sta accadendo a Bologna, con la base in rivolta contro l’ipotesi Casini). Enrico Letta si è limitato ad annunciare alcuni dei temi del programma: ddl Zan, matrimonio egualitario, Ius scholae, cannabis, e ancora l’aumento dei salari e le case popolari. Giova ricordare che sui diritti il Pd non ha portato a casa nulla pur essendo al governo. Il segretario ha parlato di tre pilastri: “Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale; lavoro, conoscenza e giustizia sociale; diritti e cittadinanza”. Quasi quasi l’agenda Draghi… Entro domani, ha ricordato, bisogna presentare simbolo e programma: “Gli altri hanno potenza di fuoco e di media che noi non abbiamo, noi abbiamo la gente”, si è quasi giustificato, e chissà se questa gente se ne ricorderà il 25 settembre. Poi un nuovo botta e risposta con Giorgia Meloni (e non solo sul video in tre lingue): “Fratelli d’Italia ritiene che gli italiani debbano avere il diritto di eleggere direttamente il capo dello Stato e di scegliere da chi farsi governare”, ha scritto su Facebook la leader di FdI, che ha presentato il simbolo con la fiamma. “La destra ha fretta di impossessarsi del potere”, ha replicato Letta. E a proposito di presidenzialismo, sul giornale di domani vedremo che il centrodestra sta avendo qualche sponda positiva anche in campo avversario.
LE FERITA DI GENOVA, TRA VITTIME E BEFFE DI STATO. Domani, 14 agosto, saranno trascorsi quattro anni dal crollo del Ponte Morandi, costato la vita a 43 persone. Purtroppo si tratta di una “classica storia italiana”, fatta di privatizzazioni in cui il concessionario non fa manutenzione, anzi guadagna persino sulla cessione, e ministeri che non controllano. Una storia di porte girevoli tra aziende e politica. Sul Fatto di domani racconteremo la tragedia del Morandi, con tutto quello che è successo (o non è successo) in questi quattro anni. E vedremo che a Genova potrebbe toccare un’ulteriore beffa.
ADDIO A PIERO ANGELA, IL SERVIZIO PUBBLICO DELLA RAI. Ad annunciare la sua morte, stamattina, è stato il figlio Alberto con un “Buon viaggio, papà”, ma Piero Angela – da grande qual era – aveva già preparato il suo addio: “Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi”, ha lasciato scritto ai telespettatori di SuperQuark, ai quali ha rivolto anche un appello: “Penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese”. Piero Angela aveva 93 anni, oltre 70 dei quali spesi dentro l’azienda di Viale Mazzini, dapprima come cronista radiofonico, poi inviato (di guerra e di missioni: era a Cape Canaveral il giorno del lancio dell’Apollo 11) e ancora conduttore dei primi telegiornali. Fino alla creazione di Quark, per il quale è stato amatissimo e che ha rappresentato, nella forma della divulgazione scientifica, proprio la sua missione. Sul giornale ricorderemo, con più voci, colui che ha interpretato la televisione pubblica così come dovrebbe essere: un servizio.
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