Milano, si sa, è il migliore dei mondi possibili. E il suo sindaco è il migliore degli amministratori. Dunque è difficile trovare osservazioni critiche su ciò che accade nel meraviglioso mondo di Salaland. Scippano ai cittadini la possibilità di decidere la sorte dello stadio di San Siro, dichiarando inammissibili due referendum chiesti dai comitati milanesi per salvare il Meazza e impedire la super-speculazione da 1,2 miliardi di euro su aree comunali: e (quasi) nessuno protesta contro questo furto di democrazia. Adesso cacciano la preside che si era opposta al trasferimento di sede della Scuola di via Vivaio: e (quasi) nessuno s’indigna.
Milano è un luogo speciale, una marca a democrazia limitata, ma continua a essere raccontata dal mainstream (presuntamente) progressista come il migliore dei mondi possibili. Della Vivaio avete già letto su queste pagine. La “Scuola media statale per ciechi di via Vivaio” – questo il suo nome completo – è una eccellenza di Milano, una riuscita esperienza di scuola pubblica che offre a tutti i suoi ragazzi una formazione scolastica incentrata sull’inclusione. Accoglie ragazze e ragazzi vedenti, non vedenti e con altre disabilità. Offre il tempo pieno, la piena integrazione con chi ha qualche disabilità, molto lavoro di gruppo e un’ottima formazione musicale, che è la sua specialità. Lo fa anche grazie al suo genius loci: è parte dell’Istituto dei Ciechi di via Vivaio e da sempre ospitata nei suoi locali.
Il Comune di Milano ha però imposto il trasloco per risparmiare i soldi dell’affitto, benché l’Istituto dei ciechi abbia rinunciato all’aumento del canone inizialmente richiesto e abbia proposto un affitto addirittura inferiore a quello pattuito nel 2010. Niente. Il sindaco Giuseppe Sala, così presente quando si tratta di Olimpiadi, stadio di San Siro e grandi affari immobiliari, è completamente assente da questa partita che riguarda l’educazione dei ragazzi. La sua amministrazione ha deciso il trasferimento della scuola Vivaio in una sede considerata non adatta dai genitori, dagli insegnanti e anche dalla dirigente scolastica, che si è schierata con i suoi ragazzi, con gli insegnanti e con i genitori, invece che strizzare l’occhio all’amministrazione comunale. Il trasloco rischia di far deperire, se non morire, un’esperienza scolastica pubblica unica a Milano e forse in Italia. Per questo i genitori si sono opposti presentando due ricorsi al Tar e avviando in Tribunale una causa civile per discriminazione. Il Comune, che ha tanti soldi pubblici da spendere per mille cose, non ne ha da investire nel futuro dei suoi ragazzi.
La dirigente che ha detto no si chiama Laura Corradini. E ieri è stata punita: non è più la reggente della Vivaio. La dirigente scolastica regionale, Augusta Celada, ha cambiato i criteri di assegnazione per la reggenza delle scuole: ha sostituito il principio di continuità (per il bene della scuola e dei suoi alunni, è meglio che il preside non cambi continuamente) con il principio della rotazione degli incarichi (tutti i dirigenti che ne fanno richiesta devono poter avere una scuola da reggere). E poi, proprio il giorno prima di andare in pensione, come suo ultimo atto ha cacciato Laura Corradini, sostituendola con Lorenzo Alviggi (che, alla faccia della rotazione, ha reggenze da otto anni).
Corradini ha salutato i genitori, i docenti e il personale della Vivaio con una lettera d’addio: “Si chiude il mio percorso di dirigente scolastica presso la scuola Speciale di via Vivaio ed è per questo che vi scrivo con una grande tristezza nel cuore. Avrei voluto poter continuare con voi questo viaggio consapevole dell’anno difficile che dovrete affrontare, ma, nonostante la mia richiesta, la reggenza è stata affidata ad altri. Vi saluto nella speranza che il destino unisca nuovamente le nostre strade”.