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TUTTI AL MEETING DI RIMINI, TRANNE CONTE. MELONI ENTRA IN CAMPAGNA PARTENDO DA ANCONA. Chiuse le liste, non resta che la campagna elettorale. La prima tappa per i leader è stata il palco del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Per tutti tranne uno: il presidente dei 5 Stelle Giuseppe Conte non è stato invitato, unico tra i rappresentanti di formazioni sopra il 10%. In compenso non mancavano i “centrini”: Maurizio Lupi (storico ciellino), Ettore Rosato per Italia Viva e Luigi Di Maio. A dialogare con loro Enrico Letta, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Conte, che aveva già lamentato l’esclusione domenica in un’intervista tv, ha postato la foto di una riunione informale tra i candidati prima del dibattito ufficiale sul palco commentando: “Oggi al Meeting di Rimini non è stata ospitata la voce del M5S. C’era invece una sfilata di politici che fanno finta di litigare in pubblico e poi intorno a un tavolo trovano sempre l’accordo”. A parte la scontata ovazione per Lupi, l’applausometro l’ha vinto Meloni, alla sua prima volta al Meeting in presenza. “È una realtà che ho studiato per anni”, ha detto lei per ingraziarsi gli astanti. Sul Fatto di domani racconteremo con un nostro reportage cosa è successo sul palco e ai margini, oltre che i temi di discussione (dal caro bollette all’Ucraina al reddito di cittadinanza, attaccato su tutti i fronti). Poi andremo ad Ancona per l’apertura di campagna elettorale di Meloni, stasera alle 20. Su cui piove la tegola del caso dello stupro di Piacenza: oltre alla polemica politica, l’aspetto più grave è che la vittima, sentita oggi dalla procura, ha detto di essere “disperata” per la pubblicazione del video, sul Messaggero e sui social di Meloni, perché qualcuno in città l’avrebbe riconosciuta. Facebook e Twitter hanno rimosso il contenuto dalle loro piattaforme.
CANDIDATI IMPUTATI E CONDANNATI: LA CARICA DEGLI IMPRESENTABILI IN LISTA. Cosimo Ferri capolista alla Camera in Liguria, Giuseppe Castiglione primo nome a Catania, Marcello Pittella in Basilicata (e anche il fratello Gianni è approdato in Azione dopo l’esclusione dalle liste del Pd). Gli elenchi del duo Renzi-Calenda sono pieni di ceto politico trasformista o impresentabile, alla faccia dello slogan “Italia sul serio”. Come, neanche a dirlo, quelle di Forza Italia, degli altri gruppi di centrodestra e del Pd. Proprio la scelta dei vertici dem di presentare quattro indagati alle regionali siciliane ha spinto Conte a rompere l’alleanza giallorosa territoriale. La candidata presidente Caterina Chinnici ha accettato di correre comunque (senza il sostegno del Movimento) come le avevano chiesto i dem. Sarà sostenuta anche da Claudio Fava. Liste alla mano, sul Fatto di domani faremo l’elenco dei candidati più imbarazzanti presentati dai partiti per il 25 settembre. Intanto, i sondaggi continuano a deprimere le ambizioni centriste: Azione-Italia Viva non supera il 4,9%, gli altri moderati sono lontani dallo sbarramento del 3%. Stabili i partiti principali, resta lo scarto di 20 punti tra centrodestra e centrosinistra.
STORIA DEL ROSATELLUM, LA LEGGE “NIPOTE DI VERDINI” CHE METTEVA D’ACCORDO PD E DESTRA. Adesso nessun leader sembra volerla, ma la legge elettorale Rosato detta volgarmente “Rosatellum” è stata frutto di un inciucio tra centrosinistra e centrodestra pensato per danneggiare le formazioni esterne ai blocchi di potere tradizionali, oltre che favorire le grandi ammucchiate al centro. Del resto, nonostante prenda il nome dall’attuale senatore e coordinatore nazionale di Italia Viva (ex Pd), fu scritta secondo le indicazioni del berlusconiano Denis Verdini, che in occasione dell’approvazione rivendicò “la legge è mia nipote, sono lo zio”. E a ottobre 2017, sotto il governo Renzi, fu approvata in Parlamento con i voti di tutti tranne che del M5S. Sul Fatto di domani leggerete la vera storia del Rosatellum e delle sue intenzioni, oltre a un vademecum pratico su come si vota.
SEI MESI DI GUERRA IN UCRAINA. L’IMPATTO DELL’ATTENTATO CONTRO DARYA DUGINA. All’alba del 24 febbraio scorso Putin annunciava in un videomessaggio l’inizio “dell’operazione militare speciale” in Ucraina. Dopo due ore l’esercito russo sfondava i confini del Paese e i primi missili piovevano su Kiev. Da allora sono passati 181 giorni e la guerra sembra sempre più in stallo. Bloccata da tre mesi nei campi del Donbass e del sud, mentre le distruzioni non si arrestano. Nessuno spiraglio diplomatico è durato più dello spazio della giornata e le due parti restano distanti. Specialmente dopo l’attentato in cui è rimasta uccisa Darya Dugina, figlia del filosofo e ideologo nazionalista vicino a Putin Alexander Dugin. “È morta per la Russia al fronte. Il fronte è qui”, ha detto Dugin alla cerimonia funebre. Sulla soluzione al caso mediatizzata ieri da Mosca, che accusa una cittadina ucraina considerata membro del battaglione Azov e assoldata dai servizi, vanno registrati i dubbi avanzati da media e servizi occidentali. Gli ucraini negano e addossano la responsabilità al Cremlino, tacciato di voler usare l’assassinio per giustificare la mobilitazione generale della popolazione e una recrudescenza dell’invasione. Sul Fatto di domani faremo un’analisi di questi mesi di guerra e capiremo se e come l’attentato a Dugina modificherà l’andamento del conflitto.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
I prezzi del gas e gli squilibri europei. Mentre il prezzo del metano sul listino di Amsterdam resta intorno ai 270 euro al megawattora, Spagna e Portogallo sono riusciti a calmierare i rincari con un tetto locale al prezzo del gas. Sul giornale di domani vedremo che gli squilibri di prezzo in Europa alterano la concorrenza tra le imprese.
Jova Beach Party a Viareggio, indagine per danno ambientale. La Procura di Lucca ha aperto un fascicolo conoscitivo contro ignoti sul concerto di Jovanotti previsto sulla spiaggia del Muraglione a Viareggio il 2 e il 3 settembre prossimi. L’inchiesta, basata sull’ipotesi di danno ambientale, è stata aperta dalla Procura dopo la denuncia di un’associazione ambientalista.
Che fine ha fatto la Xylella. Per la nostra serie di articoli che fa il punto sullo stato dell’arte dei casi che hanno fatto notizia negli anni passati, andremo a vedere a che punto è la lotta al batterio delle piante che ha falcidiato gli ulivi della Puglia e non solo.
Intervista ad Abel Ferrara. Federico Pontiggia intervista il regista statunitense che alla Mostra del Cinema di Venezia presenterà il suo ultimo film su Padre Pio.
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